
Ogni popolo ha un mito fondativo. Nell’antichità, spesso all’origine di una nazione mettevano un dio o un eroe semidivino. Non a Roma.
Roma ha due miti fondativi, uno è il “trittico” , molto letterario, di Enea, Anchise e Ascanio. L’altro è meno noto, ma forse più vero.
Nella “Vita di Romolo”, Plutarco, ricostruendo la nascita di Roma, ad un certo punto scrive: “Quando la città ebbe il suo primo insediamento istituirono un luogo sacro per accogliere i fuggitivi, e lo posero sotto la protezione del dio Asilo: vi ricevevano tutti, non restituendo lo schiavo ai padroni, nè il povero ai creditori, nè l’omicida ai giudici; anzi, proclamavano che seguito al responso dell’oracolo di Delfi, avrebbero concesso a tutti il diritto di asilo. Presto la città si riempì di abitanti” (9,3)…