
I costi di produzione, e quindi la struttura produttiva di un paese, sono il prodotto dell’evoluzione tecnologica e quindi scientifica e quindi intellettuale di quel dato paese. Ciò vuol dire che, l’avanzamento scientifico e tecnologico, modificando le logiche dei costi di produzione, impone anche un diverso modellamento degli assetti produttivi.
È così che, quando alcune condizioni politiche si sono realizzate (riduzione delle barriere tariffarie e non tariffarie sotto l’egida del GATT-WTO e la tutela degli investimenti diretti esteri), la riduzione dei costi di trasporto e di comunicazione ha consentito che la fabbrica fordista si aprisse al mondo e la catena di montaggio esplodesse e da locale diventasse globale. È così che quelle diverse fasi della produzione che prima erano state parcellizzare all’interno dell’azienda, si sono disseminate su scala globale, secondo la logica dei vantaggi comparati. Di qui quella particolare forma di globalizzazione che abbiamo conosciuto sinora e che potremmo definire globalizzazione di tipo fordista. Ma prima di andare oltre conviene fare un passo indietro…