L’isola che ci fu e ora non c’è più

di Armando Pepe

C’è chi interpreta il proprio ruolo di critico (o presunto tale) cinematografico ergendosi a re-censore dei patri costumi e/o della storia pubblica della nostra comunità nazionale. Ad esempio, da giorni impazzano commenti, legittimamente, intorno all’ultimo film di Sidney Sibilia, dal poetico e fantasmagorico titolo “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, disponibile dal 9 dicembre su Netflix. L’idea del film è venuta a Sibilia dopo aver letto il romanzo “L’Isola e le Rose”, scritto da Walter Veltroni (che appare nei titoli di coda in qualità di “consulente storico”) e pubblicato da Rizzoli nel 2012. In soldoni si tratta della storia di Giorgio Rosa, giovane ingegnere di belle speranze, che negli anni Sessanta, quelli del boom economico…

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