16marzo18:3020:00"Il Pci e l'eredità di Turati"18:30 - 20:00(GMT+01:00) View in my time
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Il prossimo 16 marzo alle ore 18:30, Stroncature ospita la presentazione dell’ultimo libro di Paolo Franchi “Il PCI e l’eredità di Turati” (La nave di
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Il prossimo 16 marzo alle ore 18:30, Stroncature ospita la presentazione dell’ultimo libro di Paolo Franchi “Il PCI e l’eredità di Turati” (La nave di Teseo, 2021). Con l’autore dialogano Ugo Finetti, Nunziante Mastrolia e Claudio Petruccioli. Per partecipare è necessario registrarsi.
Dal Togliatti della svolta di Salerno e del “partito nuovo” al Berlinguer del compromesso storico, fino alle conseguenze del pensiero turatiano sulla sinistra postcomunista, Franchi giunge a conclusioni inattese e fondamentali per comprendere la traiettoria e il presente della sinistra italiana.
Al congresso socialista di Livorno del 1921 il patriarca del riformismo italiano Filippo Turati partecipa nelle vesti dell’imputato principale. Quando la maggioranza dei delegati si rifiuta di espellerlo dal PSI assieme ai suoi compagni, come pretende la neonata Terza Internazionale, i delegati comunisti abbandonano i lavori per dare vita al loro partito. Durante quel congresso Turati, nel suo memorabile discorso, non si limita a difendere la sua concezione del socialismo ma, rivolto ai seguaci di Lenin, si concede una profezia: “Quando avrete fatto il partito comunista… se vorrete fare qualcosa che sia rivoluzionaria davvero, che rimanga come elemento di civiltà nuova, voi sarete forzati a vostro dispetto, ma dopo ci verrete, perché siete onesti, con convinzione, a percorrere concretamente la nostra via, a percorrere la via dei socialtraditori.” A un secolo di distanza da quegli eventi Paolo Franchi, con l’accuratezza dello storico e il piglio del giornalista, parte da questa “profezia da Barbanera”, come la definisce lo stesso Turati, per ricostruire se, quanto e come essa si sia avverata.
Giornalista e commentatore politico italiano, ha lavorato nelle redazioni di «Rinascita», «Paese Sera» e «Panorama». Nel 1986 arriva al «Corriere della Sera», dove rimane per vent’anni, prima come inviato, poi come capo dei servizi politici, poi capo dell’ufficio romano e, infine, come editorialista. Ha pubblicato numerosi saggi. Per Rizzoli ha scritto insieme a Emanuele Macaluso Da cosa non nasce cosa, una conversazione con la sinistra italiana. Per Laterza ha realizzato un libro-intervista con Marco Follini, Intervista sui moderati. Dal giugno del 2006 al marzo 2008 ha diretto «Il Riformista».
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