
Se Roma traeva la sua forza politica, militare ed economica dalla costituzione repubblicana, stravolgere quella costituzione significò essiccare le fonti della sua forza. Senza la libertà politica tutto crolla, la proprietà privata scompare e con essa l’ansia diffusa del guadagno e del progresso: “qualunque relazione siamo teoricamente pronti ad ammettere tra libertà e proprietà, è certo che nello stato romano la proprietà fu al sicuro solo quando fu preservata la libertà politica; quando la libertà politica finì, i diritti di proprietà furono crescentemente limitati”[1]: “i diritti reali dell’individuo presuppongono la libertà politica e non possono stare senza libertà politica. I cosiddetti diritti individuali del popolo romano secondo il diritto romano erano un piccolo territorio separato dalla libertà politica, che alla fine non poteva difendersi contro l’autocrazia politica”[2].