In questi tempi si fa un gran parlare di capitalismo degli stakeholders in contrapposizione al modello, caro a Milton Friedman, di un capitalismo degli shareholders, vale a dire di una impresa il cui unico fine era quello di massimizzare il valore per i propri azionisti. Quello di Friedman non era cinismo, ma piuttosto la convinzione che la somma degli interessi privati, perseguiti in maniera autonoma e indipendente da parte di una miriade di libere imprese, potesse produrre un benessere sociale superiore a quello che avrebbe potuto perseguire una autorità centrale. Eppure qualcosa deve essere andato storto se le società aperte si sono spaccate tra haves e haves not e se i guasti ambientali sono diventati così preoccupanti. Giusto, dunque, che si parli di capitalismo degli stakeholders, ma qualche precisazione va fatta.
