Globalizzazione e criteri ESG: un mondo che cambia

Qualche giorno fa si è discusso qui del concetto di multishoring, ovvero la diversificazione delle catene di approvvigionamento in più paesi, per aggirare problemi emergenti in ambito politico, di guerre commerciali, di disastri sanitari e via elencando. Ma c’è un altro insieme di principi che le aziende sono chiamate sempre più a rispettare se non vogliono essere escluse dai mercati sviluppati. Si tratta, come è facile immaginare, dei criteri ESG, legati alla sostenibilità ambientale, al rispetto dei diritti dei lavoratori e delle comunità, ad una governance equilibrata ed illuminata. Si tratta di questioni che le aziende non possono aggirare, visto il cambiamento profondo nelle opinioni pubbliche dei paesi avanzati. Diventa allora utile provare a ragionare su come cambierebbe la geografia della globalizzazione se le aziende fossero chiamate a rispettare in maniera rigida i criteri ESG.

È chiaro che se così fosse, la globalizzazione subirebbe una trasformazione sostanziale, che implicherebbe cambiamenti a vari livelli: dalla catena di approvvigionamento alle relazioni internazionali, dalla struttura dei mercati alla natura della concorrenza.

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