È evidente che sia Russia che Stati Uniti stanno spingendo per il rafforzamento e l’allargamento di opposti sistemi di alleanze. Russia e Cina, sono sempre più vicine, e il sostengo di Pechino ha consentito all’economia russa di non collassare. D’altro canto, c’è la questione della forniture di armi alla Russia da parte della Corea del Nord, che di per sè la dice lunga su quanto immense siano le difficoltà di Pechino: lo stato eremita per eccellenza, che del culto della dinastia Kim ha fatto una fede collettiva, fornisce armi a quello che era considerato il secondo esercito del mondo e una potenza in termini di industria della difesa, partner affidabile per altri giganti come l’India. Eppure qualche elemento di preoccupazione c’è.
In primo riguarda i possibile termini dello scambio tra Russia e Corea del Nord. Kim ha molto da offrire, La Corea del Nord ha un’enorme scorta di munizioni compatibili con le armi russe. D’altro canto la Russia, potrebbe fornire non solo proiettili di artiglieria e razzi – che la Russia sta consumando in Ucraina più velocemente di quanto riesca a sostituirli – ma anche veicoli corazzati, droni e persino missili balistici a corto raggio. Può anche potenzialmente fornire manodopera per alleviare la carenza di manodopera russa causata in parte dalla leva militare. La Russia può offrire grano e petrolio greggio a Pyongyang, anche se quello che più interessa a Kim è probabilmente l’aiuto tecnico nello sviluppo di armi, missili, sottomarini nucleari e satelliti spia militari.