
Borghi XXI è un ciclo di incontri e seminari, che avrà luogo tra luglio e ottobre, organizzati congiuntamente da Legambiente e Stroncature e immaginati e costruiti insieme ad Alessandra Bonfanti, per capire come, sotto la spinta data dalla crisi indotta dal Covid-19, possono cambiare i luoghi del produrre e dell’abitare in una economia trainata dalla creatività e dalla innovazione. L’idea di fondo di questo ciclo di incontri è che i piccoli borghi possano essere i luoghi ideali della società digitale del futuro per vivere e lavorare, dato che offrono due asset fondamentali per il mondo che verrà , vale a dire un ambiente naturale tutelato e un senso di socialità e di comunità ancora forte.
1. Il mondo di ieri: la vita nella cittĂ fordista. La nascita della cittĂ fordista e il suo declino, inquinamento, alienazione, alti costi, traffico.
2. Il cambio di paradigma (dal fordismo al digitale) e i nuovi volani della crescita: creatività , innovazione ed economia dell’immaginazione. La creatività non è il prodotto del genio solitario, ma dell’interazione sociale. In questo senso, mentre la città fordista produce alienazione, i piccoli borghi producono senso di comunità .
3. I piccoli borghi, più che le città , sono maggiormente compatibili con il nuovo modello digitale: è nei piccoli borghi che ha senso lo smartworking, lo smartlearning e quindi anche il food loving e il good living.
4. La nuova divisione internazionale del lavoro: qualità della vita, ambiente sano e senso di comunità possono essere i fattori che attraggono le menti creative dalle città e dall’estero e indurli a stabilizzarsi in borghi belli, sani, comunitari e connessi.
5. Portare i piccoli borghi nel XXI secolo: io qua inserirei tutta la questione delle connessioni, delle ristrutturazioni, dei materiali etc
6. Il borgo digitale, la nuova cittĂ digitale e le loro interazioni: in questo processo di ridefinizione dei luoghi, anche le cittĂ subiranno una mutazione. Quale sarĂ questa mutazione? Quale sarĂ il rapporto tra la cittĂ di domani e i borghi digitali del futuro?