La Riforma protestante in 100 date

Di Armando Pepe

Coniugando duttilità e rigore scientifico Daniele Santarelli e i suoi collaboratori da anni portano avanti progetti ambiziosi, incidendo profondamente nel campo degli studi storico-religiosi d’età moderna: oltre all’enciclopedia online (in continua evoluzione in quanto cantiere sempre aperto) Ereticopedia, hanno prodotto due utili strumenti per fare luce su temi che, sia pure largamente dibattuti e studiati, offrono sperimentazioni esegetiche e nuove piste di ricerca. Nel 2017, oltre a I giudici della fede, pubblicato dalle Edizioni CLORI, per i tipi di Della Porta Editori, è uscito il volume di sintesi La Riforma protestante in 100 date di Daniele Santarelli e Domizia Weber: in poco più di cento pagine si snodano, in una prosa semplice e concreta, le azioni e le ricadute di Martin Lutero non solo in Germania ma anche nell’Europa propriamente mediterranea. Si può pienamente condividere quanto esposto in premessa, laddove si afferma che: «la Riforma non fu un fenomeno appartenente esclusivamente all’Europa centrale e settentrionale ma di più ampia portata, con sconvolgimenti di lunga durata che travalicarono i confini della sua affermazione territoriale» (p. 7). L’accento viene ripetutamente posto sul lavoro filologico di Martin Lutero, su quanto la sua instancabile opera di traduzione dei testi sacri in lingua tedesca abbia influito sulla presa di coscienza di un popolo. L’attività predicatoria e la copiosa produzione del grande protestante tedesco ruppero definitivamente l’unità del cattolicesimo e rappresentano la scaturigine di numerose guerre a carattere religioso. Il luteranesimo si propagò per ogni dove, anche in recondite plaghe: basta tener da conto la diffusione del protestantesimo in area capuana alla metà del XVI secolo, un fenomeno significativo di profonda e costante radicazione. Fu necessario, da parte della Chiesa romana, estirpare l’eresia capuana con ogni mezzo, anche il più cruento. Al di là di Lutero, si delineano i profili di altri insigni riformatori, quali Melantone e Calvino, non tralasciando scontri endemici a quel mondo e la duratura persecuzione a tutto spiano condotta dagli inquisitori in lungo e in largo. Il punto di forza del testo è la brevità (e di conseguenza la fruibilità), che non significa necessariamente voluta dimenticanza di ciò che è pregnante: vi si adombrano punti salienti, come la cultura del sospetto (che colpì le alte sfere ecclesiastiche, ad esempio i cardinali Reginald Pole e Giovanni Morone) e la nascita della Controriforma.

Daniele Santarelli, Domizia Weber, La Riforma protestante in 100 date, Della Porta Editori, Pisa 2017

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