
Il mondo dei produttori di contenuti si divide in editori e piattaforme. I primi selezionano a monte i contenuti da pubblicare e sono responsabili delle qualità e veridicità di quello che pubblicano; i secondi non selezionano i contenuti che vengono pubblicati al proprio interno e non si dichiarano responsabili di quello che pubblicano. Le conseguenze di quest’ultimo approccio sono note, con le piattaforme che si sono trasformate nei luoghi dove proliferano fake news, odi, insulti e manipolazione, coprendo quanto di buono pure esiste. Sul perché ciò accade si può ragionare a lungo: si può a ragione sostenere che una fake news per definizione è più interessante di una notizia normale; si può sostenere che l’odio vince sull’amore e che l’amore per la lotta vince sulla cooperazione; così come si può sostenere che la moneta cattiva scaccia quella buona. Possiamo sostenere qualsiasi tesi, ma il dato di fatto è quello. Le persone mentono, si insultano, litigano nella realtà e lo fanno con impatti infinitamente maggiori anche sui social.