
C’è un elemento costante che, in maniera più o meno manifesta, compare di continuo nella attualità cinese ed è il riferimento, diretto o indiretto, a quello che viene definito il secolo delle umiliazioni. Un secolo, che va dalla prima guerra dell’Oppio (1839-1842) alla nascita della Repubblica popolare cinese, fatto di shock culturali, traumi, umiliazioni, devastazioni, smembramenti territoriali. Vi è probabilmente un solo precedente paragonabile al trauma cinese ed è quello italiano (almeno per quanto riguarda alcuni limitati aspetti), quando, dopo la discesa nella penisola di Carlo VIII nel 1494, un paese che, sotto ogni aspetto, si percepiva come superiore al resto d’Europa, venne conquistato e devastato da quelli che riteneva poco più che dei barbari:i francesi di Carlo VIII “dimostrarono al mondo l’impotenza di un grande paese, dimostrarono quale immenso bottino ci si poteva assicurare con scarsi pericoli, dimostrarono la debolezza passiva degli abitanti troppo civili e pieghevoli, la loro incapacità di agire in gruppi compatti e coerenti, la loro prontezza nel cedere duttilmente agli invasori rozzi, brutali e risoluti”1.