Saxa loquuntur

L’espressione è ora ripetuta per indicare il linguaggio dei ruderi, dei monumenti e di tutti quei reperti – apparentemente «muti» – che risultano assolutamente preziosi per la storia antica. La fonte è un luogo di Lucano (19,40), dove la strega Erichtho ricorda a Sesto Pompeo che se vorrà semplicemente sapere il futuro tellus … aetherque chaosque aequoraque et campi Rhodopeaque saxa loquentur, «lo sveleranno la terra, l’etere, il caos, i mari, i campi e le pietre di Rodope». Non è escluso che alla fama della frase abbia contribuito un passo evangelico (Luca, 19,40), dove ai Farisei che lo invitano a rimproverare i discepoli perché l’hanno accolto con le parole «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» Cristo replica: «se costoro taceranno, i sassi lo proclameranno» (l’espressione ha la sua radice nella cultura ebraica, cfr. Abacuc, 2,11, nonché i passi segnalati da Strack-Billerbeck 2, 253). Segnalo infine che Saxa ipsa loquuntur è la frase pronunciata da Pio XI il 23 maggio 1936, quando, nell’ambito della ristrutturazione dell’intera zona romana di sua pertinenza, inaugurò il monumentale complesso di San Callisto in Trastevere.

Renzo Tosi (a cura di ), Dizionario delle sentenze latine e greche, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2017

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