La rivoluzione marginalista

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La Rivoluzione Marginalista fu un movimento teorico nell’economia che si sviluppò nella seconda metà del XIX secolo e si estese nel XX secolo. Questo movimento, che coinvolse economisti di diverse scuole, portò a un radicale cambiamento nel modo in cui veniva pensato l’economia. L’approccio marginale alla teoria economica diventò il fulcro della discussione e la teoria economica si concentrò sulla comprensione di come gli individui prendono decisioni su come allocare le proprie risorse limitate.

Uno dei principali concetti della Rivoluzione Marginalista è quello di “utilità marginale”. Questa teoria sostiene che il valore di un bene o servizio non è determinato dalla sua utilità complessiva, ma piuttosto dalla sua utilità marginale, ovvero la quantità di utilità aggiuntiva che l’acquirente riceve dall’acquisto dell’ultima unità. Questo concetto ha portato alla comprensione che gli individui non fanno scelte sulla base del valore assoluto dei beni, ma piuttosto sulla base della loro utilità marginale.

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