Quella che segue è la Rassegna della stampa tedesca, curata dalla redazione di Stroncature, su commissione della Fondazione Hanns Seidel Italia/Vaticano. La rassegna ha cadenza settimanale ed è incentrata sui principali temi del dibattito politico, economico e sociale in Germania.
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Schiere Größe hilft nicht weiter
Le dimensioni non aiutano
Giovedì scorso, l'amministratore delegato di Lufthansa, Carsten Spohr, si è recato a Roma per siglare l'accordo con il governo italiano per l'acquisizione di una quota di ITA Airways - di proprietà statale: a seguito di ciò ha dichiarato che "Il consolidamento del gruppo continua ed è necessario".
Secondo il giornalista Jens Flottau, la dichiarazione di Spohr si basa sulla valutazione che in Europa ci siano troppe compagnie aeree di piccole e medie dimensioni, che essendo in concorrenza tra loro, creano pochi - o nessun - profitti: per questo che Spohr sostiene che convenga di più che le piccole e medie compagnie si fondino in gruppi più grandi per ridurre più facilmente i costi e trarre maggiori profitti.
Flottau sottolinea come, in teoria, questo sia tendenzialmente vero ma come nella realtà le compagnie aeree “rivaleggiano come se non appartenessero affatto allo stesso gruppo e fanno molta attenzione a non favorire l'altra”.
Proprio per questo, Flottau si domanda, nel caso specifico di Lufthansa, se il management non stia stabilendo le priorità sbagliate "perché il gruppo si sta rilevando come un conglomerato molto complesso di diverse compagnie aeree senza un chiaro obiettivo generale e dove si verificano disordini di ogni tipo”.
Im Land der Mieter
Il Paese degli inquilini
La giornalista Kia Vahland con questo articolo mira a sottolineare la drastica situazione degli alloggi in Germania.
Innanzitutto, Vahland evidenzia come chi ha un vecchio contratto di affitto in una grande città “può ritenersi fortunato”: infatti, riporta come nel 1990 un appartamento esistente costava in media 4,5 euro al metro quadro in Germania; mentre nel 2021 superava i dieci euro.
Ciò, sottolinea la giornalista, comporta anche che inevitabilmente chi ha un vecchio contratto di affitto difficilmente cambierà abitazione anche se riceve una “proposta di lavoro allettante perchè difficilmente un aumento di stipendio compensa i costi di un trasferimento permanente”.
Vahland, inoltre, riporta come il fallimento della politica edilizia del governo federale sia ancora più drammatico: nel 2022 in Germania sono stati costruiti meno appartamenti rispetto al 2020 e sono stati rilasciati meno permessi di costruzione - un 7% in meno rispetto allo scorso anno.
Sottolinea anche come trovare un appartamento adatto in questa situazione di carenza è inoltre particolarmente difficile per le persone che subiscono più spesso discriminazioni.
In questa situazione il governo federale, secondo Vahland, non si può limitare ad abbassare “gli aumenti massimi consentiti dell'affitto per un periodo di tre anni” perché non porterà di per sé la tanto attesa svolta, visto che “i limiti massimi non aiutano il singolo cassiere che ha bisogno di un nuovo appartamento dopo una separazione, o la maestra d'asilo che rischia il licenziamento per uso personale”.
Angst vor der rheinischen Courage
Paura del coraggio renano
I rappresentanti del governo statale e della regione - il primo ministro, Hendrik Wüst, ed il Ministro federale dell'Economia, Robert Habeck - hanno firmato, a Mönchengladbach, il "Reviervertrag 2.0".
Esso è un documento di 40 pagine che prevede l'eliminazione graduale del carbone entro il 2030 e che regola “il cambiamento nell'area mineraria renana”.
Nel senso che la regione della Renania Settentrionale-Vestfalia (NRW) ha basato per molto tempo la sua economia sull'estrazione di lignite - viste le numerose e sostanziose miniere situate tra Aquisgrana, Colonia e Düsseldorf - ma volendo ad oggi rendere la sua economia carbon free, ha pubblicato questo documento per strutturare la “tabella di marcia”.
In realtà, già nel 2021 era stato pubblicato un documento simile, tuttavia prevedeva di non utilizzare più il carbone dal 2038 - con il documento di questa settimana l'eliminazione è stata anticipata del carbone al 2030.
Motivo per il quale, il giornalista Christian Wernicke si domanda se e come sarà possibile fare il salto nell'area post-fossile, visto che mancano 79 mesi all'alba della nuova era senza carbone e, finora, il governo della NRW e la sua "Agenzia per il futuro" hanno approvato solo 1,37 miliardi di euro per 139 progetti - nemmeno un decimo dei fondi disponibili.
Um Herz und Verstand
Per cuore e mente
Secondo il giornalista Gökalp Babayiğit, ci sono poche elezioni all'estero su cui i tedeschi lavorano così intensamente come le elezioni presidenziali turche: una prova è il fatto che gran parte delle testate giornalistiche nazionali hanno dedicato il titolo principale del giornale, pubblicato postumo al giorno delle votazioni, a questo evento politico.
Babayiğit sostiene, tuttavia, che la maggior parte della discussione sia viziata perché
il titolo che si legge maggiormente - "I turchi tedeschi votano prevalentemente per Erdoğan" -, seppur corretto dal punto di vista giornalistico, rimane fuorviante perché si deve comunque considerare il quadro generale.
Nel senso che bisogna confrontare i 509.000 voti espressi a favore di Erdoğan, con una diaspora turca di circa tre milioni di persone in Germania, di cui 1,5 milioni hanno diritto di voto.
Alla luce di ciò, secondo Babayiğit, sarebbe più opportuno affermare che l'affluenza alle urne è stata solo del 50% e che gli altri 1,5 milioni di turchi tedeschi non hanno nemmeno votato Erdoğan.
Das grüne Wunder funktioniert ganz anders
Il miracolo verde funziona in modo molto diverso
La giornalista Lisa Nienhaus riporta come anche se in Germania ormai le temperature hanno raggiunto il clima balneare, il governo stia ancora discutendo sulla legge del riscaldamento in un contesto che, secondo le previsioni di marzo della Cancelleria, doveva avere i tassi di crescita come negli anni '50 e '60 e che invece è di recessione.
Una piccola recessione, certo, afferma Nienhaus, ma una cosa si può dichiarare con sicurezza: la retorica politica di questo tipo e la realtà della vita tedesca non vanno d'accordo al momento.
Con questo la giornalista Nienhaus non vuole dire nulla contro una legge sul riscaldamento, visto che comunque inevitabilmente arriverà un nuovo inverno ed è molto importante ridurre significativamente le emissioni di CO₂.
Ma, secondo Nienhaus, l'inizio dell'estate 2023 rende chiaro ai tedeschi che la svolta verde del Paese, anche se potrebbe essere costosa, è possibile ma non con i tempi del miracolo economico.
Warum der Hamburger Hafen in einer tiefen Krise steckt
Perché il porto di Amburgo è in profonda crisi
La giornalista Saskia Aleythe sottolinea come se si guarda il porto di Amburgo di primo impatto sembra ancora all'avanguardia, ma evidenzia che se lo si guarda con uno sguardo più attento, si può notare come il porto sia diventato un'area problematica e come non vi sia neanche il bisogno di essere troppo severi per dire che sia in profonda crisi.
Innanzitutto, a causa dell’elevata inflazione, i magazzini sono ancora ben pieni - questo ha comportato anche una diminuzione del flusso di container standard, rispetto all'anno precedente.
Inoltre, il porto di Amburgo risulta essere troppo costoso e a differenza dei suoi concorrenti; di non aver ancora vincolato le compagnie di navigazione a un terminal - visto il coinvolgimento di COSCO, China Ocean Shipping Company, compagnia statale cinese - e di avere processi particolarmente complessi, dall'approccio al porto al carico dei container su camion o treni, perché non sono così automatizzati, come nei Paesi vicini.
Secondo Aleythe tutto ciò si traduce in una scarsa produttività, come testimoniato anche dall'ultima classifica della Banca Mondiale: Amburgo si è classificata al 328° posto su 348 porti internazionali.
Mehr als fünf Jahre Haft für Lina E.
Più di cinque anni di carcere per Lina E.
Mercoledì, il tribunale ha condannato l'estremista di sinistra Lina E. ad una pena detentiva di cinque anni e tre mesi per, tra le altre cose, appartenenza a un'organizzazione criminale: i co-accusati hanno ricevuto pene detentive tra i due anni e i cinque mesi e tre anni e tre mesi per appartenenza e sostegno ad un'organizzazione criminale.
Gli imputati sono stati accusati di aver provocato gravi lesioni, tra il 2018 e il 2020, a neonazisti, o presunti sostenitori della scena di destra, a Wurzen, Lipsia, Eisenach e Turingia.
La SZ sottolinea come, di tutta risposta, la scena autonoma di sinistra ha indetto il "Giorno X" per sabato: secondo la polizia di Lipsia la scena di sinistra sta organizzando questa giornata da molto tempo, visto che nell’ultimo periodo si sono susseguiti numerosi appelli alla militanza e annunci massicci di violenza.
Motivo per cui la polizia ha già previsto il più grande dispiegamento di forze dell'ordine degli ultimi due anni; ha limitato il diritto di riunione per il prossimo fine settimana e ha fatto appello ai partecipanti affinché la manifestazione rimanga libera dalla violenza.
Neustart für Uniper
Ripartenza per Uniper
Il giornalista Helmut Bünder riporta come le cose non siano andate così male come si temeva per Uniper e per i contribuenti tedeschi: infatti, con il calo dei prezzi del gas, le prospettive commerciali dell'azienda energetica - nazionalizzata con un salvataggio senza precedenti - sono migliorate notevolmente.
Bünder sottolinea come Uniper, per il momento, sia in grado di far fronte ai propri obblighi di fornitura senza dover ricorrere a ulteriori aiuti. Tuttavia, avverte anche che se non ci saranno ulteriori distorsioni del mercato, ad Uniper rimane ancora molta strada da fare per superare le conseguenze dell'anno horror 2022.
Senza un riorientamento strategico, un ritorno al mercato dei capitali è impensabile.
Bünder riporta come la difficile ripartenza sarà organizzata da un top manager britannico: Michael Lewis, che assumerà la carica di CEO del gruppo statale il 1° giugno.
Il nuovo CEO Lewis porta con sé ciò di cui Uniper ha urgentemente bisogno: competenze nel settore delle energie rinnovabili.
Anche se tutto questo potrà essere sfruttato per aprire nuove promettenti aree di business, per Bünder, tuttavia, anche nella migliore delle ipotesi, ci vorrà molto tempo prima che Uniper torni ad essere solida.
Warum die Preise steigen müssen
Perché i prezzi devono salire
Secondo il giornalista Ralf Euler anche nel trasporto pubblico non è tutto oro quel che luccica.
Lo testimonia il biglietto da 49 euro che non si è ancora affermato sul mercato, ma sta diventando chiaro che questa tanto decantata offerta speciale ha una grossa fregatura: ciò che gli utenti di autobus e treni dovrebbero ricevere in regalo da un lato - un biglietto mensile per il trasporto locale e regionale valido in tutta la Germania - dall'altro devono pagarlo a caro prezzo.
Infatti, per quanto con questo tipo di politiche il governo federale stia cercando di incrementare l’utilizzo del trasporto pubblico da parte dei cittadini tedeschi, si può notare come il Rhein-Main-Verkehrsverbund (RMV), un'associazione di trasporto pubblico nell'area del Reno-Meno, abbia registrato lo stesso incremento delle tariffe (1.5%) del 2014.
Euler sottolinea come questo sia inevitabile, visti gli esorbitanti aumenti dei costi energetici, dei salari più alti, dei miglioramenti dei servizi voluti dalla politica e anche proprio a causa del Deutschlandticket a 49 euro.
È vero che il finanziamento del trasporto pubblico locale è compito dei comuni, Euler però sostiene che d'altra parte il finanziamento dalle casse federali potrebbe aiutare a raggiungere gli obiettivi di politica climatica, dei trasporti e della mobilità del governo federale, entro il 2030.
Infatti, Euler infine sottolinea come se nei prossimi anni non arriveranno più fondi da Berlino e Wiesbaden, non sarà possibile realizzare la svolta della mobilità.
Warum die Zahl der Einbürgerungen ansteigt
Perché il numero delle naturalizzazioni è in aumento
Martedì scorso, l'Ufficio federale di statistica ha riferito che nel 2022 le naturalizzazioni hanno raggiunto il livello più alto negli ultimi vent’anni - 168.545 stranieri - e che questo è dovuto al fatto che gran parte di essi sono rifugiati che hanno soddisfatto i requisiti per la naturalizzazione - per ricevere il passaporto tedesco, vi è bisogno che la persona rimanga per un massimo di otto anni, ridotto a sei se l'integrazione è buona, nel Paese.
La giornalista Helene Bubrowski sottolinea come in realtà è negli anni Novanta che si è raggiunto il numero più elevato - più di 300.000 -, nonostante paradossalmente la legge sulla naturalizzazione in quel periodo era particolarmente restrittiva.
Secondo Daniel Thym, ricercatore sui processi migratori presso l'Università di Costanza, questo è dovuto al fatto che "Ufficialmente la Germania non era un Paese di immigrazione, ma nei retrobottega legali le autorità riuscivano a trovare soluzioni pragmatiche”.
Infatti, è nel 1993 che è stato approvato il compromesso sull'asilo che prevedeva un diritto alla naturalizzazione a determinate condizioni, il ché rendeva possibile analizzare i casi in modo più discrezionale.
Thym individua una seconda ragione per l'elevato numero di naturalizzazioni negli anni Novanta: i rimpatriati tardivi dall'ex Unione Sovietica e da altri Stati dell'Europa orientale. Tuttavia, sottolinea come, dopo il 1999, alcune modifiche legali - i rimpatri tardivi sono stati rimossi dalle statistiche perché riconosciuti come “rimpatriati di etnia tedesca” ed è stato abolito lo ius soli - hanno portato nel periodo 2000-2008 ad un calo delle naturalizzazioni: poi si assiste ad un leggero aumento negli anni 2008-2013 e ad un assestamento delle stesse tra il 2014 e il 2018 a circa 100.000 all'anno.
Kann Ungarn ein guter Gastgeber sein?
L'Ungheria può essere un buon ospite?
Il giornalista Thomas Gutschker sottolinea come il ruolo da Presidente del Consiglio UE debba essere assunto da una persona che sia capace di moderare, equilibrare e riunire i rappresentanti degli Stati Membri e come in nessun modo la stessa, durante il mandato, si possa concentrare sui propri interessi nazionali.
Gutschker evidenzia come questa sia una sfida speciale per tutti gli Stati membri, ma tuttavia riporta come per l'Ungheria, che assumerà la presidenza del Consiglio nella seconda metà del 2024, lo sai maggiormente - ma anche per la Polonia, che ricoprirà il ruolo successivamente.
Questo è chiaro anche ad alcuni deputati del Parlamento europeo, che infatti giovedì voteranno una risoluzione sulle violazioni dello Stato di diritto in Ungheria: già nella bozza ci si chiede "come l'Ungheria sarà in grado di svolgere in modo credibile questo compito nel 2024, dato il suo mancato rispetto del diritto dell'UE e dei valori dell'articolo 2 del Trattato UE, nonché del principio di leale cooperazione".
Il Consiglio, inoltre, è invitato a "trovare una soluzione adeguata nel più breve tempo possibile": in caso contrario, il Parlamento si riserva il diritto di adottare "misure appropriate".
Anche dalla Germania sono arrivate quattro voci di parlamentari che da tempo criticano lo Stato di diritto in Ungheria e che, sottolinea Gutschker, hanno già ricevuto il sostegno del governo federale tedesco: addirittura, riporta il giornalista, Anna Lührmann, Ministro di Stato per l'Europa presso il Ministero degli Esteri (Verdi), ha anche messo in dubbio che “il Primo Ministro Viktor Orbán sia dietro all'Ucraina”.
„Deutschland lebt seit Jahren von seiner Substanz“
"La Germania vive da anni della sua sostanza"
La competitività della Germania è oggetto di un acceso dibattito, visto che il Paese è agli ultimi posti in Europa in termini di crescita economica, la popolazione sta invecchiando e mentre l'America attrae investimenti, le aziende di questo Paese sono preoccupate per i prezzi dell'energia relativamente alti.
Una nuova analisi punta ora l'attenzione su un'altra area in cui la Germania è in cattiva posizione: "Rispetto a molte altre economie sviluppate, il capitale sociale della Germania ha perso notevolmente qualità negli ultimi 20 anni [...] c'è la minaccia di svantaggi nella competizione internazionale".
Il capitale sociale di un Paese comprende edifici, macchinari, strade e scuole, ma anche proprietà intellettuale derivante da ricerca e sviluppo, software e database: insieme alla forza lavoro, questo capitale sociale costituisce la base per lo sviluppo di un'economia.
Per scoprire questo, gli autori hanno messo in relazione due variabili: lo stock di capitale lordo, che comprende tutti i beni con il loro valore a nuovo, e lo stock di capitale netto, da cui si deducono gli ammortamenti.
Questo rapporto può essere utilizzato per determinare il livello di manutenzione delle fabbriche e delle infrastrutture da parte delle aziende e dello Stato: quanto più piccolo è il valore netto rispetto al valore lordo, tanto più obsoleto è lo stock di capitale.
Il risultato non è molto lusinghiero per la Germania: "Come in molti altri luoghi, il grado di modernità dello stock di capitale è diminuito - ma qui in Germania è diminuito di più, di dodici punti [...] Soprattutto per il fatto che il capitale pubblico è stato trascurato per anni”.
Chipindustrie: Die Milliardensubventionen sind auch eine Verpflichtung
Industria dei chip: I miliardi di sussidi sono anche un impegno
L’industria europea dei chip si è recentemente riunita ad Amsterdam per un simposio tecnologico in cui la protezione dell’ambiente è stata per la prima volta all’ordine del giorno. Joachim Hofer afferma che, finora l’industria aveva pubblicizzato i suoi prodotti come utili per ridurre il consumo di energia, ma ora si trova di fronte alle enormi risorse che le fabbriche consumano. Le autorità stanno scoprendo che la produzione di semiconduttori consuma grandi quantità di acqua, sostanze chimiche, gas ed elettricità. Secondo Hofer, ciò è problematico perché attualmente si stanno costruendo decine di fabbriche, anche in zone aride come l’Arizona negli Stati Uniti e nel centro tedesco dei chip Silicon Saxony a Dresda. Nonostante le industrie stanno cercando di migliorare le prestazioni dei semiconduttori e di ridurre i costi, Hofer sottolinea che dovrebbero implementare metodi di produzione sostenibili. Per tale motivo, le sovvenzioni governative dovrebbero essere accompagnate da un impegno a cambiare in senso ecologico. Con l’attuale consumo di risorse gli enormi impianti necessari saranno sempre più difficili da gestire, anche a causa della mancanza di acqua in alcune aree dell’Arizona e Dresda: “è ora che le aziende operino in modo più sostenibile”, conclude Hofer.
Robert Habecks Rezession
La recessione di Robert Habeck
Secondo Thomas Sigmund, la Germani non è vicina al miracolo economico annunciato recentemente dalla cancellaria tedesca. Inoltre, dal punto di vista climatico, l’autore dichiara che la trasformazione attuta dal governo tedesco verso un’economia neutrale è stata finora costosa. Il debole sviluppo economico è attribuito a varie ragioni, tra cui la guerra in Ucraina, i conflitti commerciali con Cina e Stati Uniti e i problemi della catena di approvvigionamento che hanno portato a un calo delle esportazioni.
Tuttavia, per Sigmund, l’attenzione del Ministro dell’Economia Robert Habeck sembra essere rivolta ad altre questioni. Dopo essersi lasciato alle spalle la cosiddetta vicenda del testimone, ora sta affrontando un conflitto di coalizione sulla sua legge sul riscaldamento. Per rilanciare la crescita, Habeck dovrebbe prestare maggiore attenzione agli investimenti del settore privato.
L’accordo di coalizione prevede misure come il “super ammortamento” per incentivare gli investimenti nella protezione del clima e nella digitalizzazione. Ciononostante, il ministro delle Finanze Christian Lindner è ancora indeciso, nonostante abbia fatto campagna elettorale a favore degli ammortamenti. Un problema è che alcuni membri dei Verdi non vedono la crescita zero come un problema, in quanto la considerano un modo per salvare il clima. Tuttavia, si ignora il fatto che una recessione colpisce sempre i più deboli: “si spera che Habeck superi l’attuale situazione e riporti il suo partito e il Paese sulla strada della crescita”, conclude Sigmund.
Die Inflation sinkt, doch Lagardes Hand darf jetzt nicht zittern!
L’inflazione è in calo, ma la mano della Lagarde non deve tremare ora!
Jens Münchrath riporta che, a maggio il tasso d’inflazione in Germania è sceso al 6,1%, mentre il tasso d’inflazione di fondo, che esclude i prezzi dei generi alimentari e dell’energia, dovrebbe essere sceso dal 5,8 al 5,3%. Nonostante i tassi di inflazione in calo siano incoraggianti, sono ancora superiori di oltre quattro punti percentuali all’obiettivo di inflazione della BCE. Inoltre, un’inflazione del 6,1% significa che i prezzi sono ancora in aumento rispetto all’anno precedente. Con i salari in forte aumento, le aziende si trovano ad affrontare la prossima grande ondata di costi, che trasferiranno ai clienti. Ciò aumenta la pressione inflazionistica a medio termine e il pericolo di una spirale salari-prezzi. Con una crescita appena misurabile e tassi di inflazione prevedibili più vicini al quattro per cento che all’obiettivo della BCE del due per cento, gli economisti parlano di stagflazione, che non è una prospettiva promettente. Altre economie europee come Francia, Spagna e Italia hanno una situazione economica migliore, ma soffrono di un elevato debito pubblico.
Nonostante il calo dei tassi d’inflazione, “la mano della Presidente della BCE Lagarde non deve tremare” bensì mantenere in rialzo i tassi d’interesse, soprattutto perché il suo approccio esitante all’inizio dell’aumento dei tassi d’inflazione ha influito sulla fiducia e oltre ai rischi a medio termine, ci sono anche sfide a lungo termine come la costosa transizione energetica, il problema demografico e il protezionismo globale.
Chinas Erholung stockt, die Perspektiven sind mau
La ripresa della Cina vacilla, le prospettive sono desolanti
Dana Heide analizza l’attuale situazione economica della Cina e afferma che la ripresa della seconda economia mondiale è in fase di stallo. La ripresa dopo la revoca delle restrizioni della politica contro il Covid-19 è stata più debole del previsto. Mentre a maggio l’indice dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero è sceso per il secondo mese consecutivo al di sotto della soglia critica dei 50 punti, le vendite al dettaglio e la produzione industriale hanno disatteso le aspettative degli analisti.
In passato, il governo cinese avrebbe sostenuto l’economia con misure da miliardi, ma anche durante la pandemia ha fatto ricorso a tali mezzi solo in misura limitata. Heide dichiara che le risorse finanziarie dello Stato sono limitate, soprattutto a livello regionale. Le drastiche restrizioni hanno causato costi elevati e la crisi immobiliare porta a una mancanza di entrate dalla vendita dei terreni.
Secondo Heide, le aziende tedesche dovrebbero monitorare attentamente gli sviluppi in Cina, poiché il settore industriale cinese si sta già riflettendo in un forte calo delle esportazioni tedesche verso la Cina (soprattutto per quanto riguarda l’industria automobilistica).
Grüner Werteimperialismus im Handel bringt den Westen nicht weiter
L’imperialismo dei valori verdi nel commercio non porta l’Occidente da nessuna parte
Moritz Koch riporta che di recente il Cancelliere Olaf Scholz ha sottolineato la necessità dell’UE di cercare partenariati con Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina che agiscano da pari a pari.
Scholz sostiene fortemente l’accordo di libero scambio con i Paesi del Mercosur in Sud America e vede la possibilità di concludere accordi simili con molti altri Paesi nel lungo periodo. Tuttavia, Koch afferma che all’interno della coalizione di Scholz il pensiero eurocentrico è ancora presente, soprattutto nell’ala sinistra dei Verdi. Koch dichiara che i Verdi sono preoccupati per l’accordo commerciale con i Paesi del Mercosur, in quanto ritengono che la protezione della foresta pluviale non sia abbastanza estesa. L’offerta di apertura del mercato è ora vista come uno strumento di potere per interferire negli affari interni degli Stati amazzonici. Dietro le presunte buone intenzioni c’è l’idea che gli europei siano migliori giudici di ciò che è buono e giusto per l’America Latina rispetto ai governi democraticamente eletti del Paese. Koch critica tale approccio come super-insegnamento e lo definisce “imperialismo dei valori”. Le democrazie occidentali non hanno più il potere esclusivo di determinare le regole dell’economia globale. In questo nuovo ordine mondiale, l’UE rischia di avvicinare ancora di più l’America Latina alla Cina. Gli europei si sarebbero danneggiati economicamente e geopoliticamente senza aver protetto nemmeno un ettaro di foresta pluviale, custode di enormi quantità di CO2 importante per il mondo intero. Per tale motivo è stato inserito un capitolo sulla sostenibilità nell’accordo Mercosur, destinato a fallire se i Verdi non dovessero cambiare il loro atteggiamento.
Risikofaktor China – Deutschland ist schwächstes Glied Europas
Fattore di rischio Cina - La Germania è l’anello debole dell’Europa
Dopo la Russia, Moritz Koch afferma che la prossima grande sfida dell’UE consiste nell’affrontare la Cina. Koch riporta che, attualmente viene discusso il concetto di “derisking”, che prevede un intervento più selettivo nelle aree legate alla Cina per evitare la coercizione economica. Per l’autore la Germania è l’anello più debole dell’Europa, poiché le sue dipendenze limitano il margine di manovra dei membri europei: “poiché i singoli Stati dell’UE sono strettamente interconnessi attraverso il mercato unico europeo, l’economia europea è forte solo quanto il suo anello più debole…nessun altro Paese ha permesso alle sue grandi imprese di legarsi così strettamente alla Cina”, afferma Koch.
L’autore suggerisce alla Germania di diventare più resiliente dal punto di vista economico il prima possibile e non limitarsi a una graduale diversificazione. Le infrastrutture critiche tedesche sono in parte attrezzate dalla Cina, il che rende la Germania vulnerabile al ricatto. Inoltre, il Cancelliere tedesco non appoggia le preoccupazioni del ministro degli Interni riguardo a Huawei.
Infine, l’autore riporta le critiche da parte della Commissione UE nei confronti della Germania perché i fornitori cinesi di tecnologia stanno guadagnando quote di mercato e Berlino sembra accettare solo una mezza inversione di tendenza: “senza la leadership tedesca, è chiaro a tutti a Bruxelles che la strategia di “derisking” non può avere successo”, conclude Koch.