Quella che segue è la Rassegna della stampa tedesca, curata dalla redazione di Stroncature, su commissione della Fondazione Hanns Seidel Italia/Vaticano. La rassegna ha cadenza settimanale ed è incentrata sui principali temi del dibattito politico, economico e sociale in Germania.
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La rassegna, nella sua configurazione standard, è a cadenza settimanale ed è incentrata sulle "questioni globali". Include le seguenti testate: Washington Post, New York Times, Wall Street Journal, Foreign Affairs (STATI UNITI), Financial Times, The Economist, The Guardian (GRAN BRETAGNA), Le Monde, Le Figaro (FRANCIA), Frankfurter Allgemeine Zeitung, Süddeutsche Zeitung, Handelsblatt (GERMANIA), El Pais, El Mundo (SPAGNA), O Globo, Folha de S.Paulo (BRASILE); South China Morning Post, Global Times, Quotidiano del Popolo (CINA); Asahi Shimbun, Yomiuri Shimbun, Nihon Keizai Shinbun (GIAPPONE); The Hindu, The Times of India (India); Herald Sun, The Daily Telegraph (AUSTRALIA); Toronto Star, The Globe and Mail (CANADA); The Chosun Ilbo, The Dong-a Ilbo (COREA DEL SUD)
So verspielt Deutschland seine Zukunft
Ecco come la Germania si gioca il suo futuro
Il giornalista Helmut Martin-Jung riporta come, nonostante gli ambiziosi progetti e promesse da parte della coalizione del semaforo, una recente indagine, commissionata dalla Bundesvereinigung der Deutschen Arbeitgeberverbände (BDA), ha rivelato che la Germania, pur essendo una delle principali nazioni industriali d'Europa, rischia di perdere il treno della digitalizzazione.
Nello specifico gli autori della ricerca, Christoph Bornschein ed Enzo Weber, sottolineano come innanzitutto ci siano gravi lacune nell'educazione informatica nelle scuole tedesche: “Questo divario tra necessità e realtà si manifesta anche in altri settori, come quello della digitalizzazione dei servizi amministrativi e nella comprensione e applicazione delle competenze digitali da parte della popolazione in generale”.
La lentezza della Germania nella digitalizzazione viene attribuita, secondo gli autori dello studio, al successo industriale del Paese che ha avuto in passato: “Molti, invece di sperimentare e innovare, sono inclini a difendere le realizzazioni esistenti. È evidente che il Paese ha bisogno di una rinnovata spinta verso la digitalizzazione per rimanere competitivi a livello globale. Se non affrontata adeguatamente, questa mancanza di progresso potrebbe avere gravi ripercussioni sulla posizione economica e industriale della Germania nel futuro”.
Schon hämmern sie wieder
Stanno già martellando di nuovo
Il giornalista Paul-Anton Krüger riporta come la FDP - Partito liberale democratico - abbia recentemente rilanciato il dibattito sul nucleare, suggerendo di interrompere lo smantellamento delle centrali ancora funzionanti - proponendo di fatto di fare marcia indietro rispetto alla decisione di uscire dall'energia nucleare, datata 15 aprile - per poter far fronte agli elevati prezzi dell’energia.
Tuttavia, secondo Krüger, è improbabile che ciò accada finché i Verdi faranno parte del governo federale: “Per riattivare le centrali, sarebbe necessario modificare nuovamente la legge sull'energia nucleare, ottenere nuove autorizzazioni e sottoporre gli impianti a revisioni approfondite. Il mero fatto di mantenere le strutture senza procedere allo smantellamento avrebbe comunque costi significativi”.
L'obiettivo principale di tale proposta sembra essere, osserva Krüger, più politico che pratico: “Mettere in evidenza la responsabilità dei Verdi, ora guidati dal ministro delle Finanze Christian Lindner, per gli elevati prezzi dell'energia in Germania. Questa mossa è stata vista da molti come un tentativo di guadagnare punti in un contesto politico complesso. Tuttavia, ciò che sarebbe davvero necessario è un dibattito costruttivo su nuovi approcci tecnologici nel campo nucleare, come la fusione, che produce pochissimi rifiuti radioattivi”.
Warum die Inflation so hartnäckig ist
Perché l'inflazione è così persistente
Harald Freiberger riporta come la Germania stia continuando a sperimentare un notevole aumento dei prezzi - ad agosto si è attestato a circa il 6,1%, leggermente inferiore al 6,2% di luglio - non solo a causa della crisi energetica e alimentare, derivata dall’invasione russa in Ucraina, che ha avuto un impatto sostanziale sull’economia nazionale.
Infatti, Freiberger sottolinea anche come sia le restrizioni della produzione di petrolio da parte dell'OPEC, sia le misure temporanee di sostegno, introdotte l'anno precedente dalla coalizione semaforica, abbiano influenzato significativamente l’aumento dei prezzi.
Infine, Freiberger evidenzia che, seppur ci si aspetta che il tasso di aumento diminuirà in modo significativo a settembre, quando l'effetto di queste misure scomparirà dai calcoli annuali, alcuni economisti prevedono una "quarta onda" legata al significativo aumento salariale previsto in tutta Europa, che potrebbe far aumentare i prezzi dei servizi in Germania - anche se gli esperti sottolineano che altri fattori, come i prezzi dell'energia inferiori, potrebbero controbilanciare l'aumento dei costi lavorativi nel 2024.
Aiwanger räumt Fehler ein
Aiwanger ammette gli errori
Katja Auer, Roman Deininger, Andreas Glas e Johann Osel sottolineano come Hubert Aiwanger, Vice Ministro-Presidente della Baviera e Ministro dell'Economia, sotto pressione per un volantino diffamatorio, si è scusato per la prima volta: “In una dichiarazione alla stampa convocata d'urgenza giovedì al Ministero dell'Economia di Monaco, ha espresso profondo rammarico per aver potuto ferire i sentimenti delle persone a causa del suo comportamento relativo al volantino in questione e ad altre accuse relative alla sua gioventù”.
I giornalisti spiegano come, questa settimana, l’SZ sia venuta a conoscenza che nel 1987/88 Aiwanger è stato punito dal comitato disciplinare della scuola in quanto nella sua cartella scolastica era stato trovato un volantino di estrema destra: “Aiwanger ha ammesso questi fatti, ma successivamente suo fratello maggiore si è dichiarato autore del volantino. Aiwanger ha anche respinto resoconti di compagni di classe riguardo ad altri episodi, sostenendo di non aver mai fatto il saluto nazista o aver recitato discorsi di Hitler davanti a uno specchio”.
Infine, il giornalista riporta come la situazione politica è tesa: “Mentre il partito Freie Wähler sostiene ancora Aiwanger, circolano voci di insoddisfazione per la sua comunicazione inadeguata. Una sessione speciale sul caso Aiwanger è prevista per giovedì prossimo nel parlamento bavarese. Si prevede che Söder prenderà delle misure prima di tale sessione”.
Ein bisschen Einigkeit
Un po' di unità
Il giornalista Paul-Anton Krüger riporta come la riunione del gabinetto, presso il castello di Meseberg, ha trasmesso un messaggio inequivocabile, sottolineato con grande consenso dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz (SPD), dal suo vice, il Ministro dell'Economia Robert Habeck (Verdi), e dal Ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP): “Abbiamo compreso la situazione attuale. L'obiettivo primario è ora stimolare la crescita economica, attraverso sgravi fiscali per le imprese, una nuova iniziativa per la riduzione della burocrazia e una spinta verso la digitalizzazione”.
Tuttavia, secondo Krüger, queste iniziative sono lampanti di quello che la coalizione semaforica vuole evitare di risolvere - come attuare una politica economica e di bilancio solida e coerente - essendo che le divergenze tra i partiti sono troppo marcate.
Infatti, Krüger sostiene che: “I Verdi chiedono maggiori sovvenzioni e nuovi investimenti statali, mentre figure di spicco del partito preferirebbero sospendere il freno al debito, una mossa che non viene vista di buon occhio da Lindner e dal suo predecessore Scholz.
L'SPD appoggia sussidi industriali e maggiori spese pubbliche finanziati da tasse sui redditi più alti, Lindner si oppone a tali proposte. La CDU, al contrario, prevede di bloccare alcune iniziative legislative, proponendo invece l'abolizione della tassa di solidarietà, una mossa che potrebbe creare ulteriori tensioni nella coalizione”.
Alla luce dell'attuale situazione economica - caratterizzata da una ridotta domanda estera e da pressioni inflazionistiche interne, che potrebbe portare ad una riduzione delle entrate fiscali - e di queste divergenze politiche, secondo Krüger, il prossimo bilancio statale sarà difficile da disegnare.
Georgien und Moldau sollen "sichere Herkunftsstaaten" werden
Georgia e Moldavia diventeranno "paesi di origine sicuri".
Il giornalista Jan Bielicki sottolinea come, dopo lunghi mesi di dibattito all'interno della coalizione del semaforo, il governo tedesco intende classificare la Georgia e la Moldavia come paesi d'origine sicuri, come risulta da una bozza di legge inviata dal Ministero federale degli Interni alle associazioni di aiuto ai rifugiati questa settimana.
L'intento, riporta Bielicki, è di inserire questi due paesi nell'elenco di quelli dove, secondo il legislatore, non si sospetta un pericolo di persecuzione: “Di conseguenza, le domande d'asilo presentate dai cittadini di tali paesi vengono generalmente respinte come "chiaramente infondate" dall'Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati”.
La ragione di questa nuova classificazione, secondo Bielicki, risiede nel tasso molto basso di riconoscimento dei richiedenti asilo provenienti da entrambi i paesi: “Nel 2022, solo uno su 1.000 georgiani o moldavi in cerca di protezione è stato riconosciuto come rifugiato”.
Nonostante ciò, sottolinea Bielicki, è probabile che questa nuova classificazione non cambierà molto per i richiedenti asilo di questi paesi, dato che nel 2022 i tempi medi dei procedimenti d'asilo per i moldavi e i georgiani erano rispettivamente di 1,7 e 2,9 mesi, quindi molto brevi: per fare un paragone per i richiedenti asilo provenienti dal Ghana e dal Senegal – entrambi già classificati come paesi di origine sicuri – ci è voluto molto più tempo, ovvero 10,7 e 7,6 mesi.
Selbstbewusste Nachrichtendienste für eine liberale Demokratie
Servizi di intelligence sicuri di sé per una democrazia liberale
Questo articolo è stato scritto da Konstantin Kuhle, vicepresidente del gruppo parlamentare PLR al Bundestag tedesco, e da Stephan Thomae, segretario parlamentare del gruppo parlamentare FDP.
“In un contesto di crescenti minacce alla sicurezza sia interna che esterna, in Europa, si pone la questione dell'efficienza dei servizi segreti tedeschi. Il pubblico ha avuto l'impressione che il Bundesnachrichtendienst (il servizio segreto estero tedesco) fosse stato colto di sorpresa in seguito al cosiddetto "Wagner-Aufstand" in Russia a giugno. Pochissime settimane dopo, due ex presidenti del servizio segreto estero tedesco hanno chiesto più poteri per l'ente, definendo il BND un "cane da guardia senza denti" e attribuendo la responsabilità di ciò principalmente al controllo politico e parlamentare che, secondo loro, ostacolerebbe il lavoro dell'agenzia.
Gli attacchi alle agenzie di intelligence non tengono conto della loro relazione con la Costituzione che sono chiamate a proteggere. I servizi segreti tedeschi informano il governo sulle minacce alla sicurezza e giocano un ruolo cruciale nella protezione dell'ordine costituzionale del paese. Questo principio è riflesso nel nome stesso del servizio di sicurezza interno, il "Bundesamt für Verfassungsschutz". Pertanto, la struttura della Costituzione tedesca, che include un solido stato di diritto e la tutela dei diritti fondamentali, non dovrebbe essere vista come una debolezza, ma come la base della loro operatività. [...] La struttura attuale di controllo appare frammentata e poco chiara. Al fine di migliorare l'efficacia e l'efficienza di tale controllo, è fondamentale una migliore integrazione di tutte le istanze di controllo. In questo quadro, è essenziale che una democrazia liberale sia dotata degli strumenti necessari per difendersi, ma tali strumenti devono operare sotto un rigoroso controllo istituzionale e parlamentare. Questo non indebolisce i servizi segreti, ma rafforza piuttosto e legittima il loro lavoro”.
Alarmierende Befunde zur Bildung in Deutschland
Risultati allarmanti sull'istruzione in Germania
La giornalista Heike Schmoll riporta come l'Iniziativa Nuova Economia Sociale di Mercato (INSM) e l'Istituto Ifo di Monaco hanno rilevato che negli ultimi dieci anni c’è stato un significativo deterioramento nel livello dell'istruzione - valutando i risultati educativi da una prospettiva economica.
Nello specifico, il monitoraggio dell'istruzione dell'INSM prende in esame vari aspetti come gli investimenti per studente, le condizioni di supporto dall'asilo all'università, l'efficienza temporale, i risultati in lettura e matematica, la povertà educativa e la digitalizzazione: “Gli stati di Sassonia, Baviera e Turingia sono i migliori in termini di risultati educativi, ma anche lì il livello è diminuito o è aumentato solo leggermente. In contrasto, gli stati di Brandeburgo, Berlino e Brema sono molto indietro”.
Inoltre, l'INSM enfatizza la necessità di estendere l'istruzione nella prima infanzia, aumentare l'autonomia scolastica, svolgere esami comparativi annuali in tutte le classi e migliorare l'amministrazione.
L’ifo, invece, ha condotto un sondaggio rappresentativo, denominato "Bildungsbarometer", che ha rilevato una valutazione negativa delle scuole da parte dei tedeschi: “Gli intervistati identificano la carenza di insegnanti come il problema principale, seguito dalla mancanza di fondi per l'istruzione e dalla lentezza del sistema. Mentre una forte maggioranza appoggia esami di maturità uniformi in tutta la Germania e test comparativi in matematica e tedesco, una maggioranza ristretta si oppone all'insegnamento sull'intelligenza artificiale e sui chatbot nelle scuole”.
Im Süden ja, im Osten nein – Union beklagt fehlende Grenzkontrollen
Sì a sud, no a est - L'Unione lamenta la mancanza di controlli alle frontiere
La giornalista Helene Bubrowski sottolinea come il conflitto in materia di politica migratoria è divenuto sempre più evidente in Germania: “Recentemente, il Ministro dell'Interno della Sassonia, Armin Schuster (CDU), ha manifestato la sua frustrazione nei confronti della Ministra Federale dell'Interno, Nancy Faeser (SPD), accusandola di inattività, in particolare sulla questione dei controlli alle frontiere”.
Questo perché Sassonia e Brandeburgo - sostenuti da alcune frazioni dell'Unione nel Bundestag e dalla Federazione della Polizia Federale - chiedono da mesi che la polizia federale venga dispiegata non solo alla frontiera austriaca, ma anche a quelle polacca e ceca, data le crescenti entrate illegali da queste zona - tra gennaio e luglio, il numero di ingressi illegali dalla frontiera polacca è aumentato del 144% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Bubrowski, tuttavia, riporta come la Ministra Faeser ha sottolineato che l'introduzione di controlli alle frontiere potrebbe avere gravi ripercussioni sulle persone che vivono in queste aree e come vi sia il parere secondo cui la polizia federale avrebbe difficoltà a monitorare la frontiera orientale a causa del gran numero di piccoli passaggi, anche se la stessa polizia federale ha affermato di essere pronta ad assolvere questo compito se richiesto.
Die beste Integration gelingt durch Arbeit
La migliore integrazione è il lavoro
L’articolo è stato redatto da Alexander Throm (CDU), portavoce per la politica interna del gruppo parlamentare CDU/CSU al Bundestag
“In Germania, nonostante una significativa presenza di stranieri e rifugiati che hanno cercato asilo, molti settori lamentano una carenza di manodopera. Curiosamente, gran parte di questi rifugiati provenienti da paesi come Siria, Iraq e Afghanistan, pur essendo idonei e autorizzati al lavoro, dipendono dagli aiuti sociali, anche se vivono in Germania da anni. A confronto, solo il 21% di tutti gli stranieri e il 5% dei tedeschi ricevono tale aiuto. Nonostante ciò, la Germania sta ulteriormente aprendo il suo mercato del lavoro a lavoratori poco qualificati da tutto il mondo”.
L'articolo suggerisce che sia necessario un maggiore impegno per integrare queste persone nel mercato del lavoro, sottolineando che la vera integrazione avviene attraverso il lavoro e
sottolinea l'importanza di allontanarsi dalla falsa idea che i rifugiati non possono lavorare o che le loro qualifiche non vengono riconosciute rapidamente.
La proposta è quella quindi di integrarli nella società attraverso il lavoro, offrendo opportunità che vanno oltre l'aspetto economico, permettendo contatti sociali, l'applicazione della lingua e l'accesso alle strutture quotidiane e alla cultura.
Per raggiungere tale integrazione, l'articolo propone l'idea di servizi di integrazione obbligatori in settori no profit per coloro che non hanno ancora un lavoro regolare: “Queste attività, oltre a favorire l'apprendimento della lingua e la strutturazione della giornata, offrono una panoramica della vita lavorativa tedesca”.
„Der Investmentmarkt ist quasi tot“
"Il mercato degli investimenti è praticamente morto”
Il giornalista Jonas Jansen riporta come Mathias Düsterdick, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Gerchgroup, ora insolvente, ha recentemente affrontato la stampa per rassicurare sul futuro dei progetti immobiliari avviati nelle grandi città tedesche, in quanto a seguito della domanda di insolvenza autogestita avanzata la settimana scorsa dal Gerchgroup, si sollevano dubbi sul futuro di ampie iniziative in città come Düsseldorf, Colonia e Francoforte.
Jansen spiega come la Gerchgroup, fondata nel 2015, gestisce nove progetti con un volume totale di quattro miliardi di euro: “La società si concentra principalmente sullo sviluppo di quartieri ad uso residenziale e uffici. Attualmente, solo le quattro società principali del gruppo sono colpite dall'insolvenza, e non le società di progetto. Molti progetti sono in fasi diverse di sviluppo. A causa delle difficoltà finanziarie e di una serie di circostanze avverse, compresi ritardi nei pagamenti e ritiri di partner commerciali, Gerch ha dovuto affrontare gravi difficoltà finanziarie, tanto da non poter coprire salari e affitti”.
Infine, sottolinea Jansen, sebbene vi siano molte incertezze sul futuro, Düsterdick rimane ottimista riguardo alla capacità dell'azienda di evitare l'insolvenza per le sue società di progetto: “Una società legale è stata incaricata di produrre una relazione entro la fine di ottobre, dopo di che verrà avviata la procedura di insolvenza. L'obiettivo è garantire che i progetti in corso vengano portati a termine e che siano redditizi per gli investitori, sottolineando la serietà con cui i progetti sono stati calcolati anche in tempi difficili”.
Studie: Deutschland erreicht E-Auto-Ziele nur mit Chinas Hilfe
Studio: la Germania raggiungerà gli obiettivi delle e-car solo con l'aiuto della Cina
Il giornalista Tobias Piller riporta una ricerca condotta da Deloitte che suggerisce che l'obiettivo della coalizione del semaforo, di avere 15 milioni di auto elettriche sulle strade nazionali entro il 2030, potrebbe non essere raggiunto senza l’aiuto di fornitori esteri.
Nel senso che, se si basa la produzione di auto elettriche su fornitori tedeschi, Deloitte stima che ci saranno solo 11,7 milioni di veicoli elettrici in Germania entro il 2030: “Se però si presuppone che i fornitori cinesi abbiano un vantaggio in termini di costi di 2.000 euro per batteria per auto elettrica, la situazione cambia: ciò significherebbe più auto elettriche a basso costo sul mercato automobilistico tedesco e 1,3 milioni di auto elettriche a batteria in più immatricolate entro il 2030. Allo stesso tempo, la quota di mercato della Cina sulle strade tedesche salirebbe al 18%, mentre quella dei produttori tedeschi scenderebbe al 41%”.
Piller sottolinea che il vantaggio in termini di costi di 1000-2000 euro per batteria dei produttori cinesi si spiega con il loro controllo sull'intera catena del valore: “Questi produttori, infatti, hanno assicurato l'accesso alle materie prime in anticipo, ottenendo prezzi vantaggiosi e producendo in modo efficiente e a basso costo nel proprio paese. Le aziende cinesi detengono oltre il 50% della lavorazione delle principali materie prime per batterie, risultando in un vantaggio di costo che varia tra il 13% e il 27% per una batteria da 60 kWh”.
Olaf Scholz trickst beim Verteidigungshaushalt. Na und?
Olaf Scholz imbroglia il bilancio della difesa. E allora?
Sin dalla sua nascita, l’attuale governo tedesco ha fatto uso di varie strategie di bilancio. Recentemente, si è sollevata una polemica quando si è scoperto un presunto nuovo stratagemma legato al bilancio della difesa. La questione centrale riguarda la promessa del Cancelliere Olaf Scholz di spendere il 2% per la difesa, un impegno spesso definito “quota NATO”. Si sostiene che Scholz stia ricorrendo a manovre contabili per includere, nel calcolo di questa quota, le spese per interessi e le spese militari di altri ministeri, in modo da raggiungere l’obiettivo prefissato. Queste azioni sono state criticate sia dall’opposizione sia dai media.
Tuttavia, Martin Greive sostiene che il Cancelliere sta facendo ciò che molti altri hanno fatto prima di lui: includere tutte le spese possibili nella quota per soddisfarla. Questa controversia dimostra quanto sia incoerente e poco sensata la “quota NATO”.
La quantità di spesa non riflette necessariamente la qualità delle forze armate. L’obbligo di spendere il 2% del PIL per la difesa può spingere i Paesi a “gonfiare” artificiosamente le cifre. Ad esempio, la Francia ha incluso il bilancio dei vigili del fuoco di Parigi come contributo alla NATO, e la Spagna ha fatto lo stesso con i suoi aerei antincendio. Anche gli Stati Uniti potrebbero non spendere quanto dichiarano, poiché le forze armate presenti nel Pacifico non sono assegnate alla NATO.
In conclusione, mentre Scholz sarà chiamato a dimostrare il suo impegno nella difesa al prossimo vertice NATO a Washington, secondo Greive, la Germania dovrebbe concentrarsi sulle reali necessità delle sue forze armate piuttosto che su quote arbitrarie. Anche se ciò potrebbe significare meno prevedibilità per l’industria dell’armamento, sarebbe un approccio molto più razionale dal punto di vista militare.
Die Ampel verspielt Deutschlands ökonomische Zukunft
Il semaforo mette a repentaglio il futuro economico della Germania
Nell’articolo scritto da Thomas Sigmund, emerge una critica all’attuale governo tedesco. Durante l’era Merkel c’era una certa prevedibilità e le aziende operavano in un clima di relativa stabilità.
Tuttavia, con l’insediamento di Olaf Scholz come Cancelliere, si sono osservate notevoli differenze. Sebbene la nuova leadership abbia gestito in modo adeguato la crisi dell’Ucraina e l’emergenza energetica, l’introduzione di nuove leggi, come quella relativa al riscaldamento, ha generato preoccupazione tra gli imprenditori. Questi ultimi vedono una diminuzione della stabilità e un maggiore coinvolgimento in decisioni politiche altalenanti, che percepiscono come dannose per l’economia.
Sigmund sottolinea che la Germania non rappresenta più la potenza economica d’Europa come un tempo. Di fronte a sfide trasformative di enorme portata, come la transizione verso un’economia più verde e digitale, il Paese si confronta con una crescita lenta, mancanza di personale qualificato e un’inflazione crescente.
La prevedibilità dell’azione governativa è vista come essenziale in questo contesto. Tuttavia, il governo attuale viene criticato per la sua apparente incoerenza e il frequente cambiamento di posizioni, rendendo difficile per le aziende pianificare il futuro.
Un altro punto critico riguarda la discussione su diverse misure economiche, tra cui la regolazione dei prezzi dell’energia industriale, l’IVA e la regolamentazione del debito. Questi dibattiti sono spesso ritardati o non conclusivi, portando molte aziende a considerare l’espansione all’estero, dove le condizioni possono essere più favorevoli.
Sigmund conclude con un riferimento al crescente miglioramento della burocrazia, percepito come l’unico elemento costante. La proposta di una nuova legge sulla registrazione del tempo di lavoro è citata come esempio di come il governo stia, secondo l’autore, gestendo il Paese in modo non ottimale.
Peking schafft Fakten: Weniger deutsche Exporte nach China
Pechino crea fatti: meno esportazioni tedesche verso la Cina
Christian Rickens riporta che da diversi mesi, la Germania è impegnata in un dibattito su quanto la sua economia debba dipendere dal mercato cinese e quanto distacco sia necessario per ridurre i rischi legati alla Cina ad un livello accettabile. Nel frattempo, mentre il Paese europeo riflette su questi aspetti, Pechino sembra agire in modo decisivo, riducendo di fatto l’importanza delle importazioni da altri Paesi.
Una recente indagine condotta dall’Istituto di Economia Mondiale di Kiel (IfW) ha rivelato una diminuzione dell’importanza delle esportazioni tedesche verso la Cina. Ciò non avviene perché la Germania sta cercando di ridurre la sua dipendenza economica dalla Cina. Al contrario, è la Cina che sta cercando di diventare più autonoma rispetto alle importazioni provenienti da Berlino.
L’analisi dell’IfW ha mostrato che le esportazioni tedesche verso la Cina stanno diminuendo da anni. Tra il 2018 e il 2022, ci fu una riduzione del 7,5% a prezzi costanti. Se nel 2020 il 7,9% delle merci esportate dalla Germania era diretto verso la Cina, questa percentuale è diminuita al 6,2% nella prima metà dell’anno corrente. Come afferma Vincent Stamer, autore dello studio IfW, ciò indica che “l’esportazione verso la Cina sta perdendo importanza come motore di crescita per l’economia tedesca”.
China und USA: Eine Reise entblößt die gegenseitige Abhängigkeit
Cina e Stati Uniti: un viaggio rivela l’interdipendenza
Durante la sua recente visita a Pechino, Gina Raimondo, l’attuale Ministro del Commercio degli Stati Uniti sotto la presidenza di Joe Biden, ha sorprendentemente assunto un tono conciliante. Pur essendo un sostenitore di una linea aggressiva verso il grande rivale cinese, ha suggerito uno scambio regolare di informazioni su questioni commerciali e di investimento tra le due nazioni. Questo segna il primo dialogo formale tra le due potenze economiche dopo un lungo periodo di raffreddamento.
La motivazione di questa nuova apertura sembra derivare da una necessità reciproca. Considerando un volume di affari annuo di 700 miliardi di dollari statunitensi, gli USA hanno molto in gioco nel rapporto con la Cina. Attualmente, Pechino sta attraversando un periodo di debolezza economica. Parallelamente, gli analisti statunitensi mettono in guardia contro un crescente rischio di recessione nel loro Paese.
Secondo Annett Meiritz, queste due potenze si sono rese conto di aver bisogno l’una dell’altra più di quanto potesse suggerire la retorica prevalente sia a Washington sia a Pechino. Un esempio lampante di questa interdipendenza è stata la richiesta di Raimondo affinché Boeing potesse riprendere le consegne dei suoi aerei 737-Max in Cina, dopo un lungo stop. Questa mossa potrebbe portare significativi benefici economici per Boeing, sottolineando che gli Stati Uniti non possono facilmente rinunciare alla potenza del mercato cinese. Tuttavia, la politica di contenimento prosegue, in particolare in settori legati alla sicurezza. Di recente, la Casa Bianca ha annunciato l’intenzione di vietare alcuni investimenti statunitensi in tecnologie sensibili in Cina e si prevedono nuovi controlli alle esportazioni per l’industria dei semiconduttori cinesi. Allo stesso tempo, la Cina continua a minacciare Taiwan e ostacola le attività di aziende statunitensi come Intel e Micron.
Attualmente, la strategia bilaterale appare duplice: mostrare forza a livello superiore mentre si permette un certo pragmatismo a livelli inferiori. Nonostante ci possa essere una ripresa dei toni forti in futuro, al momento, Pechino e Washington sembrano concordare su una base minima di pragmatismo, riconoscendo la necessità di cooperare in alcune aree chiave.
Die Krise der Offshore-Windindustrie hat gerade erst begonnen
La crisi dell’industria eolica offshore è appena iniziata
Secondo Kathrin Witsch, la crisi nel settore dell’energia eolica offshore sta prendendo piede. Recentemente, il gigante energetico Vattenfall ha sospeso un grande progetto eolico nel Regno Unito, mentre Orsted, il principale operatore offshore al mondo, ha annunciato una perdita di 730 milioni di dollari. La causa principale di questi sviluppi sfavorevoli è l’aumento dei costi dei progetti dovuti a ritardi nella fornitura, inflazione e crescenti tassi d’interesse, rendendo molte di queste iniziative poco redditizie per le aziende.
In Europa, attualmente, vengono prodotte turbine eoliche con una capacità totale di sette gigawatt all’anno, ma per soddisfare la domanda, questa capacità dovrebbe essere ampliata a 20 gigawatt. Ciò richiederebbe investimenti significativi, ma molti produttori di turbine sono attualmente in crisi.
Orsted ha riscontrato problemi anche con i suoi progetti negli Stati Uniti, dove i ritardi nelle forniture e la mancanza di agevolazioni fiscali previste hanno causato problemi. Allo stesso tempo, i crescenti tassi d’interesse negli Stati Uniti stanno mettendo ulteriormente sotto pressione sia i progetti offshore che quelli terrestri.
Tale situazione è ulteriormente complicata da una combinazione di fattori come l’inflazione e le carenze di approvvigionamento.
Le aziende stanno cercando di anticipare questi problemi ma i costi continuano a crescere, come nel caso del progetto eolico di Vattenfall nel Regno Unito, che è stato sospeso a causa dell’aumento dei costi fino al 40%.
Gli esperti del settore prevedono una carenza definitiva tra la domanda e le capacità produttive a partire dal 2025. Nonostante queste sfide, la domanda rimane alta. Ad esempio, RWE ha recentemente vinto un’asta per costruire un parco eolico nel Golfo del Messico. Tuttavia, questo progetto potrebbe presentare sfide significative a causa delle condizioni geografiche e climatiche dell’area.
Per Witsch, questi problemi potrebbero avere un impatto significativo sulla transizione energetica e sugli obiettivi climatici a lungo termine.
Der nächste Rohstoffschock kommt
Il prossimo shock delle materie prime sta arrivando
Secondo Jakob Blume, la recente tranquillità nella disponibilità di risorse chiave come il gas, l’alluminio e il diesel potrebbe indurre a pensare che la questione della sicurezza delle forniture non sia una priorità per le aziende tedesche. Tuttavia, un sondaggio condotto dalla società di consulenza Inverto suggerisce che, anche se la percezione del rischio sia diminuita rispetto al 2022, vi è ancora una tendenza predominante a guardare la questione della fornitura di materie prime con una prospettiva a breve termine. Questo nonostante le significative perturbazioni logistiche e di mercato verificatesi tra il 2020 e il 2022.
La futura transizione verde dell’economia potrebbe alterare profondamente la dinamica di offerta e domanda di molte risorse. Pertanto, ignorare la preparazione per un possibile futuro shock delle materie prime sarebbe imprudente. Le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime negli ultimi tre anni sono state senza precedenti. Queste volatilità mostrano l’importanza per le aziende di garantire a lungo termine l’approvvigionamento di risorse critiche, diversificando i fornitori e minimizzando la dipendenza da singole fonti.
Tuttavia, è essenziale mantenere una certa flessibilità per capitalizzare le fluttuazioni del mercato. Molti problemi attuali legati ai prezzi elevati delle risorse derivano dal fatto che le aziende sono state colte di sorpresa dagli aumenti del 2022 e sono state costrette a stipulare nuovi contratti in un contesto di prezzi alti.
Le aziende dovrebbero conoscere e monitorare costantemente i rischi dei prezzi delle materie prime lungo l’intera catena di fornitura. Anche se la strategia delle materie prime sia principalmente di competenza delle aziende, è cruciale il supporto politico, che dovrebbe stabilire alleanze affidabili con Paesi che producono risorse essenziali. Entrambe, economia e politica, dovrebbero considerare l’approvvigionamento di risorse come una questione di primaria importanza.