Quella che segue è la Rassegna della stampa tedesca, curata dalla redazione di Stroncature, su commissione della Fondazione Hanns Seidel Italia/Vaticano. La rassegna ha cadenza settimanale ed è incentrata sui principali temi del dibattito politico, economico e sociale in Germania.
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La rassegna, nella sua configurazione standard, è a cadenza settimanale ed è incentrata sulle "questioni globali". Include le seguenti testate: Washington Post, New York Times, Wall Street Journal, Foreign Affairs (STATI UNITI), Financial Times, The Economist, The Guardian (GRAN BRETAGNA), Le Monde, Le Figaro (FRANCIA), Frankfurter Allgemeine Zeitung, Süddeutsche Zeitung, Handelsblatt (GERMANIA), El Pais, El Mundo (SPAGNA), O Globo, Folha de S.Paulo (BRASILE); South China Morning Post, Global Times, Quotidiano del Popolo (CINA); Asahi Shimbun, Yomiuri Shimbun, Nihon Keizai Shinbun (GIAPPONE); The Hindu, The Times of India (India); Herald Sun, The Daily Telegraph (AUSTRALIA); Toronto Star, The Globe and Mail (CANADA); The Chosun Ilbo, The Dong-a Ilbo (COREA DEL SUD)
Chance sowas von vertan
Un'opportunità così persa
Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha recentemente dichiarato che il nuovo progetto di bilancio mira a rappresentare un ritorno alla stabilità e alla solidità finanziaria per la nazione, definendolo per questa ragione “Patto per la Germania". Tuttavia, l'analisi di Claus Hulverscheidt contesta queste affermazioni, reputando la strategia di investimento delineata fino al 2027 insufficiente, in quanto sono stati effettuati tagli impropri in aree importanti essendo che il paese è ancora alle prese con sfide economiche e sociali significative.
Inoltre, Hulverscheidt sottolinea come anche il processo di elaborazione del bilancio sia stato un fallimento essendo che alcuni ministri hanno avviato le negoziazioni con aspettative poco realistiche; mentre altri, come il Ministro delle Finanze, Christian Lindner, si sono incardinati nei problemi a tal punto da creare una conflittualità tale da provocare delusione e risentimento in diversi settori economici e sociali.
Infine, l'articolo critica la persistenza di sovvenzioni obsolete, come il sussidio al carburante diesel che grava sul bilancio pubblico per circa otto miliardi di euro l'anno, e l'incapacità di affrontare problemi strutturali come infrastrutture inadeguate e costi energetici elevati, al fine di enfatizzare l'urgenza per i partiti politici, specialmente i Verdi e il FDP, di andare oltre le divisioni ideologiche e trovare un accordo su quali siano le vere priorità finanziarie e sociali. È in questo contesto che il progetto di bilancio per il 2024 è visto come un'occasione sprecata, inadeguata nel risolvere o persino nel definire le questioni più critiche del paese.
Es gibt kein Recht auf Pöstchen
Non esiste un diritto al lavoro
L’articolo di Ronen Steinke affronta la questione della rappresentanza parlamentare di partiti come l'AfD (Alternativa per la Germania) in commissioni sensibili, come quelle che esercitano un controllo sui servizi segreti.
Nel senso che l'AfD, partito che è attualmente oggetto di osservazione da parte del servizio di sicurezza costituzionale tedesco, ha recentemente cercato di ottenere la rappresentanza in una commissione del genere nel Landtag di Brandeburgo: il Landesverfassungsgericht, la Corte costituzionale del Land, ha tuttavia deciso che l'AfD non avrà accesso a tale commissione.
Steinke sottolinea che lo stesso approccio è stato adottato a livello federale, dove i deputati hanno deciso di non permettere alla AfD di entrare nella commissione federale per il controllo dei servizi segreti: questa decisione è in linea con il principio democratico secondo cui, sì è buona norma che tutte le fazioni parlamentari siano equamente rappresentate nelle commissioni ma è ancor più fondamentale non concedere potere a fazioni che manifestano atteggiamenti antidemocratici o estremisti.
In conclusione, l'articolo sostiene che la democrazia ha un valore intrinseco che trascende la mera rappresentatività: la collegialità tra diversi gruppi politici è certamente importante, ma esistono limiti che non devono essere oltrepassati; in particolare, non si dovrebbe permettere a partiti con posizioni antidemocratiche di assumere ruoli che potrebbero compromettere le fondamenta stesse del sistema democratico.
Bürokratie bremst Windenergie aus
La burocrazia rallenta l'energia eolica
L'articolo si occupa delle difficoltà legate al trasporto delle componenti per la costruzione di impianti di energia eolica in Germania, in quanto sebbene l'energia eolica sia considerata una delle risorse più promettenti per la transizione energetica, il suo sviluppo è ostacolato da procedure burocratiche lunghe e complesse.
Infatti, ad esempio, i costruttori di impianti devono attendere mesi per ottenere l'autorizzazione necessaria per trasportare le torri eoliche e le pale del rotore attraverso le strade tedesche.
Non solo la burocrazia è un ostacolo, riporta l’articolo, ma anche la logistica del trasporto è problematica: per spostare componenti pesanti attraverso ponti e autostrade sono necessarie specifiche autorizzazioni, ed a volte è necessario rimuovere segnaletica e altro - in certi casi, il trasporto può essere effettuato solo con scorta di polizia e durante la notte.
In sintesi, l’articolo mira ad evidenziare come la transizione energetica in Germania sta affrontando sfide logistico-burocratiche non indifferenti, che frenano lo sviluppo dell'energia eolica, uno dei pilastri della sostenibilità energetica del paese: questi intoppi comportano non solo ritardi nei progetti, ma anche un impatto economico negativo, esercitando pressione sia sui produttori di turbina che sul sistema nel suo complesso, motivo per cui è evidente l'urgenza di trovare soluzioni per superare questi ostacoli e facilitare l'effettiva realizzazione di una transizione energetica efficace e sostenibile.
Deutsche Konjunktur verschlechtert sich weiter
L'economia tedesca continua a deteriorarsi
L'articolo analizza le attuali difficoltà economiche della Germania, in un contesto in cui le altre grandi economie stanno crescendo, essendo che recentemente l'Ifo - Institut di Monaco - ha dichiarato che l'economia tedesca, contrariamente a quanto previsto, difficilmente si riprenderà nella seconda metà dell'anno.
Le cause di questa situazione sono molteplici: l'elevata inflazione che riduce il consumo, la crisi ucraina che ha causato un aumento dei prezzi energetici; il rialzo dei tassi d'interesse da parte delle banche centrali che ha portato alla cancellazione di progetti e investimenti. L'articolo sottolinea come queste problematiche siano acuite dalla particolare struttura economica tedesca, fortemente dipendente dall'industria e dall'export, in quanto rappresentano una parte significativa del PIL tedesco: le difficoltà sono particolarmente evidenti nel settore chimico, la più grande industria tedesca, che sta producendo un quinto in meno rispetto a prima della guerra in Ucraina.
Inoltre, a differenza di altre nazioni, come gli Stati Uniti, l'India e la Cina, la Germania non è riuscita a compensare la contrazione industriale con la crescita nei settori dei servizi e della tecnologia digitale: questi fattori hanno portato a un calo generale degli ordini e della produzione industriale, compromettendo la ripresa economica.
In conclusione, l'articolo sostiene che l'effetto positivo delle recenti contrattazioni sindacali, che porteranno ad un aumento salariale nei prossimi mesi, contribuirà a stimolare la domanda dei consumatori: tuttavia, per un rilancio duraturo, la Germania dovrà affrontare le sue debolezze strutturali, investendo in infrastrutture come la fibra ottica e le scuole, e risolvendo il problema della carenza di personale che sta già iniziando a frenare la crescita economica.
Freitags gehört Vati wem?
Il venerdì, il papà a chi appartiene?
Il tema centrale dell'articolo di Detlef Esslinger è la controversia sull'introduzione della settimana lavorativa di quattro giorni, un obiettivo per il quale la IG Metall, il principale sindacato tedesco dei metalmeccanici, sta attualmente negoziando e per il quale, riporta il giornalista, è anche disposta a scioperare.
L'articolo sottolinea come la storia delle politiche tariffarie sia ciclica - infatti prima che i sindacati imponessero il sabato come giorno libero negli anni ’50, i datori di lavoro hanno combattuto lunghe battaglie difensive, con diversi slogan tra cui "Papà è mio il sabato", da qui il titolo dell’articolo -, oscillando tra domande come aumenti salariali, formazione continua e, in alcuni casi, cambiamenti significativi nelle condizioni lavorative, come la riduzione dell'orario di lavoro.
Tuttavia, l'autore mette in guardia contro l'applicazione di tale modello, in particolare nel settore siderurgico, che è già sotto pressione a causa degli alti costi energetici.
Questo perché in un periodo in cui la domanda di lavoro è alta e ci sono molte posizioni vacanti, l'articolo contesta la logica di ridurre le ore di lavoro con l'obiettivo di distribuire "più equamente" l'occupazione - tale argomento, secondo l'autore, non è più valido nel contesto economico attuale, che è caratterizzato da una forte domanda di manodopera in molti settori.
Infine, l'articolo non esclude la possibilità che in certi contesti una settimana lavorativa di quattro giorni possa essere vantaggiosa, ma suggerisce che ogni iniziativa in questo senso dovrebbe essere attentamente ponderata, in quanto il rischio di forzare l'introduzione di una settimana lavorativa più corta in un settore già sotto stress, possa portare a conseguenze indesiderate, come la perdita di posti di lavoro, anziché alla loro preservazione o distribuzione più equa.
Die Show machen nicht mehr die Deutschen
I tedeschi non sono più al comando
I giornalisti Christina Kunkel e Florian Müller riportano come il cambio di paradigma nell'industria automobilistica tedesca sia evidente dalle recenti dichiarazioni del CEO di Volkswagen, Oliver Blume, che infatti ha sottolineato come l'obiettivo dell'azienda non sia più semplicemente vendere il maggior numero possibile di veicoli.
Nel senso che le case automobilistiche tedesche devono affrontare sfide imminenti come la contrazione economica e una concorrenza sempre più agguerrita e questa nuova filosofia di Blume è il segno del mutato clima competitivo e delle crescenti preoccupazioni riguardanti il ruolo delle auto tedesche nell'epoca dell'elettrificazione e della digitalizzazione.
I giornalisti sottolineano come in particolare, la posizione dei produttori tedeschi sia in declino nel mercato cinese - uno dei principali epicentri della crescita automobilistica globale: le aziende tedesche hanno perso terreno, in particolare nel segmento delle auto elettriche, dove sono emersi nuovi leader di mercato come Tesla e produttori cinesi, come la società BYD che infatti ha recentemente superato Volkswagen nelle vendite di auto nel paese, segnando una significativa inversione di tendenza.
Quindi, secondo i giornalisti, la prossima edizione della Internationale Automobil-Ausstellung (IAA) a Monaco potrebbe funzionare da punto di svolta, con l'Europa che diventa un mercato sempre più interessante per i produttori di auto elettriche cinesi: l'evento vedrà una forte presenza di aziende automobilistiche cinesi e potrebbe segnalare l'inizio di una nuova era di concorrenza globale, in cui le case automobilistiche tedesche dovranno adattarsi rapidamente per mantenere la loro rilevanza sul palcoscenico mondiale.
Der heiße Atem in Söders Nacken
Il respiro caldo nel collo di Söder
L'articolo di Berthold Kohler esamina le implicazioni politiche della decisione del Ministro-Presidente della Baviera, Markus Söder, di non licenziare Hubert Aiwanger, malgrado le controversie sul volantino di estrema destra.
Kohler riporta che Söder, leader della CSU, avrebbe potuto destituire Aiwanger, ma che ha valutato che una tale mossa avrebbe potuto trasformare Aiwanger in un "martire" e rafforzare la sua posizione nelle elezioni: secondo il giornalista, la decisione riflette anche le complesse dinamiche politiche all'interno della CSU e tra i suoi alleati, poiché un licenziamento avrebbe potuto danneggiare la CSU stessa nelle urne.
Infatti, nel contesto bavarese, sottolinea Kohler, Aiwanger è visto come un polo di attrazione per quegli elettori che trovano la CSU troppo "mainstream" e l'Alternative für Deutschland (AfD) troppo radicale - la sua posizione potrebbe quindi erodere ulteriormente il sostegno alla CSU.
L'articolo conclude mettendo in luce le sfide più ampie che Söder condivide con Friedrich Merz della CDU: entrambi devono decidere il corso generale delle loro rispettive partite in un contesto in cui sempre più elettori "borghesi" stanno rivolgendo a forze populiste o addirittura estremiste.
In questo scenario, Aiwanger emerge non solo come una spina nel fianco per Söder e la CSU, ma anche come un segnale per tutti i partiti democraticamente legittimati, compresi quelli a sinistra, riguardo i cambiamenti in corso nel panorama politico tedesco.
Ein gefährlicher Glückskeks
Un pericoloso biscotto della fortuna
L'articolo di Reinhard Müller discute il fenomeno dei "Klimakleber", attivisti climatici che, pur con buone intenzioni, ricorrono a metodi illegali per far sentire la loro voce, al fine di sottolineare la necessità di far comprendere agli attivisti che è possibile ottenere attenzione anche senza violare la legge, senza dover per forza inasprire le pene.
Inoltre, Müller cita l'evoluzione della percezione pubblica riguardo alla mobilità sostenibile, esemplificata dalla storia della Internationale Automobil-Ausstellung: sottolinea come anche i Verdi, un tempo militanti, hanno compreso che una forma di protesta che coinvolge indiscriminatamente la cittadinanza potrebbe danneggiare la causa che intendono sostenere.
Infine, l'articolo critica l'atteggiamento di coloro che, nel mondo del giornalismo e della scienza, sostengono questi attivisti, considerandoli e considerando le loro azioni come al di sopra delle regole: l'uso del termine "disobbedienza civile" è qui definito un "pseudo-concetto filosofico" che rischia di minare le basi della democrazia, facendo leva su un'autopercezione di moralità superiore che potrebbe avere gravi conseguenze se portata all'estremo.
„Manche Unterstellungen aus der Opposition erschüttern mich“
"Alcune insinuazioni dell'opposizione mi sconvolgono"
Wiebke Esdar, membro della sinistra SPD e presidente del comitato "Sondervermögen Bundeswehr", difende le decisioni di bilancio del governo tedesco in un'intervista, condotta da Eckart Lohse.
Contrariamente alle affermazioni dell'opposizione, Esdar sostiene che il governo è trasparente nelle sue decisioni finanziarie, inclusi i fondi speciali conosciuti come "Sondervermögen", che permettono al governo di contrarre debiti per progetti specifici.
Per quanto riguarda il fondo speciale per le forze armate, Esdar afferma che esso è essenziale per mantenere l'esercito ben equipaggiato senza dover tagliare il budget sociale o educativo, nonostante le critiche del Bundesrechnungshof, l'ente federale di revisione dei conti.
L'articolo tocca vari argomenti di rilevanza politica, come il budget della difesa, la trasparenza governativa e le dinamiche all'interno della coalizione del semaforo tra SPD, Verdi e FDP.
Esdar critica il modo in cui alcuni membri del gabinetto comunicano le loro posizioni prima delle discussioni ufficiali, suggerendo che ciò può danneggiare la percezione pubblica dell'efficacia del governo.
Infine, malgrado le tensioni nella coalizione e l'insoddisfazione nei sondaggi, Esdar sottolinea che la SPD ha ottenuto risultati significativi, come l'aumento del salario minimo e l'introduzione del "Bürgergeld" (sostegno al reddito).
Tuttavia, afferma che è necessario comunicare meglio questi successi al pubblico, per migliorare l'immagine del governo e della SPD stessa: rivela inoltre che non vede una maggioranza parlamentare pronta a riformare la cosiddetta "Schuldenbremse", la regola costituzionale che limita i nuovi debiti pubblici.
Unions-Innenminister werfen Faeser Blockadehaltung vor
I ministri degli Interni dell'Unione accusano Faeser di aver bloccato l'azione
L'articolo di Katharina Iskandar si concentra sull'importanza dell'uso della tecnologia digitale nelle operazioni di polizia, con un particolare focus sull'analisi della piattaforma "Hessen Data" - software che permette alle forze dell'ordine di raccogliere e analizzare i dati in modo molto più efficiente rispetto al passato.
Ciò perché, questa settimana, nel centro di polizia di Francoforte è stata simulata, alla presenza dei ministri degli Interni dei paesi guidati dall'Unione, un’operazione atta a catturare un sospetto terrorista, con l’ausilio proprio di questo software, essendo che permette appunto di ottenere un quadro dettagliato della situazione semplicemente inserendo il nome del sospettato nel sistema.
Iskandar sottolinea come ciò abbia reso molto più agevoli e rapide le indagini di polizia, consentendo anche l'identificazione di potenziali complici attraverso tecniche come il riconoscimento facciale e che per questi motivi il software "Hessen Data" è visto come un notevole progresso nel campo investigativo, soprattutto in situazioni complesse come la lotta al terrorismo o ad altri tipi di criminalità organizzata.
Tuttavia, evidenzia Iskandar, vi sono elementi critici nella gestione del software come l’estensione dei periodi di conservazione degli indirizzi IP in casi di reati gravi come la pedopornografia, una mossa che incontra resistenze per questioni di protezione dei dati personali.
L'articolo si conclude con una critica alla politica federale in materia di sicurezza e immigrazione, espressa dal Ministro degli Interni della Baviera, Joachim Herrmann: egli sottolinea le carenze nel sistema dei richiedenti asilo, che potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza, e critica la priorità data alla protezione dei dati rispetto alla lotta contro la criminalità.
Nel complesso, l'articolo mette in luce le tensioni tra l'efficacia delle indagini e le preoccupazioni relative alla privacy e ai diritti civili, in un contesto di crescente dipendenza da strumenti digitali avanzati.
Das Scharnier der Integration klemmt
La cerniera dell'integrazione è bloccata
Il giornalista Timo Steppat riporta come il contributo dell'attività volontaria nella gestione dei flussi migratori in Germania sia un aspetto saliente del tessuto sociale tedesco e come Ute Wassiri-Strauch e Sabine Birnkraut ne siano esempi emblematici di questo fenomeno.
La prima, dotata di competenze linguistiche in persiano, ha aiutato numerose famiglie afghane, agevolando la comunicazione con le autorità ei servizi sanitari; Birnkraut, invece, con la sua esperienza pregressa in una compagnia di assicurazioni sanitarie, ha contribuito a rendere meno arduo l'iter burocratico per i migranti.
Steppat riporta ciò perché in Germania, ad oggi, se da un lato la solidarietà individuale è lodevole e funzionale, dall'altro è piena di criticità a livello istituzionale: le risorse ufficiali per l'integrazione stanno diventando sempre più scarse, e gli operatori volontari si trovano spesso a colmare lacune significative, anche in assenza di formazione specifica - questa situazione è particolarmente critica nei casi che richiedono competenze specializzate, come l'assistenza psicologica ai migranti traumatizzati.
L'assenza di coordinamento e supporto istituzionale, sottolinea Steppat, si riflette anche nella crescente stanchezza emotiva e frustrazione tra i volontari, che sentono che il loro impegno potrebbe rischiare di essere vano.
In conclusione, Steppat evidenzia come il volontariato rappresenti una colonna portante nell'assistenza ai migranti in Germania, ma come il suo potenziale rimane parzialmente inespresso a causa di carenze strutturali e organizzative, in quanto la scarsità di risorse e la mancanza di coordinamento mettono a dura prova la resilienza dei volontari, che rappresentano un valore aggiunto non solo per i migranti ma per l'intera società: un approccio più strutturato e sinergico tra istituzioni e mondo del volontariato potrebbe migliorare in modo significativo l'efficacia delle azioni di accoglienza e integrazione.
Russland-Sanktionen rechtmäßig
Sanzioni alla Russia legittime
Il giornalista Alexander Haneke riporta come il recente verdetto del Tribunale dell'Unione Europea abbia posto un accento significativo sulla questione delle sanzioni contro individui e aziende russe a seguito del conflitto ucraino: nel caso specifico, Dmitrij Pumpjanskij, un imprenditore russo e sua moglie, avevano contestato la loro inclusione nella lista delle sanzioni europee, sostenendo una violazione dei loro diritti fondamentali, data l'assenza di prova concreta.
Il Tribunale ha tuttavia stabilito che la mera partecipazione in un settore economico che costituisce una fonte di reddito cruciale per il governo russo è sufficiente per giustificare l'applicazione delle sanzioni e che quindi non è necessario che l'individuo abbia contribuito direttamente al potere politico del Presidente Putin; è piuttosto rilevante che il suo campo di attività economica, in questo caso l'industria estrattiva, sia di sostegno all'economia e quindi al regime russo.
Infatti, Haneke sottolinea come nel caso dell'imprenditore Aleksandr Schulgin, il Tribunale abbia annullato le sanzioni a causa della mancanza di prove concrete, circa il suo ruolo nella sfera economica dopo il suo ritiro dall'attività imprenditoriale.
Infine, Haneke spiega che sul piano dei diritti fondamentali, il Tribunale ha chiarito, invece, che, sebbene vi sia una limitazione di certi diritti degli individui coinvolti, come la proprietà e la vita privata, questi non sono assoluti e possono essere circoscritti per ragioni di politica estera e sicurezza - ha inoltre specificato che tali sanzioni non hanno un carattere punitivo, ma piuttosto restrittivo, poiché i beni vengono congelati e non sequestrati - e sottolinea come sia importante notare che la decisione non è ancora divenuta irrevocabile.
Setzt euch endlich an einen Tisch und legt los!
Siediti finalmente a un tavolo e inizia!
Nell’articolo del giornalista Thomas Sigmund, la situazione economica e politica della Germania viene scrutata con un occhio critico, soprattutto in relazione all’intervento del Cancelliere Olaf Scholz durante la Generaldebatte nel Bundestag. L’autore evidenzia le preoccupazioni relative all’attuale stato della economia tedesca, che si confronta con numeri poco promettenti e una previsione di crescita limitata per il prossimo anno. Nonostante queste sfide, le proposte avanzate dal governo, tra cui un “Patto per l’accelerazione della pianificazione” e altre misure legislative, appaiono insufficienti e poco incisive.
Sigmund sottolinea che la mancanza non è tanto nell’identificazione dei problemi quanto piuttosto in una strategia concreta e robusta per promuovere la crescita. Ad esempio, le misure di alleggerimento fiscale previste dal Wachstumschancengesetz, una legge sostenuta dalla coalizione di governo, sono giudicate inadeguate per la loro limitata portata finanziaria.
Inoltre, l’autore evidenzia il rischio insito nel proporre un’economia guidata esclusivamente dallo Stato come soluzione ai problemi economici del Paese. Questo potrebbe non solo risultare inefficace, ma anche scoraggiare investimenti privati, che sono fondamentali per una crescita sostenibile. Il disaccordo tra governo federale, Länder e comuni emerge come un ulteriore ostacolo all’efficacia delle politiche economiche.
L’appello finale di Sigmund è inequivocabile: le parti coinvolte devono sedersi attorno a un tavolo e agire con urgenza e determinazione. Senza un intervento tempestivo e adeguato la Germania rischia di diventare per davvero “il malato d’Europa”, con conseguenze potenzialmente gravi non solo per la nazione, ma per l’intero continente.
Warum die Angst vor den chinesischen Autobauern übertrieben ist
Perché la paura delle case automobilistiche cinesi è esagerata
Markus Fasse si interroga sul crescente ruolo delle case automobilistiche cinesi nel mercato europeo, in particolare in Germania, esaminando il caso di BYD (Build Your Dreams) e altre aziende cinesi come Nio e Xpeng. Inizialmente, la notevole presenza di BYD alla fiera automobilistica IAA di Monaco potrebbe essere vista come un sintomo di presunzione, ma Fasse sottolinea che questa azienda è già leader di mercato in Cina e ha l’obiettivo chiaro di competere con big come Tesla, Stellantis e Ford in Europa.
Tuttavia, Fasse dichiara che il timore di una “invasione” cinese è eccessivo. Pur essendo vero che i produttori cinesi stanno mostrando notevole audacia e innovazione, soprattutto nel settore dei veicoli elettrici, la tecnologia fondamentale come le celle a batteria al litio-ionico e i processori intelligenti non sono un territorio inesplorato per le case automobilistiche tedesche. Inoltre, i detentori dei principali brevetti nella tecnologia automobilistica sono ancora aziende tedesche come Bosch, BMW e Volkswagen, e non i nuovi arrivati cinesi.
Nel contesto tedesco, Fasse mostra come le case automobilistiche tedesche stiano attraversando una fase di transizione. Mentre Mercedes e BMW stanno adottando con ottimismo le nuove tecnologie, Volkswagen sta affrontando alcune difficoltà, dovute in parte a una serie di scelte errate.
La conclusione è che, pur essendo indubbio che le aziende cinesi stiano guadagnando terreno, non vi è motivo di panico. Le case automobilistiche tedesche hanno tutte le competenze necessarie per competere e rimanere rilevanti nel mercato globale. La presenza cinese sta certamente cambiando il panorama, ma non segna necessariamente un pericolo incombente per l’industria automobilistica tedesca.
Höhepunkt für den “Buy Chinese” - Trend: Neues Huawei-Smartphone macht Chinesen stolz
Highlight per la tendenza “Buy Chinese”: il nuovo smartphone Huawei rende orgogliosi i cinesi
Sabine Gusbeth riporta che la recente presentazione del nuovo smartphone Huawei Mate 60 Pro ha suscitato una considerevole ondata di orgoglio nazionale in Cina. Nonostante le stringenti sanzioni statunitensi che limitano l’accesso a componenti ad alta tecnologia, Huawei è riuscita a introdurre un telefono con capacità 5G sul mercato. La tempistica della presentazione non è stata casuale perché coincide con la visita in Cina della Segretaria al Commercio statunitense, Gina Raimondo.
Su piattaforme di social media cinesi come Weibo, gli utenti hanno espresso entusiasmo e orgoglio per il superamento delle limitazioni imposte dall’Occidente. Il telefono è stato rapidamente esaurito su piattaforme e-commerce come Alibaba e JD.com, e rappresenta l’ultimo esempio dell’ascesa del trend “Buy Chinese”. Questa tendenza, conosciuta come “Guochao”, sta crescendo particolarmente tra i giovani cinesi che preferiscono prodotti e marchi locali rispetto a quelli occidentali, erodendo la quota di mercato di marchi stranieri in Cina, come Adidas e Starbucks.
Dal punto di vista tecnologico, il nuovo smartphone è dotato di un processore Kirin-9000s, di fabbricazione cinese, una mossa che segna un “grande passo avanti” per l’industria dei semiconduttori cinese secondo gli analisti. In risposta ai vincoli tecnologici imposti dall’Occidente, la Cina sta investendo massicciamente nella propria industria dei semiconduttori, con ulteriori finanziamenti previsti per ampliare la sua indipendenza tecnologica.
Solche Fehlleistungen können sich die Deutsche Bank und ihr Vorstandschef schlicht nicht leisten
Deutsche Bank e il suo CEO non possono semplicemente permettersi tali errori
Secondo Michael Maisch, la discrepanza tra l’autopercezione e la percezione esterna della Deutsche Bank è diventata evidente in seguito alla dura critica espressa dalla Finanzaufsicht Bafin nei confronti dei deficit cronici presso la sua filiale, la Postbank. Mentre il team guidato dall’Amministratore Delegato, Christian Sewing, si ritiene sulla giusta strada, avendo recentemente riportato profitti significativi dopo anni di perdite, e avendo ridotto la dipendenza dal settore bancario d’investimento a rischio, la realtà è più complessa e meno lusinghiera.
Sewing è riuscito a mantenere la promessa di rafforzare la banca aziendale, soprattutto grazie ad un ambiente di tassi d’interesse in aumento. Tuttavia, la banca deve ancora affrontare una serie di problemi gravi che non è riuscita a risolvere, in particolare nel settore della conformità e nell’integrazione informatica della Postbank. Il severo rimprovero della Bafin, che è arrivato solo dopo la chiusura del mercato azionario per evitare danni al valore delle azioni, riflette la gravità della situazione. Questo avviso giunge in seguito a migliaia di reclami da parte dei clienti e mette in discussione la capacità della Postbank di gestire le operazioni quotidiane.
Tali mancanze rappresentano un rischio per i progressi indubbiamente positivi fatti nella ristrutturazione della banca e minano la già precaria fiducia degli investitori nella Deutsche Bank. Un indice chiave di questa fiducia è il rapporto tra il prezzo delle azioni e il valore contabile, che per la Deutsche Bank è attualmente molto inferiore rispetto ai suoi principali concorrenti europei. In sintesi, mentre la Deutsche Bank può vantare alcuni miglioramenti e successi, la sua posizione resta compromessa da questioni strutturali e operative irrisolte, che minacciano la sua stabilità e credibilità nel lungo termine.
Beim Kampf gegen die Krise muss Berlin Europa mitdenken
Nella lotta contro la crisi, Berlino deve pensare all’Europa
Julian Olk esplora le implicazioni della politica economica tedesca non solo per la Germania stessa, ma anche per l’intera Unione Europea. L’autore critica l’idea secondo la quale la Germania sia l’unico “malato d’Europa”, sottolineando che questa narrazione non solo è ingannevole, ma potenzialmente dannosa, perché induce Berlino a concentrarsi su soluzioni nazionali a scapito di una prospettiva più ampia e integrata, che tenga conto dell’intera Unione.
Secondo Olk, la Germania, pur essendo la maggiore economia europea, non può permettersi un approccio unilaterale nella risoluzione delle sue problematiche economiche, dato che ciò avrebbe un impatto negativo sugli altri Stati membri. In effetti, nel suo complesso, il principale partner commerciale della Germania è l’Unione Europea, e non potenze esterne come la Cina o gli Stati Uniti. Olk mette in luce come alcune politiche adottate da Berlino, come il “Doppelwumms” da 200 miliardi di euro contro la crisi energetica, abbiano generato tensioni a livello europeo. L’autore suggerisce che, mentre è comprensibile il desiderio della Germania di agire rapidamente, è imperativo che Berlino mantenga un equilibrio, evitando misure che possano creare squilibri o tensioni all’interno dell’Unione.
Inoltre, Olk esamina criticamente la “Bundesregelung”, una nuova normativa che permette alla Germania di attuare programmi di sovvenzioni statali senza il consenso della Commissione Europea. Pur riconoscendo che tale meccanismo potrebbe conferire all’Europa una maggiore agilità, simile a quella del Inflation Reduction Act statunitense, l’autore avverte che esso deve essere utilizzato con cautela. Olk sollecita una maggiore sensibilità da parte della Germania verso l’interdipendenza economica europea, suggerendo che una visione a corto termine e centrata sulle esigenze nazionali potrebbe avere ripercussioni negative sia per la Germania sia per gli altri membri dell’Unione Europea.
Jeder will Sicherheit, doch keiner will zahlen
Tutti vogliono sicurezza, ma nessuno vuole pagare
Wolfgang Ischinger esplora la dicotomia tra la volontà della popolazione tedesca di vivere in un ambiente sicuro e la sua riluttanza a investire risorse sufficienti per garantire tale sicurezza. L’autore osserva che, sebbene i tedeschi siano noti per la loro preoccupazione per la sicurezza, sembra che la disponibilità a finanziare le misure necessarie sia insufficiente. Questa contraddizione è particolarmente evidente nel contesto della politica di sicurezza, che spazia dalla difesa militare all’intelligence e alla sicurezza interna.
In ambito militare, si nota una tendenza alla riduzione del budget della difesa a medio termine, malgrado l’obiettivo momentaneo di raggiungere la soglia di spesa del 2% del PIL, come stabilito dalla NATO. Questo approccio potrebbe minare la sostenibilità e l’efficacia delle forze armate tedesche nel lungo termine, mandando segnali preoccupanti sia alla Russia sia agli Stati Uniti, il cui sostegno è vitale per la Germania in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche.
Per quanto riguarda i servizi segreti, due ex presidenti del BND, il servizio di intelligence tedesco, hanno espresso la loro preoccupazione per la capacità dei servizi di essere veri partner per i loro omologhi occidentali. La collaborazione efficace tra agenzie di intelligence è bilaterale e basata su un equilibrio di informazioni condivise, un aspetto che al momento sembra carente.
Nel contesto della sicurezza interna, Ischinger sottolinea l’importanza di investire in tecnologie digitali avanzate per contrastare efficacemente la crescente ondata di criminalità transfrontaliera e cybercrimini, che attualmente costa all’economia tedesca circa 200 miliardi di euro all’anno. Gli organi di polizia, in particolare, necessitano di strumenti tecnologici all’avanguardia per far fronte a minacce sempre più sofisticate. La Germania si trova di fronte a una serie di sfide in materia di sicurezza che richiedono un investimento sostanziale e sostenuto. Tuttavia, la disponibilità a pagare il “prezzo della sicurezza” sembra essere una questione ancora aperta, con tutte le implicazioni che ciò comporta per la stabilità e il benessere del Paese e dei suoi alleati.