“All Things Are Full of Gods: The Mysteries of Mind and Life” David Bentley Hart (Yale University Press, 2024)
Il libro di David Bentley Hart mette a tema uno dei punti più delicati del pensiero moderno: come collocare la mente—coscienza, intenzionalità, ragione, libertà—dentro l’immagine del mondo prodotta dalle scienze contemporanee. Non si tratta, però, di un esercizio scolastico sul “problema mente-corpo”, né dell’ennesima rassegna di teorie concorrenti. L’ambizione è più radicale: interrogare le premesse stesse che, negli ultimi secoli, hanno reso la mente un enigma quasi insolubile, fino a trasformare molte filosofie della mente in un’arte della riformulazione del problema più che in un tentativo di chiarimento. Pubblicato nel 2024 da Yale University Press, All Things Are Full of Gods: The Mysteries of Mind and Life prende posizione contro l’idea—divenuta spesso un riflesso culturale prima che una conclusione argomentata—che il reale ultimo sia un ordine materiale privo di interiorità, e che la coscienza debba dunque essere un sottoprodotto, un’illusione utile o un rompicapo destinato a restare tale. Hart propone invece di guardare alla mente come a un dato primario e ineludibile, e di ricostruire da qui un quadro ontologico più ampio in cui “mente”, “vita” e “linguaggio” non siano anomalie in un universo inerte, ma indizi di una struttura del reale più vicina a ciò che le esperienze mentali mostrano di essere.


