“An Economic History of India: Growth, Income and Inequalities from the Mughals to the 21st Century” Bishnupriya Gupta (Cambridge University Press, 2025).
Nel 2025, per Cambridge University Press, Bishnupriya Gupta pubblica un libro che invita a ripensare una delle storie economiche più discusse del mondo contemporaneo: la lunga traiettoria dello sviluppo indiano, dalle strutture imperiali di età moghul fino alle trasformazioni dell’India integrata nell’economia globale di fine Novecento. L’oggetto non è soltanto “quanto” l’India sia cresciuta, ma “come” e “perché” alcune forme di crescita siano state possibili e altre no, quali eredità istituzionali abbiano continuato a pesare, e quali scelte politiche abbiano cambiato davvero la direzione di marcia. Il punto di partenza, qui, non è l’adesione a una narrazione morale o identitaria della colonizzazione, ma l’esigenza di chiarire con strumenti analitici e dati comparabili che cosa si intenda per prosperità, stagnazione, modernizzazione, diseguaglianza. In gioco ci sono domande che toccano la qualità stessa delle interpretazioni: la colonizzazione ha impoverito l’India o ha inciso in modo selettivo, con effetti diversi tra settori e regioni? La “grande divergenza” tra Europa e Asia è un evento tardivo, legato all’età industriale e al dominio britannico, oppure comincia prima, dentro dinamiche più profonde? E, soprattutto, che cosa significa guardare l’economia indiana con un “orizzonte lungo”, capace di connettere agricoltura, industria, istruzione, istituzioni e distribuzione del reddito in un unico quadro coerente?


