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Artificial Intelligence: Economic Perspectives and Models” di Wim Naudé, Thomas Gries, Nicola Dimitri (Cambridge University Press, 2024)

dic 19, 2025
∙ A pagamento

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Nel dibattito contemporaneo sull’intelligenza artificiale convivono due tendenze opposte: l’enfasi quasi messianica su una tecnologia destinata a moltiplicare produttività e ricchezza, e l’ansia altrettanto assoluta per scenari di perdita di controllo e persino di estinzione. Il libro Artificial Intelligence: Economic Perspectives and Models, pubblicato nel 2024 da Cambridge University Press, si colloca deliberatamente fuori da questa oscillazione, proponendo un punto di vista più sobrio: l’IA va compresa come fenomeno economico, cioè come insieme di capacità tecniche che si diffondono attraverso incentivi, mercati, istituzioni, costi e vincoli. L’interrogativo centrale non è se l’IA sia “più grande dell’elettricità”, ma in che modo e a quali condizioni possa trasformare crescita, lavoro, distribuzione del reddito, innovazione e decisioni pubbliche. Il testo invita a spostare l’attenzione dal racconto spettacolare al problema analitico: quali meccanismi collegano una tecnologia digitale, ancora in evoluzione, agli esiti macroeconomici e sociali? E quali errori di prospettiva nascono quando si applicano modelli di crescita e di politica economica pensati per un mondo “capitale-lavoro” a un contesto in cui contano dati, piattaforme, rendite da rete, potenza di calcolo e nuove forme di automazione cognitiva? È in questo scarto tra narrazione e struttura che il libro chiede di essere letto: non come manuale tecnico di informatica, ma come tentativo di costruire un lessico economico adeguato a una tecnologia che, per sua natura, modifica anche il modo in cui si producono e si usano le informazioni.

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