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"Artificial Intelligence in Higher Education: A Contemporary Examination of Illich’s Theories” Abubaker Qutieshat (Springer, 2025)

dic 19, 2025
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Nel dibattito contemporaneo sull’università, l’intelligenza artificiale viene spesso presentata come una soglia tecnologica: per alcuni una promessa di democratizzazione, per altri un acceleratore di disuguaglianze e controllo. Il libro di Abubaker Qutieshat, Artificial Intelligence in Higher Education: A Contemporary Examination of Illich’s Theories (Springer, 2025), entra in questo spazio senza assumere l’innovazione come valore in sé, ma usando una lente critica precisa: le teorie di Ivan Illich e la sua denuncia dell’educazione istituzionalizzata come dispositivo che trasforma l’apprendere in consumo, l’autonomia in dipendenza, la crescita in certificazione. L’interesse dell’opera sta nel modo in cui mette in tensione due dinamiche oggi inseparabili: da una parte l’espansione di strumenti capaci di personalizzare e amplificare l’accesso alla conoscenza; dall’altra la tendenza delle istituzioni educative a incorporare ogni novità dentro logiche burocratiche, metriche, gerarchie e professionismi che finiscono per svuotare la promessa iniziale. Il punto, dunque, non è chiedersi solo “cosa può fare l’IA per l’università”, ma quali forme di vita e di rapporto con il sapere essa rende più probabili, e quali invece rende marginali: un apprendimento come attività personale, o come prodotto; un’università come comunità, o come impianto di erogazione; un’educazione orientata alla libertà, o alla conformità.

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