Autonomia strategica: la strategia spaziale europea
Questa serie di articoli analizza in modo sistematico le diverse dimensioni dell’autonomia strategica dell’Unione Europea in ambito civile, con l’obiettivo di chiarirne il significato, i limiti e le implicazioni operative. Il concetto di autonomia, inteso come capacità di agire in modo coerente e indipendente in settori chiave, assume oggi una valenza cruciale anche al di fuori della sfera militare. Ricerca, istruzione, tecnologia, infrastrutture, dati e salute sono ambiti in cui l’UE mira a ridurre le dipendenze critiche e rafforzare le proprie competenze interne. L’autonomia non si oppone alla cooperazione internazionale, ma la presuppone su basi di reciprocità e capacità negoziale. Ogni articolo affronta un settore specifico, ricostruendo le strategie, le politiche e le sfide in atto. Il fine è contribuire a una riflessione documentata sulla costruzione di una capacità autonoma europea in ambiti civili essenziali.
La capacità di accesso e utilizzo autonomo dello spazio è una componente essenziale dell’autonomia strategica dell’UE. Negli ultimi decenni l’Europa ha costruito asset spaziali di primo piano – dai sistemi di navigazione satellitare (Galileo) all’osservazione della Terra (Copernicus) – affermando una presenza indipendente in orbita. Tuttavia, recenti eventi hanno evidenziato vulnerabilità e sfide da affrontare per mantenere e rafforzare tale autonomia orbitale. Un episodio emblematico è stato il lancio dei satelliti Galileo del 2023: con il nuovo lanciatore Ariane 6 in ritardo e l’indisponibilità dei razzi russi Soyuz a causa delle sanzioni, l’UE è dovuta ricorrere per la prima volta a un lanciatore extraeuropeo (SpaceX, USA) per mettere in orbita i propri satelliti di navigazione. Ciò ha richiesto precauzioni speciali – come un sovrapprezzo del 30% per garantire la presenza di personale europeo in fase di lancio e proteggere la tecnologia sensibile a bordo – e ha innescato un campanello d’allarme: la finestra di dipendenza temporanea da un servizio non europeo ha mostrato quanto sia cruciale ripristinare al più presto la piena capacità autonoma di lancio. Infatti, l’accesso indipendente allo spazio è tradizionalmente garantito dall’Europa tramite i lanciatori Ariane e Vega dall’area di Kourou (Guyana Francese). L’attuale transizione tra Ariane 5 (ritirato nel 2023) e Ariane 6 ha creato un gap che si sta cercando di colmare accelerando la messa a punto del nuovo vettore e valutando l’uso di lanciatori europei leggeri in sviluppo. La lezione appresa è che l’autonomia orbitale richiede investimenti e pianificazione costante per evitare interruzioni: la sovranità nello spazio inizia sulla rampa di lancio.