Nel quadro della rubrica Società aperte e crisi della legittimazione democratica, l’attenzione si rivolge qui alla delicata relazione fra verità, reputazione e autorità nelle nostre società. La democrazia vive di consenso informato e fiducia nelle istituzioni, ma oggi entrambe le condizioni appaiono compromesse. Da un lato, le autorità tradizionali – governi, parlamenti, media autorevoli, esperti scientifici – soffrono un calo di reputazione e credibilità agli occhi di una parte crescente dell’opinione pubblica. Dall’altro lato, nell’ecosistema digitale emergono nuove figure influenti che godono di ampia reputazione presso determinati pubblici pur in assenza di verifiche di veridicità: opinionisti improvvisati, leader populisti e persino propagatori di teorie infondate acquisiscono seguito e fiducia. Si delinea così una frattura preoccupante: istituzioni investite di autorità formale ma in deficit di reputazione popolare, contrapposte a fonti alternative dotate di reputazione e seguito ma slegate dal vincolo della verità fattuale. Questo sdoppiamento mina i fondamenti della legittimazione democratica, che richiede insieme fiducia nei ruoli istituzionali e condivisione di una base comune di realtà.