Nel suo "Primate Change: How the world we made is remaking us", Vybarr Cregan-Reid sottolinea la dissonanza tra l'ambiente in cui si è evoluto il corpo umano e il mondo artificiale che abbiamo costruito. Per dirla diversamente, la nostra biologia è il risultato di un lungo processo evolutivo, plasmato per adattarsi a uno stile di vita di cacciatori-raccoglitori, caratterizzato da un'intensa attività fisica, un'alimentazione varia e un contatto costante con la natura. Tuttavia, la rapida trasformazione del nostro habitat, avvenuta in particolare negli ultimi due-tre secoli, ha creato un divario sempre più ampio tra le esigenze biologiche del nostro organismo e le condizioni di vita imposte dalla modernità. Cregan-Reid evidenzia come molti dei problemi di salute che affliggono la società contemporanea, dalla postura scorretta all'obesità, dalle malattie respiratorie ai disturbi mentali, siano riconducibili a questo disallineamento evolutivo. Il nostro corpo, forgiato per muoversi su terreni irregolari, respirare aria pura e nutrirsi di cibi non processati, si trova ora a fare i conti con uno stile di vita sedentario, ambienti inquinati e un'alimentazione innaturale. La cosa interessante è che un simile ragionamento potrebbe essere fatto non solo per il corpo, ma anche per il nostro essere come animali sociali, con enormi conseguenze dal punto di vista politico. (Continua…)
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