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Civiltà del commento e pluralismo ridondante

lug 25, 2025
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In ogni democrazia il pluralismo è considerato una condizione irrinunciabile. È ciò che distingue uno spazio pubblico aperto da uno chiuso, un sistema di informazione libero da uno controllato. Ma spesso si dà per scontato che il pluralismo coincida semplicemente con la molteplicità delle voci, la libertà di opinione, la presenza di media indipendenti. Questa visione, per quanto corretta sul piano formale, è insufficiente per cogliere i meccanismi più profondi che strutturano la comunicazione pubblica. Il punto decisivo non è solo che più soggetti possano parlare, ma che più soggetti possano dire di che cosa vale la pena parlare. In altre parole, non è solo la diversità delle opinioni che conta, ma la diversità delle agende. Chi controlla i temi – ciò che merita attenzione, ciò che entra nello spazio del dicibile – esercita una forma di potere più sottile, ma non meno influente. Il problema non è tanto il dissenso, quanto l’orizzonte entro cui esso può manifestarsi.


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