Chi credeva che il populismo fosse morto, dovrà ricredersi. Sta cambiano forme e la vecchia antitesi tra elites e popolo, piazza e palazzo sta assumendo si sta muovendo lungo una faglie che è quella della sostenibilità e dell’anti-ambientalismo. Come si segnalava qui su Stroncature qualche tempo fa, è emersa una forte connessione tra i partiti populisti e l'anti-ambientalismo, un fenomeno particolarmente evidente nelle recenti dinamiche politiche europee e globali. Questa connessione si manifesta in varie forme, da un generico scetticismo riguardo al cambiamento climatico fino al rifiuto aperto delle politiche ambientali. Un esempio lampante di questa tendenza si può osservare nell'attuale scenario politico olandese, dove le controversie climatiche hanno avuto un ruolo significativo nel recente successo elettorale del partito di estrema destra di Geert Wilders.
La corsa al litio. Implicazioni geopolitiche
L'attuale rivoluzione industriale, guidata da un impetuoso bisogno di elettrificazione e decarbonizzazione, ha elevato il litio a un ruolo di primo piano, rendendolo un componente insostituibile nel settore delle batterie. Questa transizione verso fonti di energia più pulite ha spostato l'attenzione globale sul litio, facendolo diventare una risorsa altamente preziosa, paragonabile all'importanza che l'oro nero aveva nel secolo scorso. Questa mutata percezione del litio è fortemente legata alla sua cruciale applicazione nelle batterie al litio-ion, che alimentano una vasta gamma di tecnologie, dagli smartphone ai veicoli elettrici, fino ai sistemi di accumulo di energia su larga scala. La domanda in rapido aumento di questi prodotti ha innescato un vero e proprio boom nella ricerca, nell'estrazione e nell'innovazione legate al litio. Le compagnie minerarie in tutto il mondo stanno intensificando le loro operazioni per soddisfare questa crescente domanda, spingendo l'industria del litio in una fase di espansione senza precedenti.
"Power and Progress" di Daron Acemoglu e Simon Johnson
Il libro "Power and Progress: Our Thousand-Year Struggle Over Technology and Prosperity" di Daron Acemoglu e Simon Johnson affronta la complessa relazione tra sviluppo tecnologico e prosperità economica. Gli autori esaminano criticamente l'ottimismo diffuso riguardo ai benefici universali del progresso tecnologico. Nonostante la narrazione comune sostenga che la tecnologia sia una forza inarrestabile verso un mondo migliore, Acemoglu e Johnson dimostrano che, in molte epoche storiche, le innovazioni tecnologiche non hanno portato a una prosperità condivisa. La storia è disseminata di esempi in cui i progressi tecnologici hanno beneficiato solo una ristretta élite, mentre la maggioranza della popolazione è rimasta indietro. La tecnologia, per quanto potente, non è di per sè una panacea per i mali sociali ed economici, e la sua capacità di migliorare la vita delle persone dipende in gran parte da come viene impiegata e distribuita all'interno della società.
Vecchi e nuovi mondi
Il prossimo 13 dicembre alle ore 16.00, su Stroncature verrà presentato il quattordicesimo seminario di “VECCHI E NUOVI MONDI”, visioni politiche e attori sociali tra antico e nuovo regime. Emiliano Beri illustrerà come le navi e la navigazione nel Mediterraneo antico differissero dalle attuali, con una terminologia meno legata alla funzione e più ai modelli specifici. A differenza dell'oggi, dove le navi sono classificate per funzione (crociera, cargo, ecc.), l'antico regime presentava una maggiore varietà e complessità. Per comprendere questa realtà, oltre ai trattati standardizzati, si devono esaminare atti notarili, corrispondenza consolare, documenti amministrativi e iconografia. Discuteranno con Emiliano Beri, Marco Natalizi e Chiara Vangelista. Per partecipare è necessario registrarsi.
"Il demone della battaglia. Alessandro a Isso" di Gastone Breccia
Lo scorso 7 dicembre Stroncature ha ospitato la presentazione dell’opera “Il demone della battaglia. Alessandro a Isso”, ultimo lavoro di Gastone Breccia, dove viene esaminata con dettaglio storico e analitico l’epica Battaglia di Isso. In quest’opera, Alessandro Magno emerge come figura centrale nella sconfitta dell’impero persiano di Dario III, un evento che ha segnato profondamente la storia dell’Occidente. Dialogano con l’autore Immacolata Eramo, dell’Università degli Studi di Bari, e Michele Gatto, dell’Università degli Studi di Milano.