Quasi tutti i membri del comitato editoriale del Journal of Human Evolution, una rivista scientifica di rilievo pubblicata da Elsevier, hanno rassegnato le dimissioni in blocco. La decisione, presa durante il fine settimana festivo, è il culmine di una serie di tensioni accumulate negli ultimi anni. Tra le principali ragioni del malcontento figurano l'introduzione non trasparente di strumenti di intelligenza artificiale (IA) nel processo editoriale, l'aumento delle tariffe imposte agli autori e la riduzione del supporto editoriale tradizionale. Questi cambiamenti hanno minato i principi fondanti della rivista, rendendo insostenibile la collaborazione per molti accademici.
L'uso dell'IA nel processo di produzione, avviato nel 2023 senza consultare il comitato editoriale, è stato uno dei punti più controversi. Secondo fonti interne, l'implementazione frettolosa di questa tecnologia ha causato errori di formattazione, stile e persino alterazioni involontarie del significato dei manoscritti. In alcuni casi, versioni precedenti di articoli già approvati sono state ripristinate, creando confusione e ritardi nella pubblicazione. Gli editori hanno impiegato mesi per risolvere questi problemi, sottraendo tempo e risorse al loro lavoro scientifico. L'introduzione dell'IA, sebbene potenzialmente utile, è stata percepita come una scelta dettata più da logiche di risparmio che da un reale miglioramento del processo editoriale.
Un altro fattore determinante è stata la decisione di Elsevier di ridurre drasticamente il numero di editori associati, tagliando oltre il 50% delle posizioni. Questo ha costretto i rimanenti editori a gestire un carico di lavoro insostenibile, spesso su temi al di fuori della loro area di competenza. La mancanza di supporto adeguato ha ulteriormente aggravato la situazione, rendendo impossibile mantenere gli standard qualitativi che hanno caratterizzato la rivista per decenni. La riduzione del personale è stata interpretata come una mera strategia di contenimento dei costi, senza considerare le ricadute sulla qualità scientifica e sulla comunità accademica.
Il punto di rottura definitivo è arrivato a novembre 2023, quando Elsevier ha annunciato la fine del modello di co-editoria in vigore dal 1986. L'editore ha proposto di mantenere il modello solo a condizione di un taglio del 50% dei compensi per gli editori. Questa decisione è stata percepita come un affronto alla professionalità e al contributo degli accademici, spingendo il comitato editoriale a dimettersi in blocco. Questo episodio non è isolato: dal 2023, si contano già venti casi di dimissioni di massa da riviste scientifiche, un segnale chiaro del crescente malcontento nel settore. Tra gli esempi più recenti, le dimissioni dal Journal of Informetrics e da Neuroimage hanno seguito dinamiche simili, con proteste contro le politiche degli editori commerciali.
In risposta a questa crisi, alcuni ex editori stanno lavorando alla creazione di nuove riviste indipendenti, senza scopo di lucro e ad accesso aperto. Queste pubblicazioni mirano a ripristinare standard accademici elevati, garantendo al contempo una maggiore trasparenza e accessibilità. L'esempio di altre riviste che hanno intrapreso percorsi simili, come eLife e PLOS ONE, dimostra che alternative valide esistono. Tuttavia, il successo di queste iniziative dipenderà dalla capacità di attrarre finanziamenti e collaborazioni, in un contesto dominato da grandi editori commerciali. La crisi del Journal of Human Evolution potrebbe quindi rappresentare un punto di svolta per il futuro dell'editoria scientifica, spingendo verso un modello più equo e sostenibile.