Criteri e indicatori di valutazione della Terza Missione nella VQR 2015–2019
Quadro normativo e istituzionale
La valutazione della Terza Missione si inscrive nella cornice riformatrice introdotta dalla Legge 240/2010 e dal D.Lgs. 19/2012, che hanno istituito l’ANVUR e avviato un sistema nazionale di valutazione del sistema universitario. L’ANVUR ha infatti il compito di definire i criteri e gli indicatori per la valutazione periodica di efficienza, qualità e risultati degli atenei (inclusa la terza missione). In particolare il DM 1110/2019 del MIUR (integrato dal DM 444/2020) ha stabilito modalità e criteri della VQR 2015–2019. Tale decreto specifica che la valutazione della terza missione si basa su gruppi di esperti interdisciplinari (GEV), dotati di coordinatori, incaricati di esaminare i casi di studio proposti dalle università. Il quadro normativo include anche disposizioni sul sistema AVA (autovalutazione, valutazione e accreditamento): ad esempio i DM 987/2016 e 1154/2021 contengono indicatori per la valutazione periodica di sede, e riconoscono alla terza missione un peso (es. 5% della quota premiale) nell’allocazione delle risorse.
Strumenti di rilevazione e monitoraggio
Per garantire coerenza e comparabilità dei dati, l’ANVUR ha sviluppato strumenti centralizzati di rilevazione. In particolare è stata creata la SUA-TM (Scheda Unica Annuale per la Terza Missione e Impatto Sociale). Le linee guida alla SUA-TM (pubblicate nel 2018) definiscono la modulistica e i campi informativi da raccogliere a livello di ateneo, includendo dati quantitativi sulle attività di terza missione. Il consorzio CINECA, partner tecnologico delle università italiane, ha realizzato la piattaforma informatica per la raccolta e l’inoltro dei casi di studio e dei dati di terza missione. Grazie alla SUA-TM è stata creata una base dati standardizzata delle informazioni di terza missione di tutti gli Atenei. A livello di singola istituzione, i casi di studio venivano inizialmente compilati in schede interne (scheda Ateneo) e poi trasmessi ad ANVUR tramite una seconda scheda definitiva (scheda ANVUR). Le riunioni dei GEV, anche in videoconferenza (a causa del COVID-19), sono avvenute con apposite piattaforme (es. Microsoft Teams) messe a disposizione dall’ANVUR.
Struttura dei casi di studio nella VQR 2015–2019
Nel processo di valutazione della Terza Missione relativo alla VQR 2015–2019, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) ha previsto che ciascun ateneo selezionasse e presentasse un insieme definito di casi di studio, corrispondente al 50% del numero complessivo di dipartimenti attivi presso l’istituzione. Ogni caso di studio doveva essere riferito ad almeno uno dei campi d’azione riconosciuti da ANVUR come espressione della Terza Missione, tra cui figurano: valorizzazione della proprietà intellettuale, creazione di imprese accademiche (spin-off e start-up), trasferimento tecnologico verso il sistema produttivo, iniziative di divulgazione scientifica e culturale, promozione della cittadinanza scientifica, educazione permanente, valorizzazione dei beni pubblici e delle risorse culturali, open science, nonché attività riconducibili agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. I casi dovevano riferirsi a iniziative svolte nel quinquennio di riferimento e dovevano riflettere l’effettiva capacità dell’istituzione di generare trasformazioni socialmente rilevanti, andando oltre la mera rendicontazione di attività routinarie o progetti sperimentali privi di impatto verificabile.
La struttura di ciascun caso di studio doveva seguire un tracciato predefinito, che garantisse la possibilità di valutazione da parte dei Gruppi di Esperti della Valutazione (GEV) in modo omogeneo. Le componenti obbligatorie comprendevano l’identificazione del contesto territoriale e istituzionale in cui si collocava l’iniziativa, la definizione precisa dei soggetti beneficiari diretti e indiretti, la descrizione delle competenze e del ruolo dell’unità organizzativa proponente (ad esempio dipartimento, centro interdipartimentale, struttura di raccordo), una cronologia dettagliata delle fasi del progetto, e la quantificazione delle risorse impiegate, distinguendo tra personale coinvolto, fondi propri, contributi esterni e infrastrutture utilizzate. Elemento cruciale della documentazione era la parte relativa all’impatto generato: questa doveva includere un confronto tra la situazione ex ante e quella ex post, evidenziando le trasformazioni intervenute attraverso l’adozione di indicatori quantitativi, possibilmente verificabili da fonti esterne e strutturati secondo logiche di robustezza metodologica. Parallelamente, era richiesta una descrizione qualitativa degli effetti prodotti, utile a fornire un quadro interpretativo e contestualizzato delle dinamiche di impatto. L’interazione tra dimensione descrittiva e dimensione metrica era ritenuta essenziale per accertare la significatività, la rilevanza e la replicabilità dell’intervento documentato.
Criteri qualitativi e quantitativi di valutazione
L’ANVUR ha adottato un approccio misto bottom-up per la valutazione della terza missione: alle istituzioni è stato lasciato il compito di proporre autonomamente gli indicatori più pertinenti (di output, outcome e impatto) per documentare il caso studiato. Le università hanno quindi presentato indicatori quantificabili relativi all’output (per esempio numero di brevetti, contratti di ricerca, corsi erogati), all’outcome (ad esempio ricavi generati dai progetti, posti di lavoro creati in nuovi spinoff, servizi erogati) e all’impatto sociale ed economico più ampio dell’attività. L’ANVUR definisce l’impatto in senso ampio: come «trasformazione o miglioramento» prodotto dall’attività sul piano economico, sociale, culturale, della salute o della sostenibilità ambientale, incluso il contrasto a disuguaglianze o la riduzione di conseguenze negative.
La valutazione finale combina questi indicatori con il giudizio informato degli esperti dei GEV. I criteri qualitativi ufficiali considerati comprendono, fra gli altri: l’ampiezza e profondità dell’impatto sociale, economico e culturale prodotto (criterio a), la rilevanza del caso rispetto al contesto di riferimento (locale, regionale, nazionale o internazionale) (criterio b), il valore aggiunto per i beneficiari (criterio c), e il contributo organizzativo e di professionalità da parte della struttura proponente (criterio d). Ad esempio, il criterio a) valuta «l’apporto del caso di studio al cambio di atteggiamenti, all’accrescimento della consapevolezza e delle capacità, al perfezionamento dei processi in campo economico, sociale e culturale, conducendo a un risultato migliorativo». Il criterio b) valuta la «importanza assunta dal caso in rapporto alla dimensione locale, regionale, nazionale, europea o internazionale», misurando eventuali incrementi quantitativi o qualitativi dell’impatto sul contesto. In generale i revisori hanno apprezzato nei casi la chiarezza, la coerenza con la strategia istituzionale, la qualità delle azioni di monitoraggio e la robustezza metodologica degli indicatori proposti. L’ANVUR ha esplicitamente rimesso all’istituzione valutata la scelta delle metriche più adeguate, purché «adeguate e pertinenti, metodologicamente robuste e rigorose», preferibilmente fondate su prassi consolidate o letteratura tecnico-scientifica di riferimento.
Ruolo delle istituzioni e contesto delle politiche pubbliche
Nel contesto delle politiche per l’università e la ricerca, la terza missione è riconosciuta come terzo pilastro dell’attività accademica insieme a didattica e ricerca. I singoli atenei sono quindi chiamati a integrare nei propri processi di qualità le attività di terza missione, garantendo una rilevazione regolare (tramite la SUA-TM) e una strategia coerente con le esigenze socio-economiche del territorio. L’ANVUR, in coordinamento con il MIUR/MUR e con il supporto tecnico del CINECA, fornisce linee guida e strumenti per questa rilevazione e valutazione. L’esercizio VQR 2015–2019 ha rappresentato la prima valutazione sistematica a livello nazionale della terza missione, allineata alle indicazioni europee sulla civic university. L’obiettivo è far sì che le attività di trasferimento tecnologico, di innovazione sociale e di coinvolgimento della cittadinanza siano trattate alla stregua di obiettivi strategici, misurati con indicatori chiari e comparabili, anziché lasciate a iniziative episodiche. In questo modo, la politica universitaria punta a premiare gli atenei che dimostrano attraverso dati e casi concreti il valore aggiunto del proprio impegno verso la società.
Fonti: Rapporto ANVUR VQR 2015–2019 (area Terza Missione); Linee guida ANVUR SUA-TM 2018; Decreto MIUR 29/11/2019 (VQR 2015–19).