Dinamiche di contagio cognitivo nei social network
Questo studio analizza come le idee e la disinformazione si diffondano nei social network secondo dinamiche complesse, non lineari e spesso imprevedibili. A partire dai modelli di contagio cognitivo ispirati all’epidemiologia, si distingue tra contagio semplice e contagio complesso: nel primo caso basta un’esposizione per trasmettere un’idea, nel secondo sono necessarie esposizioni multiple da fonti diverse. La struttura della rete sociale e i fattori cognitivi degli utenti – come il bias di conferma e la selezione delle fonti – influenzano profondamente la probabilità che un contenuto diventi virale. L’effetto della ripetizione, la forza dell’emozione morale e il ruolo delle echo chambers rafforzano la diffusione dei contenuti più polarizzanti. I social network, massimizzando l’engagement, favoriscono contenuti divisivi e accelerano la propagazione di messaggi non verificati. I casi dell’infodemia COVID-19 e della disinformazione russa durante le elezioni USA del 2016 mostrano come il contagio cognitivo possa avere conseguenze sistemiche, anche quando coinvolge solo minoranze attive. Lo studio invita a trattare la disinformazione come un rischio strutturale, affrontabile solo con strumenti multidisciplinari: modellazione matematica, psicologia cognitiva, analisi reticolare, strategie comunicative e alfabetizzazione digitale. In una società interconnessa, gestire questi fenomeni non significa eliminarli, ma contenerli, comprenderli e mitigarne gli effetti.