"Parole come pietre" è un progetto che si basa sull’idea di creare abiti che non sono semplici capi di vestiario, ma strumenti di narrazione e di espressione individuale. Incorporando frasi di grande impatto, scelte per la loro forza espressiva e la loro capacità di evocare emozioni e riflessioni, ogni abito diventa un messaggio ambulante, un manifesto personale di ciò che la persona che l’indossa vuole essere e di ciò che vuole condividere con gli altri. In questo modo, gli abiti diventano dei narratori silenziosi, capaci di influenzare e ispirare gli altri attraverso la potenza delle parole iscritte nei tessuti.
La frase "Es irrt der Mensch, solang er strebt", tratta dal “Faust” di Goethe si traduce come "l'uomo erra finché cerca", che significa che la ricerca di ciò che non si conosce porta con sè, inevitabilmente, la possibilità di sbagliare. Solo chi percorre strade note non sbaglia. Ma c’è anche un altro significato che va posto in evidenza e cioè l’ansia costante dell’orizzonte che anima gli esseri umani, la necessità di trascendere i propri limiti, di andare verso l’ignoto, nonostante la possibilità di sbagliare, di cadere. È la certezza che ci si riprenderà da ogni errore, nella convinzione profonda, nonostante l’Ulisse dantesco, che per gli esseri umani nessun volo è folle. Icaro vola ancora.
La frase esprime, dunque, un concetto fondamentale nella visione di Goethe: l'incessante ricerca della verità e della conoscenza è un percorso intrinsecamente legato all'errore e alla fallibilità; ma significa anche che quella ricerca continuerà nonostante la certezza che si sbaglierà. Goethe qui non condanna l'errore, ma lo riconosce come parte integrante del processo di apprendimento e di crescita. L'errore, per Goethe, non è un mero fallimento, ma una tappa necessaria nel cammino verso la saggezza. In questa visione l'imperfezione e la limitatezza sono viste non come debolezze, ma come aspetti fondamentali dell'esperienza umana. In questo senso, l’errore è parte integrante del percorso di apprendimento, offre una prospettiva preziosa nel contesto attuale.
Questo vuol dire che chi innova inevitabilmente incorre in errore. Nel processo innovativo, l'errore non è un mero incidente o un fallimento, ma piuttosto una componente essenziale del percorso creativo e di scoperta. Questo concetto è particolarmente rilevante nell'ambito dell'innovazione, dove il tentativo di trascendere i confini del conosciuto implica un'inevitabile esposizione all'errore. In questo contesto, l'errore diviene non solo accettabile, ma anche necessario: è attraverso gli errori, le deviazioni e i fallimenti che l'innovatore apprende, si adatta e infine raggiunge nuove verità o soluzioni. Chi non sbaglia non sta innovando.
Nel considerare la frase di Goethe in relazione all'innovazione, emergono riflessioni fondamentali sulla natura della conoscenza e del progresso umano. L'innovazione, per sua stessa natura, richiede di avventurarsi in ambiti non ancora esplorati, dove le mappe del sapere preesistente perdono la loro validità. In queste terre ignote, l'errore non è soltanto probabile, ma è spesso l'unico faro che guida verso nuove scoperte. Questa percezione goethiana dell'errore come compagno costante della ricerca sfida l'idea di un progresso lineare e senza ostacoli, proponendo invece un percorso di innovazione intrecciato con l'esperienza dell'errore. In questo senso, Goethe anticipa una comprensione moderna dell'innovazione: un processo iterativo, dove ogni errore diventa un gradino verso una comprensione più elevata. Pertanto, nell'ambito dell'innovazione, la frase di Goethe ci ricorda che ogni tentativo, ogni esperimento fallito, è in realtà un passo fondamentale nel viaggio verso il nuovo e l'inesplorato.