Formazione professionale e sviluppo: i primi risultati di Vet4Growth
Dati essenziali
– Probabilità di occupazione: aumentata in media del 9% dopo la riforma dei percorsi IeFP. L’effetto è stato più contenuto per gli uomini (+5%) e molto più forte per le donne (+16%).
– Salari: incremento medio del 14%. Le donne hanno guadagnato di più (+20%) rispetto agli uomini (+10%).
– Gender wage gap: la distanza retributiva tra uomini e donne si è ridotta dal 24% al 17%.
– Dinamiche familiari: per gli uomini, +11% matrimoni e −12% single; per le donne, −7% matrimoni e −0,4 figli in media (pari a circa −33% rispetto alle coorti precedenti).
– ITS Academy e natalità d’impresa: +0,37% di nuove imprese in media, con effetto particolarmente forte nel Centro-Sud, meno significativo nel Nord.
– ITS Academy e innovazione: +0,08% quota di imprese innovative a livello nazionale; nel Nord incremento del 52% dei brevetti concessi, nessun effetto misurabile nel Centro-Sud.
– Fattori determinanti: province con corsi di qualità sopra la mediana e reti ampie di imprese e istituzioni hanno registrato gli effetti più consistenti su natalità d’impresa, innovazione e brevetti.
Negli ultimi anni la formazione professionale ha assunto un ruolo crescente nelle politiche educative e industriali, diventando uno degli strumenti centrali per affrontare le sfide del mercato del lavoro e della competitività dei territori. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha riconosciuto la strategicità del sistema di istruzione e formazione professionale, assegnando risorse dedicate per sostenere lo sviluppo dell’istruzione terziaria professionalizzante e rafforzare il sistema duale, in cui scuola e impresa collaborano nella preparazione dei giovani. In questo contesto si colloca Vet4Growth, un progetto di ricerca finanziato nell’ambito dei Progetti di Rilevante Interesse Nazionale e sostenuto dall’Unione Europea attraverso Next Generation EU, coordinato dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con l’Università di Bergamo. L’obiettivo del progetto è misurare attraverso tecniche solide di valutazione gli effetti delle riforme del sistema VET in Italia, utilizzando tecniche controfattuali che permettono di distinguere le semplici coincidenze dagli effetti causali reali. Le prime analisi prodotte dal progetto, di cui presentiamo qui una sintesi, si concentrano su due ambiti distinti ma complementari: la riforma dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale e l’impatto dell’apertura delle ITS Academy sui sistemi locali di impresa e innovazione.
Il primo studio valuta gli effetti della riforma che, a partire dai primi anni Duemila, ha esteso da due a tre anni i percorsi di formazione professionale breve, aumentando contestualmente le ore dedicate alle competenze generali. Per comprendere l’impatto effettivo di questa riforma, i ricercatori hanno sfruttato la diversa tempistica di adozione regionale, applicando un approccio di valutazione che consente di osservare cosa sarebbe accaduto in assenza della riforma e confrontarlo con quanto osservato dopo l’implementazione. I risultati mostrano che la riforma ha prodotto un effetto significativo sulla probabilità di essere occupati, che è cresciuta in media di oltre nove punti percentuali, con un impatto particolarmente marcato per le donne, per le quali l’occupazione è aumentata di quasi sedici punti. Anche sui salari gli effetti sono rilevanti: l’aumento medio è stato di circa il quattordici per cento, con differenze significative tra uomini e donne, a favore delle seconde. Questi risultati indicano che l’arricchimento dei programmi di studio con competenze generali ha contribuito a migliorare le prospettive di lavoro e di reddito dei giovani che hanno seguito i nuovi percorsi.
Lo studio, tuttavia, non si limita a misurare occupazione e salari, ma prende in esame anche le scelte familiari e demografiche, mettendo in luce dinamiche differenziate per genere. Per gli uomini emerge una maggiore propensione al matrimonio e una riduzione della condizione di single, con effetti robusti e statisticamente significativi. Per le donne, invece, si osserva una diminuzione della probabilità di sposarsi e un calo rilevante della fecondità, pari a circa un terzo rispetto alla media osservata nelle coorti precedenti. Questo risultato suggerisce che i miglioramenti occupazionali e salariali ottenuti con la riforma si accompagnano, per le donne, a un rinvio della maternità e a una diversa gestione del bilanciamento tra carriera e famiglia. Il quadro che emerge è dunque complesso: da un lato la riforma ha rafforzato le prospettive lavorative, dall’altro ha modificato in modo significativo le dinamiche familiari, con implicazioni di lungo periodo sulle scelte di vita e sulla demografia.
Il secondo studio sposta l’attenzione dalle traiettorie individuali alle dinamiche territoriali e imprenditoriali, analizzando gli effetti dell’apertura delle ITS Academy, istituzioni terziarie professionalizzanti costituite come fondazioni pubblico-private con un forte coinvolgimento delle imprese. L’analisi utilizza dati provinciali tra il 2009 e il 2023 e un approccio di valutazione che tiene conto delle differenze di tempistica nell’avvio delle sedi ITS. I risultati evidenziano che l’apertura di un ITS si associa a un aumento della natalità di impresa, cioè alla creazione di nuove aziende, con un effetto più pronunciato nelle regioni del Centro-Sud, dove il tessuto produttivo è meno denso e l’apporto degli ITS riduce in modo significativo gli ostacoli all’avvio di attività imprenditoriali. Questo indica che gli ITS possono svolgere una funzione di stimolo alla vitalità economica proprio nei territori che più ne hanno bisogno, contribuendo a riequilibrare i divari di sviluppo.
Gli effetti delle ITS Academy non si fermano al numero di nuove imprese, ma riguardano anche la qualità del tessuto produttivo. Lo studio mostra che nelle regioni del Nord l’apertura degli ITS è associata a un aumento della quota di imprese innovative e a una crescita significativa delle concessioni di brevetti, mentre nel Centro-Sud, pur essendo rilevante l’impatto sulla natalità imprenditoriale, non si osservano effetti altrettanto forti sull’innovazione tecnologica e brevettuale. Queste differenze sono spiegate dai ricercatori con il diverso livello di capacità di adozione delle nuove tecnologie dei territori: dove esistono già filiere produttive consolidate e sistemi di innovazione attivi, gli ITS contribuiscono a spostare la composizione delle nuove imprese verso iniziative più innovative e a rafforzare la produzione di conoscenza codificata; dove invece il contesto è meno sviluppato, gli ITS abbassano le barriere di ingresso per nuove attività ma non generano immediatamente effetti misurabili sulla produzione di innovazione. In entrambi i casi, comunque, gli ITS si confermano come leve di trasformazione territoriale.
Un elemento di grande interesse riguarda i meccanismi che amplificano o limitano gli effetti degli ITS. L’analisi mostra che la qualità dei corsi e l’ampiezza delle reti di partner delle fondazioni sono condizioni decisive per ottenere risultati positivi. Province con corsi valutati al di sopra della media nazionale e con reti ampie di imprese e istituzioni coinvolte presentano incrementi più consistenti sia nella natalità di impresa sia nella quota di imprese innovative, e nel Nord anche nella produzione di brevetti. Questo risultato porta a una conclusione operativa chiara: non basta moltiplicare le sedi ITS, ma occorre garantire la qualità dei programmi e investire nelle reti di collaborazione tra istituzioni e imprese per ottenere reali ricadute sullo sviluppo. In tal senso, lo studio fornisce indicazioni preziose per la definizione delle politiche future e per orientare al meglio l’uso delle risorse pubbliche destinate a questo settore.
I due studi, considerati insieme, mostrano come i sistemi di istruzione e formazione professionale abbiano la capacità di incidere sia sulle traiettorie individuali dei giovani sia sulle dinamiche economiche e innovative dei territori. L’estensione dei percorsi IeFP ha migliorato in modo significativo le prospettive occupazionali e salariali, con effetti complessi sulle scelte familiari e demografiche, mentre l’apertura delle ITS Academy ha contribuito a stimolare la creazione di nuove imprese e a rafforzare l’innovazione, con differenze legate al contesto territoriale e alla qualità delle istituzioni. Questi risultati evidenziano che la formazione professionale non è un tema marginale ma una vera infrastruttura di sviluppo, capace di generare cambiamenti profondi nella società e nell’economia. La loro divulgazione attraverso Stroncature – Terza Missione diventa perciò parte integrante del progetto Vet4Growth: rendere accessibili evidenze complesse a un pubblico ampio significa contribuire a un dibattito più informato e a scelte politiche e istituzionali più consapevoli, con ricadute concrete sul futuro della formazione, del lavoro e dell’innovazione in Italia.