La recente decisione del presidente Donald Trump di sospendere per 90 giorni l'imposizione di nuovi dazi su molti paesi, mantenendo però tariffe elevate del 125% nei confronti della Cina, ha sollevato interrogativi sulla strategia commerciale degli Stati Uniti. Prima di questa sospensione, oltre 75 nazioni avevano manifestato l'intenzione di negoziare accordi bilaterali con Washington per evitare l'applicazione di tariffe punitive. Questa corsa alle trattative solleva una questione fondamentale: è realmente vantaggioso per un paese colpito da dazi statunitensi cercare concessioni attraverso negoziati bilaterali? Oppure tali negoziati rischiano di legittimare un approccio unilaterale e coercitivo al commercio internazionale, minando le fondamenta del sistema multilaterale?
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