Il futuro del lavoro umano e l’AI agentica
La perdita di controllo e la difficoltà ad orientarsi
Nel dibattito sul futuro del lavoro domina un senso crescente di smarrimento, alimentato dalla velocità con cui i sistemi intelligenti si insinuano non solo nei processi decisionali ma anche nelle attività fisiche. I robot della logistica di Amazon, capaci di spostare migliaia di oggetti al minuto, e i robot umanoidi di Tesla progettati per operare in ambienti complessi rendono evidente che molte mansioni un tempo considerate stabili possono cambiare natura o scomparire senza preavviso. Questo accelera la percezione di una perdita di controllo, come se l’evoluzione tecnologica avanzasse più rapidamente della capacità delle persone di comprenderne implicazioni e conseguenze. Le domande si fanno sempre più cupe: che cosa accadrà quando le macchine non si limiteranno più a eseguire comandi, ma anticiperanno bisogni, correggeranno anomalie e completeranno interi processi in autonomia? Quali ruoli resteranno davvero legati alla presenza umana? E quali competenze saranno indispensabili per non essere espulsi da un sistema che cambia mentre lo si osserva? L’incertezza riguarda l’intero assetto del lavoro umano e rende essenziale distinguere tra le diverse forme di intelligenza artificiale che guidano questo cambiamento, per iniziare a capire la direzione in cui vanno le cose. (Continua a leggere…)


