"He who receives an idea from me, receives instruction himself without lessening mine; as he who lights his taper at mine, receives light without darkening me." Thomas Jefferson
Qui su Stroncature ormai da qualche anno si batte su un punto (anche abbastanza scontato): se siamo sempre più dentro ad una economia della conoscenza è chiaro che a vincere (anche se si tratta di un “gioco infinito” per dirla con Sinek) la competizione tra le nazioni saranno quei paesi che hanno risolto il problema dell’istruzione, vale a dire come dare i migliori strumenti possibili al più ampio numero di persone perchè possano essere in grado di produrre nuova conoscenza e nel contempo essere in grado di assorbire e utilizzare la conoscenza prodotta da altri. Se così stanno le cose, ne deriva logicamente che le istituzioni che hanno a che fare con il mondo dell’istruzione e della ricerca (tutte) sono da considerarsi assets strategici per un paese al pari delle istallazioni militari, del sistema viario e delle comunicazioni. Così accanto all’hard power (classico), al soft power, sta avanzando in modo sempre più definito la centralità di "Knowledge Power"