Il mondo come flusso: perché nulla è davvero stabile
Cosa significa dire che tutto scorre? È solo un modo poetico di descrivere il cambiamento, oppure un’affermazione scientifica sulla natura del mondo? Se osserviamo un fiume, una città o un organismo, vediamo forme che sembrano permanenti, eppure nulla in esse rimane identico a se stesso. Le cellule si rinnovano, gli edifici si trasformano, le relazioni economiche mutano. Ogni sistema vive in un equilibrio che si costruisce e si dissolve continuamente. Ma allora cos’è davvero stabile? È ancora possibile parlare di identità quando tutto cambia? La filosofia dei sistemi complessi suggerisce che ciò che chiamiamo stabilità non è una condizione naturale, ma un risultato momentaneo di processi che si autoregolano. Comprendere la complessità significa comprendere come le strutture si mantengano nel tempo non grazie all’immobilità, ma alla capacità di adattarsi. La vita, la mente, le istituzioni e i mercati non sono oggetti fissi, ma configurazioni dinamiche che esistono finché riescono a gestire il flusso continuo di energia, informazione e materia. Nulla, dunque, è davvero stabile, e proprio questa instabilità è ciò che rende possibile la continuità.
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