Il ruolo di MUR, ANVUR e CINECA nella governance della Terza Missione
La Terza Missione delle università – accanto alle missioni tradizionali di didattica e ricerca – è ormai riconosciuta come funzione istituzionale a tutti gli effetti nel sistema universitario italiano. Questo riconoscimento formale risale alla riforma introdotta dalla Legge 240/2010, che ha attribuito ai nuovi Dipartimenti la responsabilità piena non solo delle attività di didattica e ricerca, ma anche di quelle di Terza Missione. In altre parole, fin dal riordino del 2010 il legislatore ha inserito l’interazione con la società (trasferimento di conoscenze, valorizzazione della ricerca, impegno pubblico, ecc.) tra i compiti fondamentali delle università pubbliche.
Conseguentemente, il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) e il Consorzio interuniversitario CINECA rivestono ruoli distinti ma coordinati nella governance di questa Terza Missione. Attraverso funzioni di indirizzo strategico, definizione di policy, costruzione di strumenti di monitoraggio e valutazione, tali attori garantiscono che le università perseguano efficacemente anche gli obiettivi di impatto sociale e di trasferimento al territorio, in coerenza con le politiche pubbliche nazionali. Di seguito si ricostruisce il quadro normativo e procedurale di riferimento, esplicitando i ruoli rispettivi di MUR, ANVUR e CINECA e i compiti richiesti alle istituzioni accademiche in materia di Terza Missione.
Quadro normativo e ruolo del MUR
Dal punto di vista normativo, la Terza Missione è entrata stabilmente nell’agenda della politica universitaria italiana a partire dal 2010. La Legge n. 240/2010 – oltre a riorganizzare governance e strutture degli atenei – ha sancito che le università operano ispirandosi ai principi di autonomia e responsabilità, includendo espressamente le attività di trasferimento e interazione con il contesto socio-economico tra le loro finalità istituzionali. In attuazione di quella riforma, il Governo ha emanato il Decreto Legislativo n. 19/2012, che ha introdotto un sistema organico di Autovalutazione, Valutazione periodica e Accreditamento (AVA) delle sedi e dei corsi universitari, con l’obiettivo di incentivare la qualità e l’efficienza del sistema anche tramite meccanismi premiali nella distribuzione delle risorse pubbliche. Pur non menzionando esplicitamente ogni ambito, il D.Lgs. 19/2012 ha posto le basi per includere anche le nuove attività “terza missionali” nei criteri di valutazione ex ante ed ex post delle performance degli atenei.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), quale organo di governo del sistema, svolge un ruolo di indirizzo strategico e regolazione in materia di Terza Missione. Esso emana le normative secondarie che danno sostanza al quadro AVA e definisce le politiche triennali alle quali le università devono allineare la propria programmazione. Un provvedimento chiave è stato il Decreto Ministeriale n. 47/2013, che per la prima volta ha integrato la Terza Missione nei parametri di valutazione e accreditamento: dal 2013 in poi le attività terza missionali degli atenei sono formalmente sottoposte a valutazione periodica da parte di ANVUR. Tale decreto – poi aggiornato e sostituito dai D.M. 987/2016, D.M. 6/2019 e infine dal D.M. 1154/2021 – ha inserito esplicitamente la qualità delle attività di valorizzazione della ricerca e dell’impatto sociale tra i requisiti da soddisfare per l’accreditamento iniziale e periodico delle sedi universitarie.
Il D.M. 1154/2021 rappresenta lo standard normativo vigente per AVA (cosiddetto AVA 3). In esso la Terza Missione è pienamente integrata sia nei requisiti di assicurazione interna della qualità sia negli indicatori di performance. Il decreto richiede, ad esempio, che ogni ateneo possieda “una chiara visione complessiva delle modalità con le quali i Dipartimenti […] definiscono proprie linee strategiche, con particolare riferimento alla ricerca e alla terza missione/impatto sociale, in coerenza con le linee strategiche dell’Ateneo”, dotandosi di opportuni sistemi di pianificazione, monitoraggio e valutazione dei processi e risultati in tali ambiti. Inoltre, l’AVA 3 prevede che il sistema di Assicurazione della Qualità di ateneo copra tutte le missioni (didattica, ricerca e terza missione) e ne monitori l’efficacia coinvolgendo gli organi di governo ai diversi livelli. Ciò significa che il MUR, tramite le Commissioni di Esperti Valutatori incaricate dell’accreditamento periodico, verifica regolarmente che le università abbiano politiche e strutture adeguate anche per la Terza Missione.
Parallelamente alla regolazione qualitativa, il MUR ha inserito la Terza Missione anche nei meccanismi di finanziamento basati sui risultati. Le Linee generali di indirizzo della programmazione triennale emanate dal Ministero (ad esempio D.M. 989/2019 per il triennio 2019-2021 e D.M. 289/2021 per il triennio 2021-2023) assegnano obiettivi e indicatori di performance che includono indicatori di Terza Missione. Una quota del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) è ora ripartita in base a parametri premiali collegati non solo a didattica e ricerca, ma anche alla qualità delle attività di valorizzazione della ricerca. In particolare, il D.M. 289/2021 attribuiva un peso del 5% al “profilo di qualità delle attività di valorizzazione della ricerca (terza missione)” nell’ambito degli indicatori utilizzati per valutare i risultati degli atenei. In tal modo, il Ministero orienta strategicamente il sistema universitario: incentiva gli atenei a migliorare le proprie performance di Terza Missione, sapendo che queste influiscono sia sul giudizio di qualità sia – almeno in parte – sulle risorse finanziarie assegnate.
Da ultimo, il MUR esprime le priorità nazionali anche attraverso la Programmazione triennale di sistema. Nei documenti programmatici più recenti (come il Piano 2021-2023 e in prospettiva quello 2024-2026) la Terza Missione figura tra gli assi strategici, in linea con le politiche pubbliche volte a stimolare innovazione, trasferimento tecnologico e impatto sociale della ricerca. Ad esempio, il MUR richiede agli atenei di inserire nei propri piani triennali azioni per il potenziamento del trasferimento di conoscenza e del public engagement, e successivamente – con il supporto di ANVUR – ne monitora l’attuazione e i risultati. In sintesi, il Ministero definisce il framework normativo e di policy entro cui si colloca la Terza Missione, fissando obiettivi e criteri a livello nazionale e assicurando che essi siano perseguiti attraverso la valutazione e la leva finanziaria.
Il ruolo di ANVUR nel monitoraggio e nella valutazione della Terza Missione
All’ANVUR spetta il compito operativo di dare attuazione alle politiche di valutazione della Terza Missione e di sviluppare strumenti adeguati per rilevarne e misurarne gli esiti. Sin dalla sua istituzione (D.P.R. 76/2010) l’Agenzia è chiamata a valutare le performance delle università italiane in un’ottica di miglioramento continuo e trasparenza. Con l’avvio del sistema AVA, l’ANVUR ha progressivamente elaborato un vero e proprio modello di valutazione della Terza Missione, articolato per aree di attività, indicatori e procedure di raccolta dati standardizzati.
Un primo passo fondamentale è stato quello di definire concettualmente la Terza Missione ai fini valutativi. L’ANVUR ha adottato una definizione ampia, che va oltre il solo trasferimento tecnologico per includere ogni forma di apertura dell’università verso la società. Già nel bando della prima Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR 2004-2010), la Terza Missione veniva intesa come “propensione delle strutture all’apertura verso il contesto socio-economico, esercitata mediante la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze”. Questa formulazione, ripresa poi nei documenti ministeriali, sottolinea i due pilastri fondamentali: da un lato il trasferimento e sfruttamento economico dei risultati della ricerca (brevetti, spin-off, contratti conto terzi, ecc.), dall’altro la produzione di beni pubblici di natura sociale e culturale (es. divulgazione scientifica, iniziative culturali, collaborazione con enti del territorio, public engagement). Su tali basi concettuali, l’ANVUR ha sviluppato una tassonomia delle attività di Terza Missione che ha informato sia la valutazione periodica sia la costruzione di banche dati dedicate.
Nel 2015 l’ANVUR ha pubblicato un Manuale per la valutazione della Terza Missione (c.d. “Manuale 2015”), che per la prima volta sistematizzava le varie attività terza missionali in categorie omogenee e proponeva metriche e criteri per la loro analisi comparativa. In esso le attività di Terza Missione delle università sono state suddivise in otto aree tematiche, di cui quattro afferenti alla valorizzazione della ricerca e quattro alla produzione di beni pubblici. Questa suddivisione – rimasta poi sostanzialmente invariata – comprende, ad esempio: brevetti e proprietà intellettuale, creazione di imprese spin-off, ricerca conto terzi e convenzioni (per la parte “economica”); gestione del patrimonio culturale (musei, siti archeologici), formazione continua, progetti di salute pubblica, attività di public engagement (per la parte “sociale”). Il Manuale 2015 e successive linee guida hanno così fissato uno schema comune per descrivere e valutare la Terza Missione, permettendo di rilevare in modo sistematico dati prima non raccolti. Da allora, le università italiane sono tenute a censire annualmente le proprie iniziative in ciascuna area (ove pertinente) e a fornirne evidenza all’ANVUR.
Lo strumento cardine di rilevazione introdotto da ANVUR è la Scheda Unica Annuale della Terza Missione e dell’Impatto Sociale (SUA-TM/IS). Si tratta di un questionario strutturato attraverso cui ogni ateneo rendiconta le proprie attività e i propri risultati nei diversi ambiti della Terza Missione, permettendo all’ANVUR di disporre di dati aggiornati e comparabili. La SUA-TM/IS è stata inizialmente avviata in via sperimentale intorno al 2013-2015 come parte della SUA-RD (Scheda Unica Annuale della Ricerca Dipartimentale) – precisamente costituendone la “Parte III: Terza Missione”. A regime, a partire dal 2018, la scheda è stata affinata e consolidata (con nuove Linee guida ANVUR 07/11/2018 per la compilazione) ed è divenuta uno strumento stabile di monitoraggio annuale. Tramite la SUA-TM/IS l’ANVUR raccoglie indicatori sia quantitativi sia qualitativi sulle otto categorie sopra menzionate (ad esempio numero di brevetti registrati, introiti da conto terzi, numero di eventi di public engagement, ecc.), includendo anche una descrizione delle linee strategiche di Terza Missione dell’ateneo e degli obiettivi che si prefigge. È importante notare che l’ANVUR richiede agli atenei la copertura di tutti gli ambiti rilevanti: se un determinato tipo di attività non viene svolto, l’ateneo deve giustificarne esplicitamente l’assenza nella scheda. Ciò incentiva le università a considerare l’intero spettro della Terza Missione e ad evitare vuoti di intervento non motivati.
Una volta raccolti, i dati SUA-TM confluiscono nei processi valutativi gestiti da ANVUR. Essi sono utilizzati, ad esempio, nelle visite di accreditamento periodico delle sedi: in sede di valutazione, i panel di esperti ANVUR (CEV) esaminano le informazioni sulle strutture e i risultati di Terza Missione dell’ateneo, verificando l’esistenza di un efficace sistema di assicurazione della qualità anche su questo fronte ). Inoltre, l’ANVUR conduce valutazioni periodiche della performance di Terza Missione a livello nazionale, spesso in parallelo con la valutazione della ricerca. Un passo significativo in tal senso è stato compiuto con l’ultima VQR 2015-2019, nella quale – in coerenza con le indicazioni del D.M. 1110/2019 – per la prima volta è stata inserita una specifica valutazione dell’impatto socio-economico: a ciascun ateneo è stato chiesto di presentare una serie di casi di studio di Terza Missione (ad es. progetti di trasferimento tecnologico o iniziative culturali di particolare rilievo) relativi al quinquennio, poi valutati da un Gruppo di Esperti appositamente nominato. I risultati di questa valutazione (espressi in fasce di merito) vengono considerati sia per la restituzione informativa agli atenei, sia – come detto – nell’ambito dei parametri di finanziamento e programmazione ministeriale). In prospettiva, l’ANVUR sta lavorando di concerto con il Ministero e la CRUI per integrare sempre più la valutazione della Terza Missione nei processi ordinari, affinando gli indicatori e colmando eventuali lacune (ad esempio, sviluppando metodologie per misurare l’impatto effettivo delle attività terza missionali sullo sviluppo economico, sociale e culturale dei territori).
In sintesi, l’ANVUR svolge un ruolo chiave di regolatore tecnico: definisce standard e criteri, raccoglie dati tramite strumenti dedicati e fornisce feedback valutativi sul grado di apertura al territorio e di impatto sociale delle università italiane. Tale ruolo si esplica in stretta coordinazione sia con il MUR (cui spetta poi usare queste valutazioni per fini di indirizzo e allocazione di risorse) sia con il braccio operativo rappresentato dal CINECA per gli aspetti informativi.
Strumenti informativi e supporto tecnico: il ruolo del CINECA
Il CINECA è un consorzio interuniversitario deputato alla gestione delle principali banche dati e infrastrutture informatiche del sistema universitario nazionale. Nel contesto della Terza Missione, CINECA fornisce il fondamentale supporto tecnico per la raccolta, l’organizzazione e la gestione dei dati necessari al monitoraggio e alla valutazione. In particolare, il CINECA ha progettato e mantiene la piattaforma informatica attraverso cui le università compilano la SUA-Terza Missione. Questa piattaforma centralizzata consente di raccogliere in modo uniforme e standardizzato le informazioni provenienti da tutti gli atenei, rendendole confrontabili su scala nazionale. L’implementazione di uno strumento unico a livello nazionale ha permesso di ridurre gli oneri amministrativi per le singole università – grazie anche al pre‐popolamento di alcune sezioni mediante l’interoperabilità con banche dati esterne certificate – e al contempo di elevare la qualità e l’affidabilità dei dati raccolti.
Grazie al lavoro tecnico di CINECA, oggi il patrimonio informativo sulla Terza Missione disponibile per decision-maker e valutatori è eccezionalmente ricco e dettagliato. La banca dati SUA-TM/IS, continuamente alimentata, offre un quadro aggiornato delle attività terza missionali di ciascun ateneo (statale e non statale) e persino degli enti pubblici di ricerca vigilati dal MUR. CINECA cura gli aspetti operativi delle “campagne” annuali di rilevazione, supportando gli uffici di ateneo nel caricamento dei dati e implementando eventuali aggiornamenti alle schede secondo le indicazioni fornite da ANVUR. Inoltre, CINECA elabora e mette a disposizione dell’ANVUR i dataset necessari per le analisi comparative e per il calcolo degli indicatori di performance. Ad esempio, nel supportare la VQR 2015-2019, il CINECA ha gestito la piattaforma per l’invio dei casi di studio di Terza Missione da parte degli atenei e per la successiva valutazione da parte dei GEV competenti.
In sostanza, il ruolo di CINECA è quello di garantire l’infrastruttura informativa senza la quale l’intero sistema di governance della Terza Missione non potrebbe funzionare correttamente. La centralizzazione dei dati presso CINECA assicura trasparenza (poiché i dati inseriti sono poi pubblicamente consultabili in forma aggregata) e favorisce un benchmarking nazionale. Va evidenziato che attraverso la SUA-TM sono disponibili, per la prima volta in Italia, dati omogenei e confrontabili sulla Terza Missione di tutte le istituzioni, colmando un vuoto informativo pregresso. Questo ha permesso non solo di valutare e monitorare, ma anche di far emergere buone pratiche e stimolare gli atenei a un esame critico del proprio portafoglio di attività terza missionali. Il CINECA funge dunque da elemento abilitante della governance: fornendo gli strumenti tecnologici, rende possibile sia la rendicontazione costante al Ministero e all’ANVUR, sia le analisi che informano le decisioni di politica universitaria.
Le responsabilità delle istituzioni accademiche nella Terza Missione
All’interno di questo sistema di governance, anche le singole università e le loro articolazioni (Dipartimenti, Scuole, Centri) hanno precisi ruoli e obblighi riguardo alla Terza Missione. Il quadro normativo vigente richiede agli atenei di agire con autonomia responsabile, incorporando stabilmente la Terza Missione nella propria missione istituzionale, nella pianificazione strategica e nei processi di assicurazione della qualità.
In primo luogo, ogni università deve dotarsi di una strategia di Terza Missione. Ciò implica individuare ambiti prioritari di intervento coerenti con la propria natura e con le vocazioni del territorio di riferimento, stabilire obiettivi misurabili e pianificare azioni per conseguirli. Nella SUA-TM/IS è previsto un apposito quadro iniziale in cui l’ateneo espone le proprie linee strategiche e gli obiettivi principali in materia di impatto sociale e territoriale. Questo allineamento strategico è verificato anche in sede di accreditamento: gli esperti ANVUR valutano se l’ateneo ha una visione chiara del contributo atteso in termini di valorizzazione della ricerca e interazione con la società, e se tale visione guida effettivamente le scelte organizzative.
In secondo luogo, le università sono tenute a predisporre un’adeguata organizzazione interna per la Terza Missione. A livello di governance centrale, molti atenei hanno nominato Prorettori o Delegati del Rettore alla Terza Missione e hanno istituito strutture dedicate (commissioni di ateneo, uffici per il trasferimento tecnologico, unità per il public engagement, ecc.). A livello dipartimentale, la Legge 240/2010 affida ai Dipartimenti la responsabilità diretta dei risultati anche in questo ambito, per cui ogni dipartimento deve integrare la Terza Missione nella propria programmazione e spesso individua un referente o una commissione deputata a coordinarne le attività. I Requisiti AVA chiedono evidenza di tutto ciò: gli Atenei devono dimostrare di assicurare che i dipartimenti dispongano di un’organizzazione funzionale alla Terza Missione e che attuino un monitoraggio costante dei propri processi e risultati in materia. L’assenza di un presidio adeguato su questi aspetti verrebbe infatti rilevata negativamente in sede di valutazione.
Un altro dovere cruciale per le istituzioni accademiche è la rendicontazione e monitoraggio delle proprie attività terza missionali. Gli atenei devono partecipare attivamente alle campagne annuali SUA-TM, garantendo la completezza e la correttezza dei dati inseriti. Questo esercizio di raccolta dati non è fine a sé stesso, ma costituisce la base per il riesame e il miglioramento interno: i Nuclei di Valutazione di ateneo e i Presìdi della Qualità analizzano periodicamente gli esiti del monitoraggio delle attività di Terza Missione, individuando punti di forza e aree di debolezza su cui intervenire. Gli stessi organi di governo (Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione) vengono coinvolti nel processo, ad esempio approvando le relazioni annuali sulle performance di Terza Missione o inserendo obiettivi specifici nei piani strategici e nelle relazioni di performance. In sostanza, alle università viene richiesto di chiudere il ciclo della qualità anche su queste attività: pianificare ⇒ attuare ⇒ monitorare ⇒ valutare ⇒ migliorare, analogamente a quanto avviene per didattica e ricerca.
Da ultimo, le istituzioni accademiche hanno la responsabilità di contestualizzare la Terza Missione nelle politiche nazionali ed europee e di contribuire agli obiettivi di sistema. Ciò significa che gli atenei dovrebbero allineare i propri sforzi con le linee guida ministeriali (ad esempio partecipando a bandi o iniziative nazionali sul trasferimento tecnologico, sulle start-up accademiche, sulla divulgazione scientifica, ecc.) e con le raccomandazioni internazionali in materia di impatto sociale dell’istruzione superiore. Il sistema AVA stesso è concepito in coerenza con gli Standards and Guidelines for Quality Assurance in the European Higher Education Area (ESG), che sottolineano l’importanza per le università di rendere conto alla società della propria missione. Dunque gli atenei, nel dare seguito alle richieste di MUR e ANVUR, stanno anche perseguendo una maggiore apertura e accountability verso la società, in linea con il paradigma della “terza missione” promosso a livello internazionale.
Conclusioni
In conclusione, la governance della Terza Missione nel sistema universitario italiano si fonda su un ecosistema integrato di attori e strumenti: il MUR definisce le regole del gioco e orienta il sistema attraverso normative e incentivi; l’ANVUR sviluppa il quadro metodologico e attua la valutazione e il monitoraggio; il CINECA fornisce la base tecnica e informativa; le singole università implementano strategie e processi per dare concretezza a questa missione istituzionale. Questo assetto ha consentito, nell’ultimo decennio, di portare a sistema quelle attività di interazione con la società che in passato erano spesso lasciate all’iniziativa dei singoli, conferendo loro dignità pari alla didattica e alla ricerca. La Terza Missione è oggi parte integrante dell’assicurazione della qualità e della programmazione del sistema universitario: come tale, contribuisce al miglioramento continuo e alla valorizzazione pubblica del ruolo degli atenei. Non a caso, il sistema AVA italiano dichiara esplicitamente tra i suoi obiettivi il miglioramento della qualità non solo della didattica e della ricerca, ma anche della Terza Missione. Siamo dunque di fronte a un cambiamento culturale oltre che regolatorio: le università operano in un contesto che le stimola a dialogare con il territorio, trasferire conoscenze e produrre impatto sociale, mentre gli organi di governo (MUR e ANVUR) forniscono indirizzi, sostegno e verifica affinché queste funzioni “di terza missione” siano effettivamente perseguite e valorizzate. In linea con le politiche pubbliche italiane ed europee, la sfida presente e futura sarà continuare a perfezionare questo sistema di governance, affinando gli strumenti di misurazione dell’impatto e integrando sempre più la Terza Missione nel ciclo strategico delle università, così da massimizzare il contributo dell’accademia allo sviluppo socio-economico e culturale del Paese.
Fonti (normativa e documentazione ufficiale): Legge 240/2010; D.Lgs. 19/2012; D.P.R. 76/2010; DM 47/2013; DM 987/2016; DM 1154/2021; Linee generali di indirizzo MUR (es. DM 289/2021); Manuale ANVUR 2015; Linee Guida ANVUR SUA-TM/IS 2018; Documentazione MUR/ANVUR su AVA 3; Bando VQR 2015-2019 (DM 1110/2019); Portali istituzionali MUR, ANVUR, CINECA.