Il sostegno finanziario dell’Europa alla supremazia statunitense: oltre la teoria del “free rider”
Dalla fine della Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno garantito la difesa dell’Europa occidentale attraverso la NATO, alimentando la percezione che i Paesi europei abbiano beneficiato “a sbafo” della protezione americana. Questa visione – teoria del “free rider” – sostiene che nazioni come Germania, Francia, Italia e altre abbiano speso poco per la propria difesa, scaricando sugli USA l’onere di garantire la sicurezza collettiva, qui di la decisione di Trump di abbandonare gli europei, gettare alle ortiche l'alleanza transatlantica, considerata costosa e inutile, per perseguire una politica di potenza imperiale in cui solo altre grandi potenze sono considerate degne di rispetto. Eppure le cose sono più complesse di quanto sembrano e la potenza americana è stata in parte sostenuta dalle finanze europee. Gli alleati europei, infatti, non sono stati semplici beneficiari passivi. Al contrario, hanno contribuito finanziariamente in modo significativo alla leadership globale degli Stati Uniti, attraverso vari canali. Tra questi: (1) l’acquisto di armamenti e tecnologia militare statunitense, (2) l’investimento in titoli del debito pubblico americano e (3) uno sbilanciamento commerciale a favore degli USA in settori chiave (in particolare nei servizi e in certe categorie di beni). Inoltre, esistono ulteriori canali di sostegno economico – spesso poco evidenziati – attraverso cui l’Europa ha sostenuto la supremazia americana in campo militare, economico e strategico. Andiamo nel dettaglio su una questione che è cruciale.