Integrazione della Terza Missione nella VQR delle università italiane
La Terza Missione comprende le attività attraverso cui le università contribuiscono allo sviluppo socio-economico e culturale del Paese, oltre alle tradizionali missioni di didattica e ricerca. In Italia questo concetto è stato progressivamente normato a partire dal 2010, divenendo infine una componente ufficialmente riconosciuta e valutata del sistema universitario. Dal punto di vista normativo, la Legge 240/2010 (riforma Gelmini) ha introdotto un forte orientamento all’accountability e alla valutazione dei risultati, ponendo le basi per un sistema in cui tutte le funzioni universitarie – inclusa l’interazione con il contesto esterno – sono soggette a monitoraggio e valorizzazione. In attuazione di tale legge, il D.Lgs. 27 gennaio 2012, n. 19 ha istituito il sistema nazionale di valutazione (AVA – Autovalutazione, Valutazione periodica, Accreditamento), demandando ad ANVUR la definizione dei parametri di qualità. Questo decreto rappresenta il primo riferimento organico per l’inserimento “a pieno titolo delle attività di Terza Missione” fra le dimensioni valutate nel sistema universitario. Di conseguenza, a partire dal 2012 l’impatto sociale e il trasferimento di conoscenze sono stati formalmente inseriti fra le prestazioni accademiche da considerare.
In particolare, il DM 30 gennaio 2013, n. 47 (con successive modifiche culminate nel DM 12 dicembre 2016, n. 987, fase AVA 2.0) ha introdotto requisiti specifici sulla qualità della ricerca e della Terza Missione nel processo di accreditamento. In AVA 2.0 è stato infatti istituito il Requisito R4, che impegna le università a dimostrare l’efficacia dei sistemi di gestione della qualità anche per le attività di ricerca e Terza Missione. Nel periodo di accreditamento periodico, gli esperti ANVUR verificano come l’ateneo assicuri la qualità delle attività di Terza Missione, l’implementazione delle politiche istituzionali in materia, la coerenza fra strategie dichiarate, risultati esterni e monitoraggio interno, nonché l’esistenza di risorse e incentivi dedicati. Particolare attenzione è posta alla capacità delle università di censire sistematicamente le proprie attività di Terza Missione e di analizzarne l’impatto culturale, educativo ed economico sulla società. Con il DM 14 ottobre 2021, n. 1154 (AVA 3.0) la Terza Missione assume ulteriore peso normativo: è prevista una specifica Area E dedicata alla “Qualità della ricerca e della Terza Missione/Impatto sociale”, in cui si valuta la capacità strategica dell’ateneo nel definire e monitorare le proprie politiche di ricerca e Terza Missione. In sintesi, il quadro regolatorio italiano vincola oggi formalmente gli atenei a integrare la Terza Missione nella propria governance e nei processi valutativi.
Evoluzione della valutazione della Terza Missione nella VQR
La Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) – esercizio quinquennale di ANVUR – ha progressivamente integrato la Terza Missione. Nel primo ciclo VQR (2004-2010) l’ANVUR introdusse indicatori sperimentali di attività “terze”, come brevetti, spin-off e contratti conto terzi. Nel bando della VQR 2004-2010 figuravano sezioni specifiche per la Terza Missione: ad esempio veniva richiesto alle strutture di segnalare un “elenco di altre attività significative di terza missione”. Inoltre fra i criteri di qualità delle strutture si teneva conto della “propensione delle strutture all’apertura verso il contesto socio-economico, esercitato mediante la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze”. Tali criteri includevano attività a vocazione tecnologica (ricerca conto terzi, brevettazione, incubatori, spin-off, consorzi) e iniziative di trasferimento culturale (es. musei scientifici, scavi archeologici). Complessivamente, nella VQR 2004-2010 ANVUR raccolse circa 13.000 eventi di Terza Missione nella categoria “aperta” apposita.
Nel secondo ciclo VQR (2011-2014) l’approccio divenne più strutturato. Sulla base del Manuale per la valutazione della Terza Missione (ANVUR 2015), tutte le università e gli enti di ricerca redassero schede dettagliate delle proprie attività di Terza Missione, suddivise per tipologia. Questa raccolta sistematica – facilitata dalla sezione Terza Missione della Scheda Unica Annuale della Ricerca Dipartimentale (SUA-RD) – fornì ad ANVUR un ampio dataset nazionale sui risultati del trasferimento tecnologico, dell’innovazione sociale, della valorizzazione culturale, della formazione continua, del public engagement, ecc.. L’analisi di questo dataset permise di misurare per la prima volta le performance complessive di Terza Missione di ciascun ateneo. Tuttavia, il rapporto finale della VQR 2011-2014 evidenziò criticità metodologiche: molte università tendevano a dichiarare esaustivamente tutte le attività possibili (anche marginali) per aderire al modello proposto. Questo rischio di omologazione spinse a ripensare l’impostazione valutativa per il ciclo successivo.
Nel terzo ciclo VQR (2015-2019) si è così adottato un approccio innovativo basato sui casi studio di impatto. Il DM 29 novembre 2019, n. 1110 (Linee guida VQR 2015-2019), integrato dal DM 11 agosto 2020, n. 444, ha affiancato alla valutazione bibliometrica della ricerca un profilo qualitativo delle attività di valorizzazione dei risultati (Terza Missione). Piuttosto che contabilizzare quantitativamente migliaia di attività, ciascun ateneo ha selezionato un numero limitato di “casi di studio” rappresentativi – progetti od esperienze con impatto documentabile sul territorio – da presentare ad ANVUR. Il numero massimo di casi ammessi era proporzionale alle dimensioni dell’ateneo (fino a metà dei dipartimenti). Un gruppo interdisciplinare di esperti di valutazione ha valutato ciascun caso sulla base di criteri qualitativi legati alla dimensione sociale, economica e culturale dell’impatto prodotto, alla rilevanza nel contesto di riferimento, al valore aggiunto per i beneficiari e al contributo scientifico delle strutture proponenti. Questo metodo mirato ha introdotto un cambiamento significativo rispetto al passato, spostando l’enfasi dalla mera rendicontazione quantitativa alla capacità di dimostrare il cambiamento generato nella società. I risultati finali della VQR 2015-2019, con la nuova componente di Terza Missione, contribuiscono a fornire un quadro complessivo delle prestazioni degli atenei non solo sul versante scientifico, ma anche sul fronte del loro impatto sul territorio. Tali evidenze potranno orientare in futuro l’allocazione dei fondi premiali e le politiche di sviluppo del sistema universitario.
Strumenti ufficiali di rilevazione e valutazione
ANVUR e il MIUR/CINECA hanno predisposto diversi strumenti ufficiali per la raccolta dati e la valutazione della Terza Missione:
Manuale ANVUR 2015 per la Terza Missione: documento che fornisce definizioni operative (es. “public engagement”) e categorizzazioni delle attività di Terza Missione, ponendo le basi metodologiche per le valutazioni.
Scheda Unica Annuale (SUA) – Sezione Terza Missione/Impatto Sociale: sezione della SUA-RD (e SUA-TM/IS) operativa dal 2015, tramite cui gli atenei inseriscono annualmente dati su brevetti, spin-off accademici, progetti conto terzi, musei e collezioni, iniziative divulgative, formazione continua e altri interventi con la società. La compilazione della SUA-TM/IS è parte integrante del sistema AVA e alimenta sia il self-assessment interno sia le analisi comparative nazionali di ANVUR.
Linee guida ANVUR (2018) per la SUA-TM: pubblicate nel 2018, definiscono le aree e le attività in cui si articola la Terza Missione (valorizzazione della ricerca a fini economici; produzione di beni pubblici con ricaduta sociale e culturale; public engagement) e forniscono istruzioni per la compilazione uniforme della SUA-TM/IS.
Linee guida ANVUR per i casi studio VQR: documenti ufficiali che chiariscono i criteri di scelta e descrizione dei casi di studio da presentare nella VQR 2015-2019, al fine di garantire coerenza e comparabilità fra atenei.
Gruppi di lavoro e FAQ ANVUR: l’Agenzia ha istituito gruppi di lavoro dedicati (es. il gruppo “TeMI – Terza Missione e Impatto sociale” nel 2017) e pubblicato FAQ aggiornate sulla SUA-TM/IS, per uniformare l’interpretazione delle categorie di Terza Missione e rispondere a dubbi operativi.
Questi strumenti “soft law” (manuali, linee guida, FAQ) integrano il corpus normativo formale, accompagnando le università nell’adeguamento alle prassi richieste.
Ruolo delle istituzioni accademiche
Le normative AVA e VQR assegnano alle università un ruolo attivo nell’attuazione della Terza Missione. Gli atenei sono chiamati anzitutto a integrare le attività di interazione con la società nella propria missione strategica, definendo obiettivi e linee d’azione per il trasferimento tecnologico, l’innovazione sociale, la valorizzazione del patrimonio culturale, l’educazione continua e il public engagement, in coerenza con le rispettive vocazioni e con le priorità nazionali. Devono inoltre dotarsi di strutture organizzative dedicate (uffici di trasferimento tecnologico/TTO, uffici per rapporti con imprese, commissioni o presidi di Terza Missione) in grado di promuovere, coordinare e monitorare tali attività.
Le stesse norme AVA verificano questi aspetti organizzativi: durante i processi di accreditamento gli esperti valutatori controllano la presenza di sistemi interni di garanzia di qualità della Terza Missione, la coerenza tra la strategia di ateneo e le azioni dipartimentali, nonché l’esistenza di incentivi interni e risorse dedicate. In risposta a tali requisiti, molte università hanno inserito la Terza Missione nei propri Piani Strategici triennali e nei documenti di programmazione, definendo indicatori di performance ad hoc per monitorare i progressi in questo ambito. In sintesi, il quadro normativo richiede agli atenei non solo di documentare le attività di Terza Missione (attraverso la SUA-TM/IS), ma di integrarle strutturalmente nella governance, nella pianificazione strategica interna e nei processi di miglioramento continuo della qualità.
Terza Missione e politiche pubbliche nazionali
L’inserimento della Terza Missione nelle norme AVA riflette una più ampia strategia delle politiche universitarie italiane. In particolare, il legislatore ha legato agli esiti della valutazione (tra cui la Terza Missione) conseguenze concrete sul finanziamento e sul governo del sistema. La legge 240/2010 e i decreti successivi hanno stabilito che una quota premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) sia distribuita in base a criteri di merito legati ai risultati conseguiti dagli atenei. Sebbene in fase iniziale tali criteri si fossero concentrati sulla qualità della ricerca (VQR) e sul reclutamento del personale, il quadro si è evoluto per includere esplicitamente anche la Terza Missione come dimensione di valutazione del merito. In particolare, il DM 1110/2019 ha formalizzato la valutazione dell’impatto socio-economico nella VQR: in prospettiva, gli esiti della Terza Missione potrebbero influenzare l’allocazione dei fondi e orientare le scelte di politica universitaria.
Inoltre, le linee d’indirizzo ministeriali a medio termine riflettono un’attenzione crescente ai temi del trasferimento tecnologico e del public engagement. Ad esempio, nelle Linee generali di indirizzo della programmazione universitaria 2019‑2021 l’accento è posto su innovazione, trasferimento di conoscenza e connessione tra università, imprese e territorio. Allo stesso modo, nelle politiche di reclutamento il Ministero inizia a valorizzare l’esperienza maturata in iniziative di Terza Missione (brevetti, start-up, collaborazioni esterne, attività di public engagement) come elemento di valutazione del curriculum.
Infine, il contesto internazionale e i documenti programmatici nazionali sottolineano l’importanza della Terza Missione. Ad esempio il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR 2021) cita esplicitamente il trasferimento di conoscenza tra università, imprese e società civile come fattore chiave per l’innovazione e la crescita sostenibile. Le disposizioni normative italiane, attraverso obblighi e incentivi vincolanti, traducono queste direttive strategiche in impegni concreti per gli atenei. In questo modo si consolida un modello di università “aperta”, valutata non solo per l’eccellenza accademica tradizionale, ma anche per la capacità di generare impatto positivo sul territorio.
Fonti: Documenti legislativi (L.240/2010, D.Lgs.19/2012, DM 47/2013, DM 987/2016, DM 1110/2019, DM 1154/2021); ANVUR – Manuale per la valutazione della Terza Missione (2015), Linee guida SUA-Terza Missione/Impatto Sociale (2018), Linee guida VQR 2015‑2019; ANVUR – Relazioni e FAQ ufficiali; Consorzio CINECA – Scheda Unica Annuale Ricerca e Terza Missione. Tutte le citazioni in nota fanno riferimento a documenti e linee guida ufficiali citati nel testo.