ITS Academy: natura e funzionamento di un modello formativo innovativo
Dati essenziali
– Struttura dei corsi: i percorsi ITS hanno durata biennale o triennale e dedicano oltre il 50% delle ore ad attività in azienda, laboratori, stage e project work.
– Governance: ogni ITS nasce come fondazione pubblico-privata, che coinvolge scuole, università, enti locali, centri di ricerca e imprese.
– Specializzazione: ogni istituto è focalizzato su un settore strategico (ICT, energia, turismo, automotive, ecc.), in stretta connessione con le filiere produttive locali.
– Ruolo delle imprese: le aziende partner contribuiscono a progettare i curricula, forniscono docenti e ospitano studenti in tirocinio o apprendistato.
– Obiettivi: ridurre la disoccupazione giovanile, rispondere ai fabbisogni delle imprese, rafforzare la capacità innovativa dei territori, contribuire a ridurre il numero di NEET.
– Quadro politico: gli ITS sono stati inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) come strumenti chiave per lo sviluppo delle competenze e l’innovazione industriale.
Gli Istituti Tecnici Superiori, oggi denominati ITS Academy, rappresentano una delle innovazioni più rilevanti introdotte nel panorama della formazione italiana degli ultimi due decenni. Nati come fondazioni di natura pubblico-privata, questi enti riuniscono scuole, università, enti locali, centri di ricerca e soprattutto imprese, creando un modello di governance basato sulla collaborazione tra diversi attori del territorio. La loro istituzione è stata concepita per colmare un vuoto storico del sistema formativo italiano, tradizionalmente polarizzato tra licei e università da un lato e percorsi professionali brevi dall’altro, senza un vero segmento terziario professionalizzante. Gli ITS si inseriscono dunque come anello intermedio, offrendo percorsi post-diploma che hanno durata biennale o triennale, fortemente orientati all’acquisizione di competenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro. Non si tratta semplicemente di scuole professionali avanzate, ma di veri e propri laboratori di formazione e innovazione, che operano in stretto contatto con le filiere produttive e con le esigenze specifiche dei sistemi economici locali.
Il funzionamento degli ITS si fonda sul principio dell’integrazione tra formazione e lavoro. Nei percorsi proposti, oltre metà delle ore è svolta in azienda o comunque sotto forma di attività laboratoriali, stage e project work, con docenti provenienti in larga parte dal mondo produttivo. Questa impostazione pratica ha l’obiettivo di ridurre il tradizionale scollamento tra competenze scolastiche e bisogni delle imprese, favorendo un incontro diretto tra domanda e offerta di lavoro. Ogni ITS è specializzato in un settore strategico – dall’ICT all’automotive, dall’energia al turismo – in modo da rispondere a fabbisogni concreti e differenziati dei territori. La natura fondazionale degli ITS, che unisce attori pubblici e privati, consente inoltre una maggiore flessibilità nella gestione, nella progettazione dei corsi e nella selezione del personale docente, elementi che li distinguono in modo netto dalle istituzioni scolastiche tradizionali e ne definiscono la funzione di ponte tra istruzione e sistema produttivo.
L’istituzione degli ITS Academy è stata sostenuta con forza anche a livello politico ed economico, soprattutto in relazione agli obiettivi fissati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questo strumento, infatti, ha individuato nella formazione terziaria professionalizzante una delle leve principali per ridurre la disoccupazione giovanile, favorire la crescita di nuove competenze e rafforzare l’innovazione delle imprese. Gli ITS sono quindi diventati parte integrante delle politiche di sviluppo, con finanziamenti e piani di espansione che hanno previsto la loro diffusione capillare su tutto il territorio nazionale. Ciò che distingue questi istituti non è soltanto il modello didattico, ma anche la capacità di radicarsi nei contesti locali, adattando l’offerta formativa alle esigenze specifiche delle filiere produttive presenti. In questo senso, gli ITS si configurano non come un sistema uniforme, ma come una costellazione di esperienze che riflettono le peculiarità economiche e sociali delle diverse aree del Paese.
Un aspetto cruciale del loro funzionamento riguarda il legame con le imprese. Le aziende non sono semplici destinatarie dei diplomati, ma partner attivi nella definizione dei curricula, nell’offerta di docenza e nell’accoglienza degli studenti per periodi di tirocinio e apprendistato. Questo coinvolgimento diretto permette di allineare in tempo reale i contenuti formativi alle evoluzioni del mercato del lavoro, riducendo i tempi di risposta del sistema educativo alle trasformazioni tecnologiche e organizzative. L’esperienza degli ITS dimostra come la formazione possa essere concepita come un processo dinamico e aperto, capace di adattarsi rapidamente a nuove esigenze. Inoltre, la presenza di reti ampie di imprese partner crea un ambiente favorevole alla diffusione di innovazioni, all’incubazione di nuove idee imprenditoriali e al rafforzamento della competitività territoriale. In questo quadro, la governance fondazionale risulta decisiva per mantenere costante il dialogo tra mondo educativo e produttivo.
L’analisi condotta nel progetto Vet4Growth pone l’accento anche sul ruolo degli ITS nel quadro delle politiche europee per l’occupazione giovanile e l’innovazione. L’Italia, tradizionalmente caratterizzata da alti tassi di disoccupazione tra i giovani e da divari territoriali marcati, ha individuato in queste istituzioni una leva per affrontare problemi strutturali. Gli ITS contribuiscono infatti a ridurre il numero di NEET, i giovani che non studiano e non lavorano, offrendo percorsi concreti di formazione e sbocchi occupazionali. Inoltre, grazie alla loro capacità di operare in settori tecnologici avanzati, si collocano come strumento di rafforzamento della capacità innovativa delle imprese locali. La loro diffusione si accompagna quindi a un’idea di sviluppo che non riguarda solo l’inserimento lavorativo dei giovani, ma anche la costruzione di ecosistemi territoriali più resilienti e competitivi, in grado di affrontare le sfide della transizione digitale ed ecologica.
Nel complesso, gli ITS Academy rappresentano una componente fondamentale del nuovo assetto della formazione professionale italiana. La loro natura ibrida, che unisce logiche pubbliche e private, li rende strumenti versatili per rispondere a sfide complesse che attraversano il mercato del lavoro. Non sono semplicemente istituti scolastici, ma nodi di una rete che tiene insieme formazione, impresa e territorio. Il loro impatto, come mostrano le analisi, non si limita a fornire sbocchi occupazionali più rapidi, ma contribuisce anche a rafforzare l’imprenditorialità, l’innovazione e la coesione sociale. Nei prossimi articoli saranno esaminati più da vicino gli effetti concreti che l’apertura degli ITS ha avuto sui tassi di natalità imprenditoriale, sulla diffusione dell’innovazione e sulla capacità brevettuale, nonché i fattori che spiegano perché questi effetti si manifestano con intensità diversa nelle varie aree del Paese.


