La competenza come capro espiatorio
È esperienza sperimentata da molti il sentimento di sospetto e ostilità verso gli esperti e la conoscenza specializzata nelle odierne democrazie. Sempre più spesso la “competenza” viene usata come capro espiatorio al quale imputare le difficoltà sociali e i fallimenti politici. In altre parole, anziché attribuire problemi complessi a scelte politiche o a fattori economici strutturali, il discorso pubblico populista li semplifica individuando negli esperti – economisti, scienziati, tecnocrati – i responsabili distanti e colpevoli (i “professoroni” fanno il paio con i “giornaloni” così come i “tecnici” e i “burocrati di Bruxelles”). Questo atteggiamento, alimentato dalla disintermediazione e dalla retorica anti-élite, rappresenta un ribaltamento dei canoni tradizionali della modernità democratica: competenza e conoscenza, un tempo considerate risorse preziose per il buon governo, vengono derise o accusate di essere strumenti di un potere distante e autoreferenziale e comunque segnale di lontananza dai veri bisogni del popolo.