La demarcazione tra scienza e non-scienza
La distinzione tra scienza e non-scienza è uno dei problemi più persistenti della filosofia moderna, perché tocca la questione della legittimità della conoscenza. Fin dall’Ottocento, quando la scienza cominciò a differenziarsi dalle altre forme di sapere — religione, metafisica, arte — si avvertì l’esigenza di individuare un criterio che definisse cosa renda “scientifica” una teoria o una disciplina. Tale esigenza divenne centrale nel Novecento, quando il rapido sviluppo delle scienze naturali e la proliferazione di teorie pseudoscientifiche imposero la necessità di un principio di demarcazione. Non si tratta solo di un problema accademico: stabilire cosa sia la scienza ha implicazioni etiche, politiche e sociali, perché da ciò dipende l’autorità epistemica delle sue affermazioni. L’obiettivo è dunque capire se esista un criterio oggettivo, valido in tutti i casi, per distinguere ciò che appartiene alla scienza da ciò che ne resta fuori. Nel corso del secolo scorso sono stati proposti diversi criteri, dal verificazionismo positivista al falsificazionismo popperiano, fino alle concezioni storiche e pluraliste contemporanee.