Stroncature

Stroncature

La nostalgia dell’autorità: perché i sistemi complessi alimentano il desiderio di controllo

lug 12, 2025
∙ A pagamento
3
1
1
Condividi
Generazione immagine completata

Nei paesi sviluppati, l’emergere di società sempre più complesse, caratterizzate da instabilità, interdipendenze e incertezza sistemica, alimenta una domanda diffusa di ordine, controllo e protezione. Questo processo, ben documentato dalla letteratura scientifica, si traduce in una tendenza psicologica collettiva verso l’adozione di soluzioni autoritarie, tecnocratiche o comunitarie. Il bisogno umano di ridurre l’ambiguità e riconquistare una sensazione di sicurezza, sotto stress cognitivo e sociale, rende attraenti figure di leader forti, modelli normativi rigidi e appartenenze identitarie nette. Il desiderio di chiarezza e protezione si impone come risposta emozionale alla perdita di orientamento nelle istituzioni e nei valori condivisi. Ricerche empiriche dimostrano che la percezione di disordine sociale, l’anomia e la paura alimentano in modo trasversale – indipendentemente dall’orientamento politico – la preferenza per soluzioni che limitano la partecipazione democratica. Queste dinamiche si fondano su meccanismi cognitivi ancestrali: bisogno di chiusura cognitiva, attaccamento a figure protettive, riflessi di gruppo. L’incertezza diventa così un fertile terreno per l’erosione dei principi liberal-democratici, anche in contesti di lunga tradizione costituzionale. La storia recente offre esempi concreti di queste derive nei Paesi OCSE.

L’autoritarismo carismatico, la governance tecnocratica e il rifugio nelle appartenenze identitarie rigide costituiscono risposte distinte ma convergenti a una medesima percezione di instabilità. La preferenza per la decisione verticale, la riduzione del dissenso e l’idealizzazione del gruppo coeso comportano un costo elevato in termini di libertà individuale, pluralismo e tenuta delle istituzioni democratiche. Le analisi mostrano come i cittadini, in cambio di rassicurazione, siano disposti a tollerare limitazioni alla sovranità popolare, ai diritti civili e alla diversità culturale. Il rischio è che la combinazione di ansia, disorientamento e sfiducia generi un triangolo illiberale in cui autorità, competenza e identità vengono usate come dispositivi di esclusione e omologazione. Questo quadro impone una risposta politica e culturale che ricostruisca fiducia, comprensione e partecipazione. Contrastare la nostalgia dell’autorità non richiede soltanto difesa normativa della libertà, ma soprattutto una nuova capacità delle istituzioni di generare sicurezza senza autoritarismo, ordine senza tecnocrazia, coesione senza chiusura. Il futuro delle società aperte dipenderà dalla loro capacità di affrontare l’incertezza senza rinnegarne i presupposti fondamentali.


Condividi


Questo post è per abbonati a pagamento.

Già abbonato a pagamento? Accedi
© 2025 Stroncature
Privacy ∙ Condizioni ∙ Notifica di raccolta
Inizia a scrivere.Scarica l'app
Substack è la casa della grande cultura