La notizia di un rinvio delle operazioni di terra è un’ottima notizia, significa, come si è scritto qui sin dal primo momento, evitare di cadere nella trappola di Hamas, che è quella di tirare dentro i grandi attori regionali (Egitto, Iran, Arabia Saudita) contro Israele usando come leva la distruzione di Gaza. Non invadere e perseguire con altri mezzi (intelligence, operazioni speciali e diplomazia) i propri obiettivi significa smontare i piani di Hamas, che, a differenza di quanto sostiene Harari, non sta vincendo la guerra. Eppure c’è un sotto testo che non convince.
L’ "Asse della Resistenza" e la strategia iraniana

La situazione di tensione crescente nel Medio Oriente vede al centro Iran e Israele, in un conflitto sotterraneo che coinvolge vari attori, tra cui gruppi militanti come Hamas e Hezbollah, sostenuti dall'Iran. Recentemente, la situazione è precipitata con l'attacco di Hamas e le crescenti ostilità al confine tra Israele e Libano, che hanno portato gli Stati Uniti a rafforzare la loro presenza militare nella regione. Anche se non ci sono prove dirette del coinvolgimento iraniano nell'attacco di Hamas, gli Stati Uniti ritengono che l'Iran abbia fornito a Hamas la capacità militare per portarlo a termine. Di conseguenza, sono stati congelati 6 miliardi di dollari precedentemente sbloccati in favore dell'Iran. La strategia iraniana di addestrare e finanziare gruppi militanti nella regione è stata efficace nel causare danni significativi in Israele senza trascinare l'Iran in un conflitto diretto.
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Monitoraggio strategico e militare #18
