Le catene globali del cloud e la nuova geografia della dipendenza europea
Nell’era della società digitale, i servizi di cloud computing sono diventati un’infrastruttura fondamentale su scala planetaria. Aziende e governi affidano quantità crescenti di dati e applicazioni a centri server distribuiti in tutto il mondo, spesso gestiti da un numero ristretto di grandi provider globali. Questa evoluzione sta però sollevando nuovi interrogativi su autonomia e dipendenza: la promessa originaria di un cyberspazio senza confini e aperto alla libera circolazione delle informazioni appare oggi messa in discussione da una frammentazione crescente lungo linee nazionali. In altre parole, il controllo delle “autostrade digitali” del XXI secolo – reti, cloud e piattaforme – si sta concentrando e politicizzando. Comprendere la natura di questo fenomeno e le sue implicazioni diventa cruciale, perché tocca equilibri macroeconomici e strategici: chi possiede l’infrastruttura del cloud possiede in parte anche le chiavi del futuro economico e tecnologico di intere regioni. La questione aperta è se il mondo digitale globalizzato possa sfuggire a nuove forme di dipendenza e rivalità, o se stia nascendo una geografia del potere informatico che replica – in forma inedita – antiche gerarchie e squilibri.
Chi ha derubato chi? Economia americana, tariffe e globalizzazione
Come è possibile che la potenza cartine del sistema economico internazionale, con il migliore sistema finanziario al mondo, la valuta più forte, l’economia più competitiva del pianeta e le più grandi aziende in circolazione sia stata derubata da partner commerciali meno ricchi, che crescono meno e che un giorno sì, l’altro pure, si fasciano la testa perchè affetti da bassa competitività? Proviamo a fare qualche ragionamento.
"Iron and Blood. A Military History of the German-Speaking Peoples since 1500" di Peter H. Wilson
Peter H. Wilson, professore di storia presso l’Università di Oxford, propone con Iron and Blood una vasta ricostruzione della storia militare dei popoli germanofoni dal 1500 a oggi, superando la tradizionale focalizzazione su Prussia e Germania unificata. L’opera si distingue per la scelta di estendere l’indagine all’insieme delle comunità germanofone, includendo Austria, Svizzera e le regioni dell’ex Sacro Romano Impero. L’autore rifiuta ogni essenzialismo etnico o determinismo culturale nella storia militare tedesca, preferendo un approccio comparativo e contestualizzato. Strutturato in cinque parti cronologiche, il volume adotta una triplice articolazione tematica per ciascuna sezione: le dinamiche politico-militari, l’organizzazione delle forze armate e la percezione della guerra da parte della società. L’obiettivo dichiarato è quello di restituire una visione complessa e multilivello del rapporto fra guerra, potere e società, rigettando interpretazioni unilineari basate su presunte predisposizioni belliche dei popoli germanici.
"The Age of Scientific Wellness" di Leroy Hood e Nathan Price.
Leroy Hood e Nathan Price sono due figure di primo piano nel campo della biologia dei sistemi e della medicina computazionale. Il primo, noto per aver contribuito alla sequenziazione automatizzata del DNA e per aver fondato l’Institute for Systems Biology, è il teorico della cosiddetta P4 Medicine; il secondo è un bioingegnere specializzato nell’integrazione tra big data e biologia. Nel libro The Age of Scientific Wellness gli autori propongono una riforma radicale del sistema sanitario, spostando il baricentro della medicina dalla cura delle malattie alla promozione e conservazione della salute. L’impianto teorico dell’opera si basa su un’idea di salute non come stato binario (malato/sano) ma come traiettoria continua, articolata in tre fasi: benessere, transizione e malattia. L’obiettivo è estendere la fase di benessere, intercettare e invertire le transizioni verso la patologia, prevenire l’insorgenza clinica. Questa rivoluzione si fonda sull’integrazione di dati genetici, ambientali, fisiologici e comportamentali per costruire un modello di medicina predittiva, preventiva, personalizzata e partecipativa.