Le nuove traiettorie della globalizzazione: lo snodo del Mediterraneo e l’Africa del futuro
Di Roberto Menotti e Nunzio Mastrolia
Negli ultimi quattro decenni, la globalizzazione ha ridisegnato la mappa degli scambi economici, politici e culturali a livello mondiale, con flussi commerciali e di investimento che si sono mossi liberamente per cogliere i vantaggi dei diversi sistemi economici, in particolare in Asia. Una globalizzazione che si è sviluppata secondo i paralleli, dunque, in una direzione che andava da ovest verso est. Non a caso, in questo arco temporale, la globalizzazione è stata sinonimo di Cina, che ha attratto, come un magnete, le attività labour-intensive che avevano prima di allora fatto la rivoluzione manifatturiera dei paesi sviluppati. In sostanza, la Repubblica Popolare abbandona – in economia – alcuni dei dogmi del “socialismo con caratteristiche cinesi” o comunque li rende talmente flessibili da essere irriconoscibili, e scommette su una trasformazione che non intacchi il controllo del Partito unico sulla società. Tenta questa delicata operazione sfruttando proprio quella che possiamo definire l’infrastruttura occidentale della globalizzazione.