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"Le réveil stratégique" di Jean-Baptiste Jeangène Vilmer

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mag 25, 2025
∙ A pagamento

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Nel saggio Le réveil stratégique. Essai sur la guerre permanente, Jean-Baptiste Jeangène Vilmer analizza la trasformazione della guerra nel mondo attuale, sostenendo che si è entrati in una fase storica di conflittualità ininterrotta. Secondo l’autore, non si tratta più di eventi bellici delimitati nel tempo e nello spazio, ma di un mutamento strutturale del sistema internazionale, in cui la guerra si manifesta in forme pervasive, ibride e frammentate. La distinzione tra guerra e pace tende a dissolversi, rendendo la guerra una condizione ordinaria e diffusa. Questo stato di conflitto permanente non corrisponde alla tradizionale guerra dichiarata tra Stati, ma assume aspetti nuovi, spesso indiretti, ambigui e trasversali. L’instabilità si manifesta attraverso una moltiplicazione simultanea delle crisi regionali, la crisi della deterrenza, la destabilizzazione delle norme multilaterali e la ridefinizione delle gerarchie geopolitiche. Le democrazie occidentali, in particolare, sembrano colte impreparate di fronte a un ambiente strategico radicalmente mutato. Il libro individua in questa dinamica la necessità di un risveglio strategico da parte degli attori democratici, che non possono più affidarsi a una superiorità presunta e devono ripensare l’intero paradigma della sicurezza. La guerra, nella visione proposta da Vilmer, non è più un’eccezione ma un orizzonte permanente, un elemento costitutivo dell’ordine contemporaneo. Questo processo richiede un’analisi dei mutamenti in corso e una revisione profonda delle categorie tradizionali della politica internazionale. L’autore non propone allarmismo ma un’esigenza di lucidità e realismo. La guerra non è più confinata, né nello spazio né nel tempo, né nella tipologia degli attori coinvolti. Il libro vuole ricostruire le condizioni di questa nuova realtà conflittuale, mostrando la continuità delle crisi e la diffusione delle minacce. L’obiettivo dell’opera è fornire strumenti concettuali e pratici per comprendere la natura di questa trasformazione e trarne indicazioni operative. La guerra permanente non è una metafora, ma un paradigma che si impone sempre più nella pratica delle relazioni internazionali.

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