La strutturazione economica della Russia si sta sempre più orientando attorno al suo conflitto militare in Ucraina. Quasi un terzo delle spese previste per il prossimo anno, pari a circa 109 miliardi di dollari, sarà dedicato alla "difesa nazionale", sottraendo risorse che avrebbero potuto essere investite in settori come sanità, istruzione e infrastrutture. Inoltre, il 6% dell'output totale della nazione viene indirizzato verso l'ingranaggio bellico, più del doppio rispetto a prima dell'invasione. Nonostante le sanzioni economiche imposte da Occidente, l'economia russa si è dimostrata resiliente, trovando nuovi acquirenti per il suo petrolio e finanziando rapidamente il suo apparato militare.
Tuttavia, questo orientamento ha avuto conseguenze significative sul benessere economico e sociale della popolazione. L'inflazione è in aumento, con un impatto diretto sul costo della vita, e la valuta nazionale, il rublo, ha perso valore a un ritmo precipitoso. Inoltre, l'aumento della spesa pubblica e del debito ha messo sotto pressione un'economia già surriscaldata, portando la banca centrale a innalzare i tassi d'interesse. Questo ha reso più oneroso per le imprese espandersi e per i consumatori acquistare a credito. La situazione è tale che il governo ha dovuto imporre controlli sul capitale in uscita dal paese e sta rivedendo le sue strategie di spesa sociale in vista delle prossime elezioni presidenziali.