Nel pensiero economico classico, la teoria ricardiana del vantaggio comparato postulava che il libero scambio generasse sempre un incremento della produzione globale, grazie alla specializzazione dei paesi in settori a loro più favorevoli. Tuttavia, negli ultimi decenni questa impostazione è stata messa in discussione da dinamiche in cui fattori politici ed economici hanno alterato la logica del vantaggio comparato. La globalizzazione accelerata degli anni ’90 e 2000 ha prodotto ampi benefici, ma anche disuguaglianze significative tra paesi e all’interno delle singole economie. Il paradigma ricardiano tradizionale appare oggi inadeguato a spiegare fenomeni come la frammentazione delle filiere produttive e l’impiego del commercio come strumento di potere geopolitico. Ci si interroga dunque se stia emergendo un nuovo assetto caratterizzato da un maggiore intervento degli Stati e da un approccio pragmatico alle relazioni commerciali, segnando il superamento della visione ricardiana classica.
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