La questione della ripartizione degli oneri (burden sharing) all'interno della NATO e dell'adeguatezza delle spese per la difesa dei paesi europei membri dell'alleanza è un tema ricorrente sin dalla fondazione della NATO stessa nel 1949[14]. Nel corso della Guerra Fredda, le nazioni europee hanno generalmente speso oltre il 3% del loro PIL per la difesa, ma dopo la caduta dell'Unione Sovietica si è assistito a un calo significativo, scendendo fino all'1,5% nel 2014. Questo trend ha sollevato crescenti preoccupazioni riguardo alla capacità militare della NATO e all'eccessiva dipendenza degli alleati europei dagli Stati Uniti per la loro sicurezza. In risposta all'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 e all'instabilità in Medio Oriente, al summit del Galles del 2014 i leader della NATO hanno concordato l'impegno a invertire il declino delle spese per la difesa, con l'obiettivo di raggiungere il 2% del PIL entro un decennio. Da allora, il dibattito sul burden sharing e sull'adeguatezza degli sforzi di difesa europei è tornato in primo piano, sullo sfondo di un deterioramento dell'ambiente di sicurezza e di crescenti pressioni da parte degli Stati Uniti affinché gli alleati contribuiscano maggiormente alla difesa comune.
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