L’impatto economico di un incremento della spesa per la Difesa nell’Unione Europea
Negli ultimi anni, le dinamiche geopolitiche e il cambio di rotta alla Casa Bianca hanno reso sempre più evidente la necessità di un rafforzamento delle capacità difensive dell’Unione Europea. La guerra in Ucraina e l’aumento delle tensioni internazionali hanno accelerato il dibattito sulla sicurezza collettiva e sulla capacità dell’Europa di garantire la propria autonomia strategica. In questo contesto, il 4 marzo 2025 la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha proposto un piano per incrementare significativamente la spesa militare europea, ipotizzando un investimento complessivo di circa 800 miliardi di euro nei prossimi anni. Questo intervento rappresenterebbe il maggiore aumento della spesa per la difesa nella storia dell’Unione e solleva interrogativi fondamentali sul suo impatto economico.
Analisi della composizione della spesa pubblica in Europa (2014-2024)
Nel periodo 2014-2024 la composizione della spesa pubblica nei Paesi europei (Stati membri UE e Regno Unito) evidenzia un predominio delle funzioni di protezione sociale, seguite da sanità e istruzione, mentre la quota destinata alla difesa – pur aumentando in molti casi – resta generalmente inferiore ad altre voci principali. Di seguito si fornisce un’analisi dettagliata per ciascun paese, con la ripartizione percentuale della spesa per settore sul totale del bilancio nazionale anno per anno, l’andamento della spesa per la difesa (in percentuale della spesa totale e del PIL) e un confronto delle tendenze, anche in relazione agli eventi geopolitici ed economici rilevanti. In conclusione, si presenta una sintesi aggregata per l’UE e una tabella riepilogativa con i dati richiesti. Tutti i dati citati provengono da fonti ufficiali (Eurostat, Commissione Europea, ministeri nazionali, NATO, EDA, ecc.).
L'evoluzione della spesa pubblica in Europa e il peso della difesa nei bilanci nazionali
Negli ultimi dieci anni la spesa pubblica complessiva nei paesi dell’Unione Europea ha registrato un aumento significativo, passando dal 46,6% del PIL nel 2019 al 49,6% nel 2022, per poi ridiscendere leggermente con la ripresa economica post-pandemia. La protezione sociale si conferma la principale voce di spesa, in crescita dal 19% del PIL nel 2014 a oltre il 21% nel 2022, rappresentando mediamente il 39,2% della spesa totale. Tuttavia, vi sono differenze marcate tra gli Stati membri: mentre in Francia e Finlandia la protezione sociale supera il 23% del PIL, in Irlanda si attesta solo al 7,5%. La sanità è la seconda voce più rilevante, con un’incidenza del 7-8% del PIL e circa il 15% della spesa totale, seguita da servizi generali e affari economici, che pesano ciascuno per il 5-6%. L’istruzione occupa circa il 10% del bilancio, con variazioni significative tra i diversi paesi. Il periodo 2020-2021 ha visto un incremento eccezionale della spesa sociale ed economica per far fronte alla crisi sanitaria e alle misure di sostegno economico, che si è poi parzialmente ridimensionato nei due anni successivi.
Punti cardinali
Si tratta di schede fedeli ed accurate, redatte da Stroncature, di testi recenti di saggistica pubblicati all’estero, di solito non ancora tradotti in italiano. La sezione comprende anche schede dettagliate di grandi classici di diverse discipline. Il fine è quello di dare al lettore un quadro completo dei libri selezionati. Tutti i testi sono in italiano.
"Democracy Unmoored. Populism and the Corruption of Popular Sovereignty" di Samuel Issacharoff
Nel suo "Democracy Unmoored. Populism and the Corruption of Popular Sovereignty", Samuel Issacharoff analizza la sfida posta dal populismo alle democrazie contemporanee. L'autore sostiene che l'ascesa del populismo, a partire dal crollo del muro di Berlino, rappresenta una minaccia inaspettata per l'ordine democratico, precedentemente messo in discussione principalmente da regimi autoritari. Il libro esplora le origini di questa ascesa, le sue manifestazioni nelle istituzioni democratiche e le possibili vie per un restauro democratico. La tesi centrale è che il populismo si radica in democrazie con istituzioni di governance deboli e mal funzionanti, prendendo di mira i "guardrail" istituzionali che sostengono la democrazia. Attraverso un'analisi comparativa che spazia dall'America Latina all'Europa e agli Stati Uniti, Issacharoff esamina come il populismo corrompa il concetto di sovranità popolare e quali interventi legali e istituzionali possano preservare la responsabilità democratica.